Il marò Latorre resta in Italia Ora bisogna rimpatriare Girone

Il marò Latorre resta in Italia Ora bisogna rimpatriare Girone

01.13.2016

La Corte Suprema di New Delhi prolunga il permesso fino al 30 aprile. Ma la Farnesina: rimarrà qui fino al termine dell’arbitrato internazionale.

Non occorreva ladecisione della Corte suprema indiana, che ha prorogato ieri il permesso di Massimiliano Latorre in Italia permotivi di malattia, per stabilire che il fuciliere di Marina non tornerà in India. La crisi tra i due Paesi ha infatti portato all’apertura di un arbitrato internazionale presso la Corte dell’Aja e alla decisione, da parte dell’Itlos, il tribunale internazionale del mare di Amburgo, di chiedere sia a Roma che a New Delhi di sospendere qualsiasi iniziativa legale connessa con il caso fino al termine della procedura arbitrale. Concetto ribadito ieri una nota anche dalla Farnesina che, «preso atto della decisione della Corte, attende la posizione del governo indiano». La supremaCorte,presieduta dal giudice Anil R. Dave, ha fissato una nuova udienza per il 13 aprile, contravvenendo nuovamente alle disposizioni internazionali. Il senatore Pd Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa del Senato, l’altro ieri aveva annunciato che l’Italia non avrebbe rispedito in India il militare che si trova in convalescenza nella sua casa di Taranto in seguito all’ictus che lo ha colpito nell’agosto del 2014. La dichiarazione ha scatenato un’immediata reazione di OommenChandy, il governatore dello Stato meridionale del Kerala, il grande regista di tutta la vicenda marò, colui che fece di tutto per far rientrare la Enrica Lexie in porto a Kochi e costruire a tavolino un caso inesistente pur di ottenere voti ed essere eletto nella sua circoscrizione. «Chiederemo oggi al primo ministro Narendra Modi di far tornare in India il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre nei tempi previsti dalla sua licenza - ha dichiarato Chandy alla stampa indiana -. Modi deve intervenire in modo deciso». Chandy è tra coloro che hanno sempre sostenuto che la petroliera italiana viaggiasse in acque indiane eche fu da quella nave che partirono i colpi che uccisero i due pescatori». L’avvocato C. Unnikrishnan, legale della moglie di uno dei due marinai uccisi, ha dichiarato al giornale Free Press che «Massimiliano Latorre non ha copertura diplomatica. Quindi la Corte può decidere di portare avanti il processo anche in maniera autonoma prendendo provvedimenti per la violazione delle disposizioni». Insomma, un braccio di ferro, quello tra Italia e India, che continua anche dopo quattro anni. «Peraltro - spiega il presidente del Centro di studi internazionali ed esperto di analisi politica AndreaMargelletti - la vicenda si sviluppa su più piani legali ed è davvero difficile, a questo punto, trovare il bandolo della matassa. Ciò che dico è che dovremmo guardare tutti alla serietà istituzionale delle famiglie di questi due fucilieri. Sono motivo di insegnamento per tutti noi e di fronte al loro rigore e rispetto dei ruoli tutti noi dovremmo vergognarci. È un segno di estrema inciviltà - prosegue - il fatto che entrambi sono sovente oggetto di attacchi con sentenze già passate in giudicato senza che venga preso in considerazione il fatto che non hanno un capo d’accusa ufficiale. Oltretutto, da un lato c’è la preoccupazione per la salute di Latorre, dall’altro ritengo che da parte sua ci sia il desiderio di condividere la sorte di Girone. Potrebbe essere difficile tenerlo in Italia per scelte personali. Ciò che è certo è che chi ha avuto problemi di salute come i suoi ha bisogno di una lunghissima convalescenza onde evitare ricedute letali». Del caso ha parlato anche il deputato di Forza Italia Elio Vito, che in un post su Facebook ha ribadito la loro innocenza: «Sulla questione aspettiamo parole chiare e definitive dal governo». Sarà oggi il ministro della Difesa Roberta Pinotti a riferire in commissione Difesa e a dare delucidazioni su quanto l’Italia sta facendo anche per garantire il rientro a breve in Patria di Salvatore Girone. Vito, insieme al collega Renato Brunetta, nei giorni scorsi aveva chiesto ufficialmente che il ministro desse risposte chiare riguardoall’operato messo in atto dall’Italia per risolvere la vicenda in tempi brevi.