L’apparato mediatico dello Stato Islamico del Khorasan
Terrorism & Radicalization

L’apparato mediatico dello Stato Islamico del Khorasan

By Giulio Valenti
12.15.2022

Sin dall’affermazione dello Stato Islamico (IS) come organizzazione di punta del jihadismo internazionale, è apparsa evidente l’attenzione che il gruppo ha riposto nelle narrative da veicolare e nelle modalità attraverso le quali entrare in contatto con un’audience di possibili reclute. L’esistenza di una linea comunicativa tra l’organizzazione estremista ed un pubblico esterno, d’altronde, è uno degli elementi che caratterizza il fenomeno del jihadismo e lo proietta in una dimensione globale. Tuttavia, mentre Al-Qaeda tra gli anni ’90 e i primi ’00 faceva proseliti tramite VHS e CD, la propaganda IS nel 2015-2016 (apice dell’attività del gruppo) non si è semplicemente adeguata alle infrastrutture mediatiche del suo tempo, ma è divenuta un preciso settore strategico nel quale il gruppo ha fortemente investito, più dei suoi rivali. La creazione di una vasta galassia di organi di stampa, la loro prolificità e la capacità del gruppo di posizionarsi sapientemente nel nuovo spazio virtuale rappresentato da internet e dai social media ha infatti offerto allo Stato Islamico enormi vantaggi in termini di autorevolezza della propria comunicazione, facilità di reclutamento e finanziamento delle attività. In seguito al 2017, con la sua disgregazione politica e la cessazione dell’esperienza para-statale in Iraq e Siria, l’IS ha assistito a un processo di frammentazione in diverse branche regionali, maggiormente votate a perseguire agende locali. Con esso, si è frammentata anche l’attività propagandistica: l’assenza di una gestione politica centralizzata dell’organizzazione è coincisa con la fine di una regia mediatica univoca. Ai progetti editoriali concepiti dagli organi di stampa collegati all’IS, ridotti nel volume di pubblicazione, sono stati sostituiti contenuti estemporanei condivisi sui social media o nelle chat criptate da singoli affiliati e su iniziativa personale, come vecchi video, stralci di testo, rivendicazioni di attentati o dichiarazioni e prese di posizione di personaggi carismatici. In questa situazione, lo Stato Islamico del Khorasan (IS-K), ramo centrasiatico di IS, si pone in controtendenza. Presente dal 2015 nel difficile contesto politico dell’Afghanistan, con il ritiro delle forze internazionali dal Paese l’IS-K ha assunto un ruolo precipuo tra i gruppi del fondamentalismo islamico in Asia centrale, e sotto la guida del giovane leader Shahab al-Muhajir ha reintegrato nella propria strategia l’idea della centralità della propaganda, necessaria a veicolare narrazioni, creare un’identità collettiva comune ai propri membri ed attrarre nuovi militanti. L’apparato mediatico dell’IS-K è, ad oggi, tra i più sviluppati ed efficienti tra quelli appartenenti alla galassia dello Stato Islamico, tanto che sia IS stesso che i suoi gruppi regionali si servono dei contenuti prodotti dal ramo centrasiatico. Ottenuta la leadership nella metà del 2020, uno degli obiettivi primari dell’emiro al-Muhajir è stato quello di creare una base militante differenziata ed eclettica, per potere accedere ad una più ampia rete di reclutamento ed estendere il proprio raggio d’azione militare. Per farlo, l’IS-K ha affinato la capacità di comunicare con precisi gruppi etnici e linguistici, e fondamentale in tal senso è il ruolo ricoperto da al-Azaim Foundation for Media Production. Fino all’inizio di quest’anno, la propaganda dell’IS-K si è affidata all’attività di varie entità mediatiche, tra le quali Khorasan Wilaya News, al-Millat Media, Tor Bairaghuna, Khorasan Gag Radio e al-Azaim. Quest’ultima, oltre ad offrire traduzioni in arabo, pashto, dari e urdu, si occupa inizialmente della produzione originale di video e audio, così come della pubblicazione di libri e di altri contenuti sempre più sofisticati. L’8 febbraio del 2022, ad esempio, al-Azaim ha diffuso il primo libro dell’IS-K in lingua inglese, dal titolo “Jihad: The Way to Jannah”. Il testo, che propone una già nota narrativa ostile ai talebani tacciandoli di apostasia e collaborazione con Cina, Russia e USA, è importante per un duplice motivo. Da un lato, l’impiego della lingua più parlata al mondo ne consente la proiezione in una dimensione internazionale, permettendo di raggiungere nuovi simpatizzanti e ispirare le etnie coinvolte dalla narrazione a condurre attacchi nei Paesi in cui risiedono. Dall’altro, questa scelta comunicativa sancisce l’assunzione, da parte di al-Azaim, della guida editoriale dell’IS-K, emergendo come organo di stampa ufficiale. L’investitura è stata inoltre confermata dal lancio della rivista “Voice of Khorasan”, ideata sul calco dei periodici in lingua inglese pubblicati da IS negli anni passati, come “Islamic State Report” o “Dabiq”. Il progetto editoriale riflette la strategia di al-Muhajir: Voice of Khorasan si rivolge a precisi gruppi etnici dell’Asia centrale, proponendo narrazioni recettive degli avvenimenti socio-politici in Afghanistan, Pakistan, Tajikistan, Uzbekistan, Xinjiang (regione storicamente musulmana della Cina), Iran e India e forgiando, al tempo stesso, un’identità collettiva alla quale