Gli attacchi suprematisti contro la comunità LGBTQ+ negli Stati Uniti
Terrorism & Radicalization

Gli attacchi suprematisti contro la comunità LGBTQ+ negli Stati Uniti

By Aline Blanchard
06.27.2022

Dopo appena 20 giorni dall’inizio di giugno, mese dedicato alle manifestazioni della comunità LGBTQ+ in memoria dei Stonewall Riots di New York del 1969, membri dei Proud Boys e del Patriot Front sono stati protagonisti di due attacchi contro i manifestanti. Sabato 11 giugno un gruppo composto da 31 uomini incappucciati appartenenti al Patriot Front, gruppo suprematista bianco e neofascista americano fondato nel 2017, sono stati arrestati durante un Pride a Coeur D’Alene, in Idaho, con l’accusa di aver programmato un attacco, sventato grazie all’intervento della polizia. Lo stesso weekend, nella contea di Alameda, in California, alcuni uomini che la polizia ritiene possano far parte dei Proud Boys, organizzazione di ispirazione neofascista, hanno fatto irruzione in un incontro di sensibilizzazione sul genere per bambini organizzato da una drag queen, rivolgendo insulti omofobici e transfobici ai partecipanti. Nonostante non siano stati annunciati arresti, gli investigatori hanno avviato un’indagine stabilire se si possa definire come crimine d’odio.

La partecipazione attiva contro eventi di questo tipo rappresenta una novità nell’ambiente di estrema destra statunitense. Fino ad ora, infatti, la galassia di estrema destra suprematista ha concentrato i propri attacchi contro le comunità afroamericane o le minoranze etniche, rifacendosi a quelle teorie cospiratorie secondo cui la civiltà bianca e cristiana americana sarebbe minacciata dal pluralismo etnico e confessionale. In questa tradizione, ad esempio, si colloca anche l’attacco a Buffalo del 14 maggio scorso, quando Paytron Gendron ha aperto il fuoco in un supermercato situato in un quartiere a maggioranza afroamericana, fomentato da un violento estremismo suprematista e cospirazionista.

Tuttavia, negli ultimi due anni si è assistito a un cambiamento sostanziale a livello retorico e strategico nei movimenti che gravitano nell’universo di estrema destra. Già durante la prima fase della pandemia era risultato evidente come movimenti di estrema destra avessero cominciato a penetrare le manifestazioni no-vax nel Paese, facendo proprie una serie di teorie cospirative sul Covid-19 e sui vaccini. Tale tendenza è riconducibile a un più generico tentativo di allinearsi a retoriche trainanti in un determinato momento per raccogliere consenso tra manifestanti inconsapevoli o i più scettici riguardo a fenomeni globali, misure prese dal governo o comunità ben specifiche.

È in questo tentativo di adattamento che si può collocare anche la nuova ondata d’odio dei gruppi suprematisti contro la comunità LGBTQ+. Mentre l’impegno in questo tipo di contro-manifestazioni ha riguardato solamente due eventi nel 2020, nel 2021 questi sono aumentati esponenzialmente, con 14 registrati. Dati empirici raccolti da ACLED mostrano inoltre come siano stati individuati ben 33 eventi anti-LGBTQ+ dall’inizio del 2022, superando notevolmente le statistiche dei due anni precedenti. Questa tendenza documenta un costante aumento della violenza contro tale comunità, fomentata anche da politici e media di estrema destra che spesso ricorrono ad una retorica sempre più incendiaria e intollerante.

L’azione coordinata contro questo tipo di manifestazioni e/o individui, come successo nel corso di giugno, non è sempre stata motore della mobilitazione di estrema destra negli ultimi anni, ma attacchi come quelli recenti dimostrano come il modello stia cercando di raccogliere consenso creando una cultura d’odio. Gli attivisti di estrema destra colgono sempre di più l’opportunità di sfruttare a proprio vantaggio la sempre maggiore attenzione intorno a culture di tolleranza che, al contrario, loro ritengono una minaccia esistenziale alla supposta integrità della civiltà bianca e cristiana americana. La mobilitazione anti-LGBTQ+ offrirà probabilmente un ambiente favorevole per gli ambienti suprematisti per costruire reti non solo con la più ampia comunità di attivisti di destra, ma anche tra individui con simili visioni, ma che non gravitano direttamente dentro a gruppi consolidati. A riprova di tale tendenza è anche la manifestazione di estrema destra del 4 giugno 2022 contro un drag show a Dallas, in Texas, la quale ha riunito una vasta gamma di gruppi diversi e individui non affiliati, tra cui appartenenti al Fascismo Cristiano, aderenti al movimento cospirativo QAnon e affiliati all’American Populist Union, al New Columbia Movement e ai Groypers. Alla luce dei recenti attacchi, pertanto, si può concludere che nella galassia d’estrema destra la narrativa anti-LGBTQ+ stia progressivamente prendendo piede, fungendo più da catalizzatore piuttosto che divisore. Le contromanifestazioni ai Pride del 2022 hanno visto la partecipazione di gruppi che fino ad ora sono stati analizzati separatamente, evidenziandone gli elementi distintivi piuttosto che i possibili fattori di coesione. Gli eventi degli ultimi sei mesi dimostrano però come sia ormai diventano fondamentale non focalizzarsi solamente sulle diversità interne alla galassia d’estrema destra, ma analizzare tale realtà nella loro interconnessione, trattandosi di un movimento fluido capace di allinearsi con determinate sub-culture d’odio – in questo caso, contro la comunità LGBTQ+ – e massimizzare le risorse.