Le implicazioni militari del danneggiamento della diga di Kakhovka
Russia & Caucasus

Le implicazioni militari del danneggiamento della diga di Kakhovka

By Francesca Cazan
06.07.2023

Nella notte tra il 5 e il 6 giugno, è stata pesantemente danneggiata la diga di Nova Kakhovka, sul fiume Dnepr, nella parte controllata dai russi dell’Oblast di Kherson. Il cedimento ha causato pesanti inondazioni e rischia di avere consistenti impatti umanitari e militari. Al momento, Russia ed Ucraina continuano ad accusarsi vicendevolmente sulla responsabilità dell’accaduto.

Da una parte, il sindaco filorusso della città di Nova Kachovka, Vladimir Leontev, ha affermato che la diga sarebbe crollata a causa di danni strutturali preesistenti su cui hanno gravato gli attacchi ucraini della scorsa notte. Dall’altra parte, secondo il portavoce del Comando operativo ucraino meridionale, Vladyslav Nazarov, la diga è stata fatta saltare in aria dalle forze di Mosca. Tuttavia, né le autorità russe né quelle ucraine hanno, in questo momento, mostrato delle prove incontrovertibili a sostegno delle proprie affermazioni. Pertanto, non è ancora possibile verificare l’eventuale responsabilità inequivocabile dell’accaduto, soprattutto a causa dell’inquinamento del quadro informativo.

Secondo la narrazione russa, gli ucraini avrebbero danneggiato la diga per causare una crisi idrica in Crimea ed una emergenza umanitaria nella parte dell’Oblast di Kherson occupata dalle truppe del Cremlino, in quanto l’infrastruttura costituisce un impianto strategico per il rifornimento di acqua alla penisola, occupata dalla Russia dal 2014.

Dal punto di vista ucraino, invece, in questo momento la decisione russa di far saltare quella diga costituirebbe un importante vantaggio tattico per la Russia, avente lo scopo di inondare le regioni prospicenti e, quindi, rallentare in maniera sostanziale le operazioni di controffensiva ucraina lungo il fonte sud, in direzione dell’Oblast di Kherson e della Crimea.

Sin dall’inizio dell’invasione russa del febbraio 2022, entrambi gli schieramenti erano ricorsi alla distruzione di bacini idrici artificiali per ottenere un vantaggio sull’avversario. Gli ucraini nell’aprile del 2022 avevano distrutto lo sbarramento di Demydiv per arrestare l’avanzata russa su Kiev. Successivamente, i russi, nel settembre dello stesso anno avevano distrutto la diga Karachunovsky, sul fiume Inhulets, causando l’inondazione dei campi circostanti e di alcune parti della città di Kryvyi Rih per arrestare le manovre militari ucraine.

Sulla base di queste ipotesi, è possibile affermare che il danneggiamento della diga sia stato ordito dai russi, i quali, considerata l’attuale situazione di difficoltà logistica e militare, trarrebbero un vantaggio consistente dall’inondazione dell’area al fine di ostacolare la controffensiva ucraina.

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