La proposta di accordo di sicurezza tra Cina ed Isole Salomone
Asia & Pacific

La proposta di accordo di sicurezza tra Cina ed Isole Salomone

By Enrico Dimanico
04.04.2022

Una recente dichiarazione del Primo Ministro delle isole Salomone, Manasseh Sogavare, ha confermato l’intenzione del Paese di firmare un accordo di cooperazione in materia di sicurezza con la Cina. La notizia dell’esistenza di bozza dell’accordo era già emersa la settimana scorsa, ma entrambe le parti avevano preferito tenere un basso profilo al riguardo.

Secondo i termini descritti, l’obiettivo è di concordare un’alleanza di sicurezza che permetterebbe al governo delle isole Salomone di richiedere l’intervento delle forze armate e di polizia cinesi in caso di situazioni di crisi interna. Tale intervento sarebbe funzionale al mantenimento dell’ordine sociale, la protezione delle vite umane l’assistenza umanitaria e la protezione degli interessi nazionali cinesi. Rispetto alle indiscrezioni precedenti, Sogarave avrebbe smentito l’intenzione del governo di Honiara di concedere a Pechino la costruzione di una base militare permanente nell’arcipelago. Tuttavia, poiché per poter adempiere alle richieste di assistenza l’accordo sembrerebbe includere la possibilità per la Cina di effettuare visite navali, rifornimenti logistici, operazioni di scalo e di transizione, non è possibile escludere che l’intesa sia solo un primo passo verso una maggior presenza cinese nell’area. Se firmato, in ogni caso il patto andrebbe a rafforzare le relazioni bilaterali tra il governo di Sogavare e la Repubblica Popolare Cinese. Già nel 2019, il Primo Ministro aveva rotto le relazioni diplomatiche con Taiwan in favore di un nuovo rapporto con Pechino. La scelta allora aveva alimentato il malcontento interno, specialmente nella popolosa provincia di Malaita. Benchè non siano stati resi noti i dettagli, l’ipotesi di una rapida conclusione di questo nuovo framework di cooperazione ha suscitato una forte reazione da parte degli attori regionali. Il Ministro della Difesa australiano, Peter Dutton, ha espresso preoccupazioni per un’eventuale base militare cinese e per un rafforzamento dell’influenza cinese nell’arcipelago. L’Australia fino ad ora è stato il punto di riferimento per le questioni di sicurezza delle Isole Salomone. Preoccupazioni sono state espresse anche dal Primo Ministro della Nuova Zelanda, Jacinta Ardern, per un possibile aumento della militarizzazione della regione, e dal leader degli Stati Federati di Micronesia, David W. Panuelo, che ha sottolineato l’auspicio di non veder coinvolta la regione nella competizione tra Cina e Stati Uniti. Il mese scorso, il Segretario di Stato, Anthony Blinken, durante la visita alle Fiji aveva dichiarato la volontà dio Washington di riaprire l’ambasciata proprio nelle isole Salomone. A prescindere dai dettagli e dalle tempistiche di approvazione, l’accordo di per sé conferma l’interesse della Cina per il Pacifico meridionale, un’area che sta rafforzando la propria importanza strategica per gli equilibri della regione dell’Indo-Pacifico.

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