Drone statunitense intercettato dai russi precipita nel Mar Nero
Defence & Security

Drone statunitense intercettato dai russi precipita nel Mar Nero

By Luca Borrelli
03.15.2023

Il 14 marzo 2023, un UAV (Unmanned Aerial Vehicle) MQ-9 Reaper statunitense in missione nei cieli sopra le acque internazionali del Mar Nero è precipitato a seguito di una collisione con un caccia intercettore Su-27 russo.

Il drone stava conducendo una missione ISR (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance), simile a quelle che vengono effettuate regolarmente nell’area del Mar Nero, quando è stato intercettato da due Su-27 della Federazione Russa, i quali hanno volato a fianco del velivolo americano e hanno più volte rilasciato del carburante su quest’ultimo. Tuttavia, alle 7:03 del mattino, uno dei due caccia ha urtato l’elica del MQ-9 rendendolo non in grado di proseguire la missione o rientrare alla base, costringendo di fatto il comando americano a farlo precipitare in acque internazionali. Secondo l’EUCOM, il Comando Europeo delle Forze Armate degli Stati Uniti, l’incidente è stato causato dall’imperizia e dalla condotta non professionale del pilota, le quali avrebbero potuto causare la distruzione di entrambi i velivoli (il Su-27 russo sembra sia riuscito a rientrare alla base), nonché una pericolosa escalation. Inoltre, seppure l’esatta posizione in cui la collisione è avvenuta non sia stata diffusa, il Pentagono ha precisato che la missione si stava svolgendo, come molte altre analoghe a questa, in spazio aereo internazionale.

Per inserire questo avvenimento in un contesto più ampio, va ricordato che questo è già il secondo caso, dopo quello della caduta di frammenti di missile in Polonia che ha causato due morti fra i civili, in cui un incidente rischia di provocare l’ampliamento del conflitto oltre i confini dell’Ucraina. In aggiunta a ciò, nonostante le intercettazioni di aerei o sistemi unmanned nell’area del Mar Nero siano alquanto frequenti e nonostante la dichiarata involontarietà dell’atto, le Forze Armate statunitensi hanno sottolineato che questa non era la prima volta in cui piloti della Federazione Russa hanno effettuato manovre rischiose ed irresponsabili. A ciò va aggiunta la carenza nell’addestramento dei piloti di Mosca rispetto a quelli della NATO, fattore che potrebbe aver contribuito all’incidente.

Al tempo stesso, nonostante le dichiarazioni ufficiali americane attribuiscano la responsabilità all’imperizia del pilota, non si può escludere l’ipotesi che l’incidente sia stato volontariamente causato dai russi, per mandare un messaggio di avvertimento agli americani. Infatti, Mosca potrebbe segnalare in tal modo la propria insofferenza in merito alle frequenti missioni di ricognizione svolte da assetti aerei americani e NATO nell’area, i quali forniscono preziose informazioni di intelligence a Kiev.

D’altra parte, riguardo agli sviluppi immediati dell’incidente, è in atto ora una corsa per il recupero dei rottami del Reaper distrutto dalle acque del Mar Nero, dal momento che potrebbero essere fonte di tecnologie e informazioni utili per la Federazione Russa. Al momento è probabile che questa sia in vantaggio sugli USA, in quanto dotata di assetti navali nel Mar Nero, mentre i secondi dovrebbero attingere alle forze dispiegate nel Mediterraneo; ciononostante, non è da escludere una cooperazione statunitense con gli Alleati NATO che affacciano sul Mar Nero per organizzare una più rapida operazione di recupero.

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