Le criticità del rapporto tra NATO e India
Asia & Pacific

Le criticità del rapporto tra NATO e India

By Leonardo Pesci
04.24.2023

Il primo aprile, Julienne Smith, rappresentante permanente degli Stati Uniti presso la NATO, ha dichiarato che l’Alleanza Atlantica è pronta ad espandere la cooperazione con l’India. Tuttavia, ha aggiunto la Smith, tale impegno resta legato alla volontà delle autorità di Delhi di procedere in questa direzione. La mossa della diplomatica statunitense si inserisce in quadro di rinnovata attenzione del blocco euro-atlantico nei confronti del Paese guidato da Narendra Modi. In particolare, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina e a seguito dell’acuirsi delle tensioni nello stretto di Taiwan, l’India è divenuta centrale nella strategia di Washington mirata a isolare Mosca e rafforzare il fronte anticinese nell’Indo-Pacifico.

In questo quadro, la presa di posizione di Smith rappresenta solo l’ultimo di una serie di passi concreti fatti dalle diplomazie euro-atlantiche nell’ultimo anno e mezzo nel tentativo di avvicinare l’India al blocco. Esemplificative di questo clima nuovo creatosi attorno all’India sono, per esempio, le parole del sottosegretario al Dipartimento Affari Politici statunitense Victoria Nuland, la quale nel corso di una visita nel Paese lo scorso gennaio, ha affermato che gli Stati Uniti hanno il compito di aiutare Delhi nel processo di diversificazione delle forniture di sistemi d’arma. A tal proposito, gli Stati Uniti vogliono provare a inserirsi in questa fase sfruttando le criticità aperte proprio dalla guerra in Ucraina, che ha gettato ombre sulla reale efficacia degli armamenti russi e sulla capacità di Mosca di garantire alle Forze Armate indiane i ricambi necessari malgrado lo sforzo bellico e le sanzioni internazionali.

La posizione indiana nell’odierno contesto internazionale riflette il principio di autonomia strategica e si sostanzia nella neutralità rispetto al conflitto russo-ucraino. In particolare, coerentemente con quanto fatto nei decenni passati, Delhi mantiene un atteggiamento pragmatico che rifiuta l’idea della contrapposizione tra blocchi poiché deleteria per il perseguimento dell’interesse nazionale. In concreto, tale atteggiamento si traduce in una serie di iniziative, quali il framework “Make in India” avviato nel 2014, mirato a incentivare gli investimenti esteri nei settori critici e, soprattutto, a sviluppare capacità domestiche di produzione. In questo contesto, un rafforzamento delle relazioni India-NATO appare processo lento e ricco di ostacoli. Non a caso, Delhi non era presente al meeting tra Ministri degli Esteri tenutosi a inizio aprile al quale sono stati invitati diversi attori dell’Indo-Pacifico quali Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud. Con questi ultimi, infatti, la NATO ha formalmente stabilito partnership condividendo interessi e obiettivi strategici. Tale allineamento, tuttavia, appare a oggi improbabile e le cose non sembrano poter cambiare nemmeno nel breve-medio periodo. Un eventuale avvicinamento India-NATO intaccherebbe, infatti, in maniera profonda le relazioni di Delhi con Mosca, attore considerato strategico non solo per il settore della difesa ma anche per quello energetico. Inoltre, rapporti più stretti con la NATO potrebbero riaccendere le tensioni con la Cina, una prospettiva questa che l’India vuole evitare nella fase attuale.

Tuttavia, i segnali dei funzionari USA sono piuttosto chiari e puntano a rafforzare il fronte del blocco ostile a Pechino. Ciò lascia intendere che la pressione su Delhi potrebbe non arrestarsi e che la decisione in merito a un eventuale avvicinamento dipenda anche da quanto il blocco euro-atlantico sia disposto a offrire in termini di investimenti e di tecnologia.

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