L’evoluzione del conflitto russo-ucraino tra lessons identified e sviluppi tattici
Defence & Security

L’evoluzione del conflitto russo-ucraino tra lessons identified e sviluppi tattici

By Daniele Ferraguti and Lorenzo Vannucci
07.29.2025

L’offensiva estiva delle Forze Armate russe nell’Ucraina orientale è ormai giunta al suo terzo mese di svolgimento. In seguito ai due limitati cessate il fuoco proclamati da Mosca in concomitanza con la Pasqua ortodossa, tra il 19 e il 21 Aprile, e con la celebrazione del Giorno della Vittoria, avvenuta tra l’8 e l’11 Maggio, a partire dalla seconda metà dello stesso mese la Federazione Russa ha impresso un evidente cambio di passo intensificando gli assalti lungo l’intera linea del fronte. Successivamente ad una complessiva riorganizzazione logistica e operativa delle proprie forze in seguito all’espulsione delle truppe ucraine dal saliente di Kursk, le Forze Armate russe hanno infatti aumentato il volume di fuoco contro le posizioni avversarie di prima linea e bersagliato le catene logistiche nelle retrovie. Tali operazioni hanno evidenziato un incremento dell’impiego di vettori missilistici e droni d’attacco a lungo raggio (OWA UAV – One-Way Attack Unmanned Aerial Vehicle) contro infrastrutture critiche nella profondità del territorio ucraino, concentrando contestualmente l’accumulo di forze e l’afflusso di personale riservista nel teatro di combattimento.

Nonostante il conflitto continui ad essere caratterizzato da un elevato tasso di attrito e da avanzate territoriali tendenzialmente lente e dispendiose in termini di perdite umane e materiali, si riscontra una graduale ma costante accelerazione delle avanzate russe sul terreno. Nel mese di Giugno 2025 l’Esercito russo è progredito ad un ritmo che non faceva registrare dal Novembre 2024, accelerando la manovra per il terzo mese consecutivo. A Giugno, infatti, le forze di Mosca hanno conquistato un totale di circa 588 Km², la porzione di territorio più ampia rispetto ai 507 Km² di Maggio, ai 379 Km² di Aprile ed ai 240 Km² di Marzo. Escludendo i primi mesi del 2022, quando la Federazione Russa avviò l’offensiva su larga scala e la linea del fronte era caratterizzata da un’elevata mobilità, solo i mesi di Ottobre e Novembre del 2024 avevano fatto registrare avanzate più significative di quelle del mese appena trascorso, registrando rispettivamente conquiste territoriali pari a 610 Km² e 725 Km². Complessivamente, nel periodo che intercorre tra Luglio 2024 e Giugno 2025, le Forze Armate russe hanno guadagnato 5.500 Km² di territorio ucraino, quasi quintuplicando i 1.215 Km² conquistati nei dodici mesi precedenti.

L’offensiva in corso non presenta i caratteri di un’ampia e strutturata operazione di teatro, la quale necessiterebbe del ripristino della manovra e dell’impiego di unità meccanizzate congiuntamente ad un adeguato supporto aereo (CAS – Close Air Support), bensì si configura come una composizione di compartimentate offensive tattiche lungo l’intera linea del fronte, esteso per oltre mille chilometri. Lo sforzo offensivo russo è prevalentemente articolato su tre direttrici: la principale di Donetsk e le due secondarie di Sumy e Zaporizhia. Nello specifico, l’Oblast di Donetsk, che da oltre due anni costituisce l’epicentro dei combattimenti, attualmente è controllato dalla Federazione Russa per circa i tre quarti del suo territorio. Il dispositivo militare del Cremlino, nel breve termine, articolerà le sue direttrici di avanzata, dunque, verosimilmente lungo la parte centro-meridionale ancora presenziata dalle truppe ucraine, nel tentativo di occupare le città cruciali di Pokrovsk e Kostyantynivka. Conseguentemente, ciò comporterebbe l’avvicinamento ai grandi centri di Kramatorsk e Sloviansk, la cui caduta implicherebbe l’ottenimento del controllo dell’intera regione del Donbass. In tale quadro, le rinnovate attività offensive russe lungo il fronte settentrionale, nei settori di Kursk, Sumy e Kharkiv, e nel segmento meridionale dell’Oblast di Zaporizhia, avrebbero quindi lo scopo primario di fissare le Forze Armate ucraine ed incrementare ulteriormente gli sforzi bellici nell’Ucraina orientale, usufruendo di un significativo vantaggio di massa.

