Il futuro della partita tra Iran e Stati Uniti dopo la morte del Generale Suleimani
Asia & Pacific

Il futuro della partita tra Iran e Stati Uniti dopo la morte del Generale Suleimani

By Francesca Manenti
01.03.2020

Nella notte del 3 gennaio, il Generale Qassem Suleimani, comandante della Forza Quds delle Guardie della Rivoluzione iraniane (in farsi, Sepah-i-Pasdaran), è rimasto ucciso da uno strike aereo condotto dagli Stati Uniti all’aeroporto di Baghdad. Nell’operazione contro il convoglio su cui viaggiava il Generale sarebbero stati uccisi anche esponenti di spicco di alcune milizie sciite irachene, tra cui Abu al-Muhandis, comandante del gruppo Khatiba-e-Hezbollah e leader del Comitato di Liberazione Popolare, formazione paramilitare di contro-insorgenza voluta dal governo iracheno nel 2014 per racchiudere sotto uno stesso ombrello le diverse anime della militanza autoctona, nate per contrastare l’avanzata di Daesh nel Paese. Autorizzata dal Presidente Trump, l’uccisione di Suleimani segna senz’altro un momento storico nella complicata relazione tra Washington e Teheran e rischia di riportare l’ostilità tra i due Paesi, giocatasi negli ultimi ventiquattro mesi su provocazioni e contrasti retorici, ad un nuovo pericoloso livello di scontro. Per la prima volta dal deterioramento dei rapporti diplomatici nel ’79, infatti, gli Stati Uniti hanno condotto un’operazione finalizzata all’eliminazione di un alto ufficiale iraniano, con incarichi e ruoli riconosciuti ed inquadrati nell’assetto istituzionale della Repubblica Islamica. Sebbene la strategia portata avanti dai Pasdaran e, in particolare, dall’unità per le operazioni speciali all’estero comandata dal 1998 da Suleimani, siano sempre state considerate un pericolo per la sicurezza e gli interessi degli Stati Uniti in Medio Oriente e in Asia, le Guardie della Rivoluzione, e tutta la catena gerarchica ad esse afferenti, rientrano tra le Forze Armate riconosciute dal governo di Teheran e, insieme all’Esercito della Repubblica Islamica (conosciuto con il nome di Artesh), rispondono allo Stato Maggiore, l’organo istituzionale preposto al coordinamento, al controllo e all’implementazione delle politiche di Difesa del Paese.

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