L’ECOWAS interviene in Guinea-Bissau dopo il fallito colpo di Stato
Africa

L’ECOWAS interviene in Guinea-Bissau dopo il fallito colpo di Stato

By Chiara Artioli
02.04.2022

Giovedì 3 febbraio, la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS) ha annunciato la decisione di inviare un proprio contingente militare in Guinea-Bissau per aiutare a ristabilire la sicurezza dopo il fallito colpo di Stato di martedì scorso, il 1° febbraio.

La decisione è arrivata a margine del meeting ECOWAS di Accra, convocato per discutere della situazione di instabilità nel Sahel dopo l’ondata di colpi di Stato che ha travolto recentemente la regione.

Il tentativo di golpe in Guinea Bissau, infatti, si aggiunge a quelli recentemente riusciti in Burkina Faso, Sudan, Guinea Conakry, Ciad e Mali.

Il ritorno dei golpe come strumento politico riflette anche la mancanza di preoccupazione da parte dei militari nei confronti di eventuali provvedimenti da parte di organizzazioni regionali e internazionali.

Le pesanti sanzioni imposte dall’ECOWAS al Mali, come la chiusura delle frontiere, le restrizioni commerciali e finanziarie ed il congelamento dei beni dei membri della giunta militare non sono riuscite né a modificare il comportamento dei militari maliani né a dissuadere quello dei soldati del Burkina Faso. La decisione di intervenire in Guinea, in questo senso, può essere letta come un tentativo dell’ECOWAS di riacquisire credibilità ed autorevolezza dopo il fallimento in Mali e Burkina Faso nonché la volontà di modificare le proprie modalità di azione, passando ad un approccio preventivo di eventuali colpi di mano militari.

Tuttavia, interventi di questo tipo possono risultare possibili ed efficaci in un Paesi piccoli e poco popolosi come la Guinea-Bissau, ma sono difficilmente applicabili a Stati territorialmente più estesi, economicamente più strutturati e politicamente più complessi.

Chiara Artioli è tirocinante del programma Africa

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