L’Esercito ucraino, in seguito alla prossimità di un ritiro dall’Oblast russo di Kursk, ha assunto una postura difensiva lungo l’intera linea del fronte, atta ad esercitare una strategia di logoramento delle forze attaccanti, in previsione di una resistenza oltranzista di alcuni capisaldi quali Toretsk e Chasiv Yar. Quella ucraina si caratterizza infatti come una difesa di tipo attivo, segnata da regolari contrattacchi localizzati, mirati ad infliggere all’avversario il massimo delle perdite ed a rallentarne l’avanzata nelle fasi culminanti. Parimenti, l’Ucraina ha poi continuato ad implementare la costruzione di una imponente linea difensiva alle spalle dell’attuale linea di contatto nell’est del Paese, definita la “Nuova Linea del Donbass” ed estesa dall’Oblast di Kharkiv fino al Donetsk meridionale, per una lunghezza stimata di circa 350 Km. Tale strategia ricorda, sotto alcuni aspetti, la cosiddetta “Linea Surovikin” che i russi allestirono nell’Ucraina meridionale e che permise loro di arrestare la controffensiva di Kiev nell’estate del 2023.

A livello tattico, nel corso degli ultimi mesi, le Forze Armate russe hanno continuato a condurre assalti impiegando piccoli gruppi di fanteria, talvolta composti da nuclei di soli due o tre soldati generalmente a piedi oppure a bordo di veicoli leggeri come buggy, quad, veicoli fuoristrada (ATV – All Terrain Vehicles) e motociclette. Le tattiche di impiego hanno spesso previsto il supporto di un intenso rateo di fuoco d’artiglieria, propedeutico all’impiego di bombe plananti guidate (guided glide bomb) finalizzato a degradare le posizioni difensive ucraine prima dell’assalto. Il crescente utilizzo di veicoli leggeri in prima linea rappresenta una risposta alla letalità dei velivoli aerei senza pilota (UAVs – Unmanned Aerial Vehicles) ucraini contro i mezzi corazzati russi che, tra la fine del 2023 e nel corso del 2024, hanno subito perdite elevate tali da porre delle criticità nel lungo termine. Si stima, infatti, che dall’inizio del conflitto Mosca abbia perso più di 4.000 carri armati (MBT – Main Battle Tank), numero che supera le 12.000 unità se invece si includono anche altri veicoli corazzati e blindati. In virtù di ciò, le forze russe hanno drasticamente diminuito l’impiego dei propri mezzi pesanti sul campo di battaglia, limitandoli ad un ruolo marginale negli attuali tentativi di sfondamento delle linee difensive nemiche. La rimodulazione operativa dei propri MBTs ha visto l’impiego di tali mezzi nel supporto di fuoco per la fanteria, o talvolta schierati come assetto alternativo all’artiglieria per l’ingaggio a distanza delle posizioni ucraine. D’altra parte, i veicoli da combattimento della fanteria (IFV – Infantry Fighting Vehicle) vengono impiegati principalmente come piattaforme per la logistica di aderenza, trasferendo il personale militare da una posizione all’altra della linea del fronte e nelle retrovie, alla stregua dei classici veicoli da trasporto truppe (APC – Armoured Personnel Carrier). Tra i veicoli leggeri, la novità più significativa è rappresentata in particolare dall’utilizzo massivo di motocicli off road da mesi impiegati per condurre gli assalti in prima linea. In merito, l’Esercito russo ha implementato una dottrina integrativa al fine di giungere ad un uso sistematico di tali assetti sul campo di battaglia, verosimilmente sempre più strutturata in unità distinte, come avvenuto nel caso della 123ª Brigata Fucilieri Motorizzati e di alcuni Reggimenti Aviotrasportati (VDV – Vozdušno-Desantnye Vojska). Anche la controparte ucraina ha intrapreso misure adattive, mediante l’istituzione nel mese di Maggio della prima Compagnia di motociclisti d’assalto inserita all’interno del 425° Reggimento d’Assalto Separato “Skala”. Questi veicoli a due ruote hanno il vantaggio di essere dotati di un’elevata velocità e manovrabilità, le quali permettono loro di avanzare molto rapidamente sul terreno e penetrare le linee difensive avversarie, eludendo con maggiore facilità l’esposizione al fuoco derivante da quadricotteri d’attacco. Tale strategia ha rappresentato anche un efficientamento in termini di costi ed efficacia, contestuale alla riduzione dei mezzi corazzati. Secondo quanto emerso, il Ministero della Difesa russo intenderebbe acquistare dalle 120.000 alle 200.000 motociclette, oltre a 60.000 veicoli leggeri tra buggy e ATVs entro la fine del 2025, un piano che, se applicato, lascia supporre la centralità di queste tattiche anche nel medio termine.

