Ricerca e sviluppo per la Difesa europea
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Ricerca e sviluppo per la Difesa europea

10.23.2018

Ieri,lunedì 22 ottobre, si è tenuta, nell’ambito del Festival della Diplomazia di Roma, la conferenza “Ricerca e Sviluppo per una comune Difesa Europea” realizzata in collaborazione con il Ce.S.I. – Centro Studi Internazionali.

L’evento aveva lo scopo di esaminare lo stato attuale della nascente Difesa europea e, in particolare, lo sviluppo dei 2 programmi principali attraverso cui questa sta prendendo forma: la Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) e il Fondo Europeo per la Difesa (EDF). L’incontro è stato un’importante occasione di confronto tra alcuni dei principali attori italiani e stranieri attivi nell’ambito della Difesa europea e ha permesso di delineare i contorni del progetto che, come sottolineato dal Presidente del Ce.S.I. Andrea Margelletti, e dall’Onorevole Giovanni Aresta, Vicecapogruppo IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, deve essere portato avanti con un forte ruolo di leadership da parte l’Italia. L’obiettivo più generale è di presentare l’Europa quale “security provider” al fine di assicurarsi credibilità a livello globale, come evidenziato dall’Ambasciatore presso il Comitato politico e di sicurezza dell’UE, Luca Franchetti Pardo. Tuttavia, le agenzie dell’UE che si occupano del processo di creazione di una Difesa europea dovranno, nel medio termine, adattarsi alla nuova struttura in cui si sta configurando l’Unione, in primis l’Agenzia Europea per la Difesa (EDA). Siamo, dunque, davanti ad uno scenario in cui l’UE sta gradualmente cambiando forma al fine di integrare al suo interno il settore Difesa. Al riguardo il Dott. Tardy, Responsabile per la ricerca del NATO Defence College, ha sottolineato una sfida quasi esistenziale alla base del progetto europeo: il concetto di Difesa non è ancora stato definito all’interno dell’Unione. Più precisamente, se in seno alla NATO si parla di Difesa collettiva, manca una simile definizione in ambito UE, laddove l’Unione si occupa prettamente di operazioni di supporto alla sicurezza. E’, invece, ben chiaro quali siano stati i motori che hanno spinto ad una integrazione europea nel campo della Difesa. Secondo la Dott.ssa Riccardi, Direttore V Reparto Innovazione Tecnologica, il Presidente statunitense Donald Trump e le sue affermazioni circa la necessità che l’Europa si assuma la responsabilità per la propria Difesa, la volontà della NATO di rendere l’UE più indipendente nel campo militare, e l’impulso delle industrie europee per la Difesa desiderose di rendere il mercato dell’Unione più competitivo all’estero, sono alla base della nascita del progetto di Difesa europeo. Di fatto, sono state principalmente le aziende italiane leader nel settore della Difesa, rappresentate durante la conferenza dal Direttore delle Strategie di Leonardo Giovanni Soccodato e dal Direttore dei Rapporti Istituzionali e Governativi di Elettronica Lorenzo Benigni, che hanno dato un forte stimolo al progetto. Nel dettaglio, queste ultime hanno favorito la creazione di un quadro cooperativo europeo incentrato su progetti sviluppati da un numero minimo di 3 Stati al fine di evitare che relazioni bilaterali forti (come l’asse franco-tedesca) potessero portare alla marginalizzazione di alcuni Stati e quindi all’ annullamento dello scopo integrativo alla base del progetto di Difesa dell’UE. Inoltre, Leonardo ha avanzato a Bruxelles la proposta di includere in tale processo aziende con sede all’estero che collaborano con industrie europee, si pensi a DRS Technologies parte del gruppo Leonardo. Da ultimo, dunque, occorre definire delle regole ben precise su come attingere alle risorse messe a disposizione dall’UE e garantire che la proprietà intellettuale resti, ad ogni modo, nei confini europei. In conclusione, dal dibattito è emerso che, nonostante i progressi conseguiti grazie alla PESCO e all’EDF, sono tutt’oggi presenti un numero di sfide e ostacoli che dovranno essere affrontati e superati al fine di poter parlare concretamente di una Difesa europea.

Fonte: RID