Crisi sui migranti tra Polonia e Bielorussia, l’UE osserva preoccupata
Russia & Caucasus

Crisi sui migranti tra Polonia e Bielorussia, l’UE osserva preoccupata

By Giada Venier
11.12.2021

Nell’ultima settimana, si è aggravata sensibilmente la situazione di tensione a Kuznica, al confine tra Bielorussia e Polonia, dove migliaia di migranti provenienti dal Medio Oriente e dall’Afghanistan sono rimasti bloccati nel tentativo di entrare nel territorio polacco e nell’Unione Europea. La polizia polacca ha eseguito oltre 50 arresti dopo che un gruppo di profughi ha sfondato la recinzione di confine. Varsavia ha accusato Minsk di favorire l’afflusso di migranti alla frontiera e di spingerli ad attraversare il confine. La prosecuzione della crisi rischia di aumentare le tensioni tra i due Paesi, ma anche di minare la stabilità politica dell’intera UE.

La Bielorussia è stata accusata duramente dall’Unione Europea di sfruttare l’emergenza migratoria a fini politici e per creare pressione su Bruxelles. Infatti, l’uso del cosiddetto “ricatto migratorio” avrebbe lo scopo di alleggerire o sospendere le sanzioni europee alla Bielorussia, spingere Bruxelles a negoziare un ipotetico accordo di gestione dei migranti nel territorio di Misk, evitando il loro ingresso in UE ed infine, in ultima istanza, restituire legittimità al Presidente Lukashenko

Particolarmente rilevante è la forte vicinanza del regime bielorusso a Mosca, accusata dalla Polonia di essere la vera responsabile della crisi. La Russia esercita un’influenza molto forte su Minsk, con cui intrattiene rapporti di autentico vassallaggio politico. Secondo Varsavia, il Cremlino potrebbe utilizzare la crisi dei migranti per minare la solidarietà europea e innescare tensioni tra i Paesi membri, tradizionalmente divisi sulle politiche di gestione del flusso migratorio.
Tale fragilità risiede in particolare in Polonia, il Paese di primo ingresso dei migranti e dunque responsabile delle procedure di asilo ed accoglienza secondo il Regolamento di Dublino. La Polonia oggi è guidata da un governo di ultradestra nazionalista e tradizionalmente ostile all’accoglienza dei migranti e allo schema europeo di ricollocazione dei rifugiati.

È probabile che lo scenario a breve termine sia destinato a peggiorare, specie a causa delle difficoltà dell’UE a interagire produttivamente con gli attori coinvolti. Il dialogo rimane quasi del tutto assente con la Russia, mentre non esistono margini affinché Bruxelles ceda al ricatto di Lukashenko.

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