L’elemento di continuità all’interno del conflitto in corso sembra invece essere l’uso massivo degli UAVs, impiegati da entrambe le parti sia come sensori per intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR – Intelligence, Surveillance, and Reconnaissance), che come effettori per colpire le forze nemiche. Assetti centrali si confermano in particolare i droni First Person View (FPV), i quali arrivano ad incidere in alcuni settori sulle perdite totali, umane e materiali, tra il 60% d il 70%. I più comuni droni FPV sono di tipo kamikaze, ovvero velivoli che volano direttamente sul bersaglio, dove detonano una carica esplosiva fino a 1,5 chilogrammi. La dronizzazione del campo di battaglia rischia tuttavia di sovrastimare l’efficacia di questi dispositivi, i quali hanno evidenziato particolari criticità. I dati, infatti, indicano come in meno della metà dei casi gli UAVs kamikaze ucraini riescono a colpire correttamente il bersaglio identificato, mentre se si includono gli episodi in cui le sortite, nonostante i compiti tattici assegnati, non possono essere effettuate a causa di condizioni meteorologiche avverse, problemi tecnici o interferenze elettroniche, la percentuale di successo delle missioni scende tra il 20% e il 30%. Recentemente, proprio per rispondere alle sfide rappresentate della guerra elettronica (EW – Electronic Warfare), si è assistito ad un significativo incremento nell’impiego dei droni con cavo in fibra ottica, caratterizzati da una minore manovrabilità e da alcune criticità legate alla dimensione fisica del cavo, ma che al tempo stesso garantiscono una bassissima vulnerabilità alle azioni di jamming dell’avversario, anche in contesti poco permissivi. Le Forze Armate russe hanno inoltre incrementato in maniera significativa l’uso sistematico dei droni a lungo raggio Geran-2, variante dei droni Shahed, e delle glide bombs di tipo FAB (non guidate) e KAB (guidate) per interdire le linee di comunicazione terrestri ucraine (GLOCs - Ground Lines Of Communications) alle spalle dell’attuale linea di contatto. Tale strategia, in particolare si è osservata lungo le arterie logistiche del Donbass che collegano la città di Pokrovsk alla cosiddetta cintura difensiva Druzkivka-Kramatorsk-Sloviansk.

Parallelamente si è assistito anche ad un’intensificazione da parte russa del lancio missilistico di tipo stand-off contro città ed infrastrutture critiche ucraine, congiunto al ricorso a sciami di droni d’attacco e droni esca per saturare e sopraffare le difese aeree di Kiev. L’accrescimento capacitivo russo potrebbe essere in grado verosimilmente di abilitare il lancio di oltre mille UAVs a lungo raggio in singoli attacchi giornalieri entro l’autunno del 2025. L’intensificazione di tali bersagliamenti aerei si inserisce in una strategia volta a degradare ulteriormente le difese ucraine, disarticolarne le capacità militari e giungere all’innalzamento del tasso di logoramento, operativo e morale.

In questa fase, la postura russa appare prona a sostenere l’attuale ed elevato tasso di attrito, coerentemente con quanto già dimostrato, al fine di conseguire il massimo dalle avanzate territoriali sostenibili prima dell’inizio della stagione autunnale. Contestualmente, il rinvigorito tasso di reclutamento delle Forze Armate russe ha registrato una media compresa tra i 35.000 ed i 45.000 nuovi arruolati al mese, sintomo e sinonimo di un plausibile massiccio incremento delle truppe al fronte nel prossimo futuro. Sarà rilevante monitorare le future scelte russe, all’interno delle quali non si esclude un ritorno ad un sostanziale impiego di mezzi corazzati, accumulati nel corso degli ultimi mesi, per tentare sfondamenti tattici delle linee ucraine. Lo schieramento ucraino, d’altra parte, al momento sembra orientato verso un contenimento dell’offensiva russa, perseguendo il mantenimento delle principali porzioni di territorio esposte all’avanzata avversaria. Altro elemento dirimente, inoltre, sarà la capacità di sostegno militare ed economico proveniente dagli Stati Uniti e dall’Europa, imprescindibile per il proseguimento dell’impegno bellico su vasta scala da parte dell’Ucraina.