La Cina investe in Ricerca e Sviluppo tecnologico per spingere la nuova parabola di crescita
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La Cina investe in Ricerca e Sviluppo tecnologico per spingere la nuova parabola di crescita

By Francesca Manenti
03.04.2021

Durante la giornata inaugurale del Congresso Nazionale del Popolo, apertosi venerdì 5 marzo a Pechino, il governo cinese ha annunciato che il Paese incrementerà di circa il 7% le spese annuali previste per il settore Ricerca e Sviluppo, con una particolare attenzione ai campi dell’innovazione tecnologica, dell’informatica quantistica e dell’intelligenza artificiale. Oltre all’aumento di spesa, Pechino starebbe puntando a promuovere l’apertura di nuovi laboratori di ricerca, sia nazionali sia di proprietà di aziende straniere interessate ad avviare attività di ricerca in territorio cinese. L’incontro ha ufficialmente aperto la convocazione annuale del CNP e della Conferenza Politica Consultiva, conosciuta con il nome di “due sessioni” (Lianghui).

Il focus sulla ricerca si inserisce così negli obiettivi strategici per il 2021, annunciati dal Primo Ministro Li Keqiang durante la relazione annulla all’Assemblea Legislativa, e apre la strada per la più dettagliata definizione degli ambiti chiave in cui si concentreranno gli sforzi delle autorità cinesi in questo senso contenuta nel prossimo Piano Quinquennale. Quest’ultimo, che illustrerà gli obiettivi e le priorità per la crescita del sistema Paese settati dal governo di Pechino per il periodo 2021-2025, è stato presentato all’Assemblea e verrà votato dai 3000 membri del Congresso Nazionale del Popolo nei prossimi giorni. Secondo il documento, entro il 2025 la Cina dovrebbe puntare su otto aree tematiche considerate cruciali per completare il processo di miglioramento qualitativo e capacitivo del sistema industriale e manifatturiero nazionale, ispirato all’high-tech e all’innovazione. In particolare, l’attenzione di Pechino dovrebbe concentrarsi su robotica, tecnologia satellitare, industria aeronautica e ingegneria dei trasporti, tecnologia applicata al campo della medicina e strumentistica di precisione, veicoli smart, semiconduttori e terre rare.

Il nuovo documento programmatico cinese, dunque, non solo riprende le fila del programma Made in China 2025, che aveva gettato le fondamenta dell’affermazione della Cina come potenza tecnologica, ma contestualizza l’ambizione cinese di trasformare il modello di crescita qualitativa del Paese all’interno del più ampio quadro della competizione tecnologica con gli Stati Uniti. L’inasprirsi dei rapporti con Washington nel corso degli ultimi due anni, infatti, ha portato le autorità cinesi ha prendere consapevolezza della vulnerabilità delle proprie supply chain tecnologiche rispetto ai fornitori di semiconduttori e componentistica statunitensi. Nel mese di gennaio, Pechino ha formulato un disegno di legge per la riforma del sistema di gestione delle terre rare, che prevedrebbe l’introduzione di quote massimali di estrazione e di un controllo da parte del governo sulle esportazioni, per assicurare una gestione più efficiente di materiali fondamentali per la produzione tecnologica. Poiché la Cina è il principale produttore ed esportatore al mondo di terre rare, la razionalizzazione della filiera (dall’estrazione all’export) non solo potrebbe essere funzionale a incanalare maggiori risorse per alimentare le nuove ambizioni manifatturiere nazionali, ma avrebbe inevitabilmente anche un impatto sulle industrie tecnologiche dei Paesi che dipendono dalla Cina per l’export di queste materie prime, in primis gli stessi Stati Uniti. In un momento in cui il Presidente cinese Xi Jinping ha annunciato la volontà di spingere maggiormente sul rafforzamento delle capacità interne per rendere la Cina autosufficiente in settori strategici, il nuovo Piano Quinquennale conferma l’intenzione di Pechino di slegare il destino della propria crescita dalla dipendenza rispetto al rivale statunitense e, al contempo, di continuare a puntare proprio sull’innovazione tecnologica per non perdere terreno nella competizione con Washington.

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