L’Arabia Saudita accelera la ristrutturazione economica
Geoeconomics

L’Arabia Saudita accelera la ristrutturazione economica

By Carlo Palleschi
02.18.2022

Un importante passaggio si è compiuto nei giorni scorsi a Riyadh. Il 13 febbraio, il Principe ereditario, Mohammed bin Salman, ha annunciato il trasferimento del 4% delle azioni dell’azienda petrolifera di Stato ARAMCO al fondo sovrano per gli investimenti pubblici, il Public Investment Fund (PIF). Il valore dell’operazione si aggira intorno agli 80 miliardi di dollari (70 miliardi di euro) e lo Stato rimarrà il maggiore azionista del colosso petrolifero con oltre il 94% delle azioni. L’intervento dovrebbe aiutare a rafforzare gli asset gestiti dal PIF, che dovrebbero crescere fino a circa 4.000 miliardi di riyal (1.007 miliardi di dollari o 930 miliardi di euro) entro la fine del 2025.

Il trasferimento delle azioni si inserisce in modo coerente nella strategia di lungo periodo “Visione 2030” adottata dal governo saudita con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dal petrolio, diversificare l’economia e sviluppare settori di servizio pubblico come sanità, istruzione, infrastrutture, attività ricreative e turismo. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi un elemento centrale è quello di rivedere la fiscalità pubblica, anche e soprattutto alla luce della riduzione dei flussi di investimenti esteri, e di incrementare l’attività di raccolta di risorse sul mercato azionario così da aumentare la capacità di spesa sul mercato interno. In merito alle politiche di bilancio, Riyadh sta infatti prendendo delle decisioni, come la riduzione dei sussidi su elettricità ed acqua, che mirano a rivedere le capacità e le modalità di spesa. La riforma più significativa in tal senso è rappresentata dall’introduzione dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) al 5%, una misura inedita per questo Paese e che ben identifica il nuovo corso intrapreso dal Regno Saudita. Inoltre, è opportuno ricordare che già nel 2016 bin Salman aveva annunciato la quotazione in borsa di ARAMCO, mostrando così la volontà di ricercare sui mercati le risorse necessarie per implementare la “Visione 2030”.

Sul versante della diversificazione economica, la cessione del 4% di ARAMCO si inserisce in un percorso di ristrutturazione dell’economia saudita, che gira fondamentalmente intorno al petrolio: questo settore rappresenta circa l’87% delle entrate di bilancio, il 42% del PIL ed il 90% dei proventi delle esportazioni. Diversificare è cruciale per garantire la stabilità e la resilienza del Paese. La predominanza del settore petrolifero aumenta considerevolmente la vulnerabilità dell’economia saudita agli shock esogeni, come emerso in modo plastico con lo scoppio della pandemia. Infatti, i numerosi lockdown registrati in tutto il mondo, il blocco della produzione da parte di imprese ed aziende, e la paralisi delle catene globali del valore hanno ridotto la domanda di greggio, intaccando significativamente le entrate derivanti dalle rendite petrolifere.

L’Arabia Saudita, quindi, continua a mettere in atto una serie di misure che mirano a portare il Paese verso un nuovo modello economico, in parte sostenibile; un passaggio ritenuto essenziale da bin Salman per proporre l’immagine di un Paese sempre più dinamico e moderno, pronto ad entrare nella complessa rete economica e finanziaria globale.

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