Tensione tra Armenia ed Azerbaijan: si torna a combattere in Nagorno – Karabakh
Russia & Caucasus

Tensione tra Armenia ed Azerbaijan: si torna a combattere in Nagorno – Karabakh

By Sara Gianesello
09.28.2020

A partire dal 27 settembre, si è assistito ad una violenta escalation delle violenze tra Armenia, Azerbaijan e milizie dell’autoproclamata Repubblica di Artsakh, corrispondente al conteso territorio del Nagorno-Karabakh. Almeno 20 persone sarebbero state uccise negli scontri a fuoco iniziati lungo la cosiddetta linea di contatto. Entrambi i governi hanno annunciato la mobilitazione delle truppe e si scambiano accuse reciproche circa la responsabilità iniziale degli incidenti.

L’oggetto della contesa tra Baku e Yerevan è il territorio del Nagorno – Karabah, internazionalmente riconosciuto come parte dell’Azerbaijan ma popolato in larga maggioranza da armeni che vorrebbero ricongiungersi alla propria madrepatria in nome del diritto all’autodeterminazione. Scoppiato nel 1991, il conflitto è il più longevo all’interno dello spazio ex-sovietico e, nonostante i tentativi di mediazione del “gruppo di Minsk”, non ha ancora trovato una soluzione. Sebbene il confronto tra Armenia e Azerbaijan abbia assunto i tratti del classico conflitto congelato a bassa intensità, caratterizzato cioè da schermaglie e piccoli incidenti quotidiani lungo il confine, ciclicamente si assiste ad una intensificazione degli scontri. Ogniqualvolta questo accade, il timore è che si passi da un conflitto localizzato alla guerra aperta tra Baku e Yerevan.

La destabilizzazione del Nagorno – Karabakh e la crisi azero-armena  potrebbe avere importanti ripercussioni sul mercato energetico, visto che in prossimità dei territori contesi transitano le principali pipeline che trasportano il gas e il petrolio caspico verso i mercati europei. Nel tempo, l’importanza dei corridoi ha determinato l’ingresso di Russia e Turchia nella disputa, rispettivamente al fianco di Armenia e Azerbaijan. Mentre Mosca ha invitato ad un cessate-il-fuoco. Ankara ha assunto un atteggiamento più assertivo, dichiarando di essere pronta a prendere tutte le misure necessarie per tutelar i priori interessi nazionali e la difesa del suo alleato azero. Un eventuale degenerazione dei rapporti russo-turchi nel Caucaso non solo potrebbe incidere sulla sicurezza dei gasdotti e degli oleodotti, ma anche ripercuotersi su altri dossier, come la Siria e la Libia, dive il dialogo tra Mosca e Turchia appare centrale per gli sviluppi delle crisi.

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