aderire. Giunta al diciottesimo numero (il 24 novembre 2022), la rivista risulta oggi il principale strumento col quale IS-K attacca i propri avversari (talebani, Pakistan, Uzbekistan, USA, Cina ecc.), celebra i propri combattenti, offre indicazioni religiose e commenta gli avvenimenti politici nella regione; in sintesi, veicola un sistema di storie capace di presentare una visione coerente del mondo. Volendo, inoltre, raggiungere un’utenza sempre più diversificata nella regione, l’IS-K ha rafforzato le proprie capacità traduttive, pubblicando - oltre alle lingue già citate - in russo, hindi, uiguro, farsi, lingua malayalam, tajiko e uzbeko. Al-Azaim ha appositamente creato due unità editoriali dedite alle pubblicazioni in tajiko e uzbeko: al-Azaim Tajiki, ufficializzata a luglio e chiamata in onore dell’attentatore IS-K presso il templio Sikh di Kabul (Mohammad al-Tajiki, 18 giugno 2022), e al-Azaim Uzbek, a ottobre 2022. Entrambe le etnie, collocate nelle province settentrionali dell’Afghanistan, rappresentano un’ampia porzione del bacino a cui l’IS-K attinge, in particolar modo dopo l’istituzione a Kabul del governo talebano, percepito come nazionalista pashtun e quindi avverso alle altre componenti etniche nel Paese. L’apertura di al-Azaim agli sforzi traduttivi nei due idiomi costituisce un asset strategico importante per l’IS-K, e, preceduta dal lancio, rispettivamente il 18 aprile e il 7 maggio, di dei missili in direzione di Uzbekistan e Tajikistan, viene vista come una testa di ponte per la penetrazione del gruppo in entrambi i Paesi. Precedentemente, la propaganda jihadista pro IS-K nelle due ex Repubbliche Sovietiche era veicolata da entità mediatiche indipendenti, come l’uzbeko Xuroson Ozovi e il tajiko Movarounnahr. I nuovi organi editoriali locali di al-Azaim ne hanno coadiuvato lo sforzo, e l’ampio network di gruppi Telegram utilizzati dai mujahidin uzbeki e tajiki viene oggi impiegato per diffondere contenuti con impresso il logo di al-Azaim Foundation for Media Production. Tra questi, si contano i canali uzbeki Aqida Darslikari e Khorasan Ozovi, e i tajiki Protectors of the Ummat, Loyality and Devotion, Mustaqim Khuroson, Mardi Maidon, Movarounnahr, Voice of Khorasan e Voice of Khorasan Radio. L’abbondanza di questi ultimi è spiegata da uno sviluppo maggiore dell’unità tajika rispetto alla controparte uzbeka, in grado di esprimere un sistema di canali Telegram più fitto, dal forte valore in termini propagandistici. Sebbene lo spazio virtuale delle chat criptate non concede la stessa visibilità garantita dai social media (Instragram, Facebook, Tik Tok), la natura più elitaria dei gruppi crittografati e la policy flessibile di Telegram permettono una minore tracciabilità dei membri. La struttura stessa della chat consente poi il dialogo diretto tra i simpatizzanti IS-K e la condivisione di contatti, utili sia per l’espatrio in Afghanistan che per il finanziamento delle attività del gruppo. Il canale tajiko Loyality and Devotion, ad esempio, ha la funzione di indirizzare i sostenitori alla piattaforma finanziaria russa QIWI, tramite la quale possono aiutare le famiglie dei foreign fighters detenute in Siria. Indice della complessità di al-Azaim Tajiki, oltre alla pubblicazione di libri originali in lingua, è il suo collegamento diretto con Iʿlam Foundation, infrastruttura di rilievo globale per la diffusione della propaganda IS-K. Comparsa attorno ad agosto 2021, Iʿlam è una piattaforma d’archivio che raccoglie materiale propagandistico IS in oltre 25 lingue e ne permette la consultazione e il download. Oltre alla mole di pubblicazioni proposte, Iʿlam si differenzia dagli altri siti pro-IS sia per la sua collaborazione con due importati entità mediatiche come al-Azaim e Halummu (gruppo editoriale pro IS che assieme ad al-Azaim cura la newsletter IS in lingua inglese “al-Naba” e contribuisce alle traduzioni) sia perché tra i vari servizi (tra cui una piattaforma di crowdfunding) offre un canale nel dark web costantemente aggiornato, disponibile ogni qualvolta i propri archivi indicizzati nel surface web vengono bloccati per violazione di termini di servizio o azioni di antiterrorismo. La triangolazione con Halummu ed Iʿlam chiarifica il grado di al-Azaim (e quindi di IS-K) nelle gerarchie dell’editoria jihadista globale, e la cooperazione tra queste tre entità può ambire a diventare un asset di primissimo rilievo nella promozione di IS e del neofondamentalismo in generale, cioè l’idea politica di un islam sradicato dalla propria tradizione, un fondamentalismo transnazionale che è caratterizzato dall’utilizzo delle reti comunicative della globalizzazione. Sia Iʿlam che al-Azaim sono realtà giovani che si sono affermate velocemente, e hanno la potenzialità di inaugurare un nuovo periodo per la propaganda IS. In un momento storico in cui i gruppi regionali di IS mancano di campagne mediatiche sofisticate e di una narrativa articolata, al-Azaim raccoglie l’eredità della macchina propagandistica di IS in Iraq e Siria e pone IS-K, già in parabola ascendente grazie alle condizioni tribolate dell’Afghanistan talebano, in una posizione sempre più rilevante all’interno del movimento IS.

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