L’accordo militare tra Egitto e Somalia mette in allarme il Corno d’Africa
Ancora una volta le tensioni tra Egitto ed Etiopia travolgono il Corno d’Africa e a farne le spese potrebbe essere in questo caso la Somalia. Motivo dello scontro è il carico di armi e munizioni giunto a Mogadiscio il 27 agosto come parte dell’intesa bilaterale tra il Paese africano e il Cairo firmato durante una visita, il 14 agosto, nella capitale egiziana da parte del Presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud, dove ha incontrato il suo omologo locale Abdel Fattah al-Sisi. Alla firma del memorandum è seguita, appunto, la prima consegna di armi ed equipaggiamenti destinati alle Forze Armate somale da parte di due aerei cargo dell’aeronautica egiziana.
Il massacro degli Africa Corps russi in Mali
Tra il 25 ed il 27 luglio scorsi, nel distretto di Tinzaouaten, sito nella regione occidentale maliana di Kidal, a ridosso del confine con l’Algeria, ha avuto luogo una delle battaglie più feroci della storia recente del Paese e che ha visto coinvolte unità delle Forze Armate del Mali (Fama), elementi del tredicesimo distaccamento d’assalto del Wagner Group (compagnia militare privata russa conosciuta anche con il nome di Africa Corps) e milizie del Quadro Strategico per la Difesa del Popolo dell’Azawad (Cadre stratégique pour la défense du peuple de l'Azawad, CSP-DPA), organizzazione ribelle indipendentista tuareg che, dal 2013, si oppone al governo centrale di Bamako.
In Libia torna il petrolio, non la pace: cosa aspettarsi dalla nomina del nuovo governatore della Banca Centrale?
Dopo una crisi durata poco più di un mese la Banca Centrale Libica (LCB) ha un nuovo Governatore, Naji Mohamed Issa Belqasem
La posizione dell’Iran nel contesto dell’escalation militare in Medio Oriente
Nelle ore in cui le Forze di Difesa Israeliane (IDF) conducono bombardamenti su vasta scala in territorio libanese contro le postazioni di Hezbollah, anche in vista di una potenziale operazione di terra nel sud del Paese dei Cedri, l’Iran sembra aver optato per una posizione di relativa cautela che esclude, almeno nel breve, qualsivoglia coinvolgimento militare diretto.
Il Giappone dopo Kishida
Il 14 agosto, il Primo Ministro giapponese Fumio Kishida ha annunciato che non si ricandiderà alle prossime elezioni per la leadership del Partito Liberal Democratico (PLD). Tale decisione è giunta a seguito dello scandalo sui fondi che ha colpito il suo partito e il conseguente crollo della fiducia, scesa sotto al di sotto del 30% nel mese di luglio.
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Gli Stati Uniti dopo Trump: sfide e prospettive per la nuova Presidenza Biden