Disgelo tra Arabia Saudita e Libano dopo la visita di Macron
Middle East & North Africa

Disgelo tra Arabia Saudita e Libano dopo la visita di Macron

By Lavinia Pretto
12.09.2021

Lo scorso 4 dicembre, il Principe ereditario saudita Mohammed bin Salman bin Abdulaziz e il Presidente francese Emmanuel Macron hanno avuto una telefonata congiunta con il Primo Ministro libanese Najib Mikati. La chiamata è avvenuta durante il soggiorno di Macron a Riyadh, ultima tappa del suo viaggio nella Penisola Arabica iniziato negli Emirati Arabi Uniti (EAU) e nel Qatar. Francia e Arabia Saudita si sono dichiarate pronte nel sostenere il popolo libanese fornendo assistenza umanitaria e garantendo il libero commercio per migliorare le condizioni economiche del Paese. Il Regno saudita avrebbe inoltre accettato di rimandare il suo Ambasciatore a Beirut, anche se non sono ancora chiare le tempistiche e le modalità, così come non è stato chiarito se la svolta sia legata soprattutto alla possibile uscita di scena del Ministro dell’Informazione, George Kordhai.

Da parte sua, il governo libanese si è detto pronto ad attuare importanti riforme nei settori della finanza, dell’energia, della lotta alla corruzione e del controllo delle frontiere, oltre che limitare la diffusione degli armamenti alle sole istituzioni statali legittime. I tre Paesi hanno concordato nel lavorare congiuntamente al fine di sostenere le riforme necessarie. Mikati ha detto che la chiamata è stata un passo significativo verso il ripristino delle relazioni con i Paesi del Golfo, invitando successivamente tutte le parti in Libano a non intraprendere alcuna azione ostile o interferire in qualsiasi questione che offenda i fratelli arabi, volendo portare avanti una politica di dissociazione e non coinvolgimento. Il Presidente libanese Michel Aoun ha espresso grande soddisfazione per l’incontro telefonico, sottolineando anche l’impegno nel migliorare le relazioni con tutti gli Stati mediorientali, in particolare con quelli facenti parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC).

Negli ultimi anni i rapporti tra Libano e Arabia Saudita avevano subito una graduale erosione, culminata di recente con le critiche di George Kordahi sull’operato della coalizione araba a guida saudita nella guerra in Yemen. In risposta a ciò, Riyadh aveva espulso l’Ambasciatore libanese presso il Regno saudita e ritirato il suo rappresentante dal Paese dei Cedri, trovando piena solidarietà e unanimità di intenti anche negli altri membri del GCC. Anche se scatenata dai commenti del Ministro dell’Informazione, la radice delle tensioni trovava una sua spiegazione nell’influenza che il “Partito di Dio” detiene in Libano e dall’ampio sostegno che riceve dal principale rivale saudita, l’Iran. In seguito alla visita di Macron, i canali diplomatici tra Beirut e Riyadh sono stati riaperti, decretando l’inizio di una nuova fase nel rapporto tra i due Stati. Difatti, l’incontro sembra aver cambiato completamente la retorica e la strategia saudita. Se prima della telefonata il Principe ereditario aveva dichiarato che fosse inutile impegnarsi con un governo “controllato” da Hezbollah e sostenuto dalla Repubblica Islamica, ora Mohammed bin Salman si era mostrato aperto a diverse forme di collaborazione con il Libano, sottolineando l’importanza di ri-avvivare le relazioni fraterne tra i due Paesi arabi. Tuttavia, nonostante sia stato fatto un importante passo in avanti, gli Stati del Golfo rimangono diffidenti circa la presenza capillare di Hezbollah nelle istituzioni statali e dalla conseguente (e indiretta) influenza iraniana sul Paese attraverso l’organizzazione-partito sciita.

A garantire la recente de-escalation tra sauditi e libanesi è stato importante il ruolo giocato dal Presidente francese nella sua visita a Riyadh, la prima di un leader occidentale dall’omicidio di Jamal Khashoggi (ottobre 2018). Durante l’incontro bilaterale, Macron e bin Salman si sono mostrati favorevoli ad incrementare le relazioni commerciali, in modo particolare nel settore privato, oltre che scambiare competenze e cooperare in settori di comune interesse tra cui l’energia, l’acqua, la gestione dei rifiuti, le infrastrutture e l’economia digitale. Sempre nel corso del vertice, il CEO della Commissione spaziale saudita e il Responsabile del Centro nazionale francese di studi spaziali hanno firmato un accordo di cooperazione congiunta nel campo dell’uso pacifico dello spazio esterno, facilitando anche l’information-sharing e lo scambio di tecnologie high-tech. Sono stati poi ratificati accordi separati concernenti le relazioni culturali e la cooperazione turistica. Francia e Arabia Saudita hanno successivamente discusso del conflitto israelo-palestinese, ribadendo il sostengo alla soluzione a due Stati, e della crisi in Yemen, dove Macron ha supportato pienamente le iniziative saudite e condannato gli attacchi delle milizie Houthi. In relazione all’Iran, le parti hanno espresso preoccupazione per lo sviluppo del suo programma nucleare, concordando sul fatto che sia uno dei principali elementi di instabilità nell’intera regione MENA.

Il ravvivato interesse francese nei confronti dell’Arabia Saudita deriva dalla volontà di Macron di rafforzare la presenza di Parigi nel Golfo, intessendo relazioni di varia natura con gli Stati dell’area. Attraverso la sua visita, il Presiedente francese voleva dimostrare il ruolo positivo che la Francia può svolgere nel mondo arabo e l’esistenza di una serie di sfide condivise tra le due regioni. Se fino a questo momento l’Eliseo aveva guardato come principale interlocutore gli EAU, gli ultimi avvenimenti mostrano l’interesse francese nel porre al centro del discorso anche Riyadh, riconoscendo le innumerevoli opportunità che potrebbe offrire la potenza saudita. L’obiettivo di Macron sembra, quindi, essere indirizzato ad assumere un ruolo centrale nel Golfo, area nevralgica dal punto di vista economico, energetico e di sicurezza, andando ad estendere il soft power di Parigi oltre che tutelare gli interessi francesi nei settori sopracitati.

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