Tunisia in trasformazione: il futuro del Paese dopo il colpo di Stato di Kais Saied
Middle East & North Africa

Tunisia in trasformazione: il futuro del Paese dopo il colpo di Stato di Kais Saied

By Giuseppe Dentice and Elia Preto Martini
02.01.2022

Per oltre un decennio la Tunisia è stata a lungo idealizzata come l’esperimento sociale di maggior successo nel tortuoso cammino transnazionale delle Primavere Arabe. Un’esperienza non definitivamente archiviata nei fatti, ma che nella narrazione comune ha dominato le cronache internazionali e che è assurta a simbolo della speranza per milioni di abitanti della regione MENA. Da allora, però, la Tunisia ha iniziato un percorso unico e complesso, nel quale i risultati ottenuti, benché importanti, hanno lasciato ben presto spazio ai molti problemi cronici da affrontare.

La pandemia di Covid-19 e il suo impatto socio-economico, inoltre, hanno esacerbato quelle vulnerabilità e disuguaglianze, innescando frustrazione e sfiducia tra i tunisini nei confronti delle istituzioni, delle élite al potere e dei partiti politici.

Una condizione di disagio complessiva che è cresciuta nel tempo fino a raggiungere il suo apice nel colpo di Stato del 25 luglio 2021, con cui il Presidente della Repubblica Kais Saied ha congelato le attività parlamentari e ha sancito l’inizio di una nuova fase di transizione nella storia tunisina. Il golpe si è mostrato fin da subito come un’operazione caratterizzata da un forte accentramento di poteri nelle mani del Capo di Stato – in attesa di nuove elezioni legislative, indette per il 17 dicembre 2022 – e dall’avvio di un meccanismo di trasformazione dell’identità dello Stato in senso più presidenziale.

In questo contesto di crisi politico-istituzionale, la pandemia ha avuto, per paradosso, il “merito” di squarciare quel velo di ipocrisie sulla narrazione fattuale dell’esperienza tunisina e nell’aver fatto emergere tutte le idiosincrasie e i tormenti di una transizione democratica a lungo in stallo e conflittuale al suo interno.

Un processo nel quale il profondo disagio economico e sociale della popolazione e l’incapacità della classe politica nel far fronte ai bisogni popolari primari sono diventante due facce speculari della medesima medaglia. Al contempo, l’uso personalistico di simboli e poteri da parte del Presidente Saied rischiano di mascherare solo in parte un ritorno – sotto altre forme e modi – dell’esperienza autoritaria nel Paese nordafricano.

Questo lavoro, pertanto, proverà a mettere in chiaro quali sono le sfide e le prospettive più impattanti nel breve e medio periodo per il tanto acclamato laboratorio democratico tunisino. Nel far ciò si tenterà di chiarire le cause e i fattori alla base dell’attuale crisi socio-economica, finanziaria e politica che attraversa il Paese.

Infine, si tenterà di spiegare qual è il progetto istituzionale del Presidente della Repubblica e se questo passaggio è esso stesso un semplice momento di 4 assestamento nel processo democratico o un elemento parzialmente nuovo di ritorno al vecchio autoritarismo di Stato.

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