La Russia riconosce il governo talebano dell’Afghanistan
Il 3 luglio, la Federazione Russa ha riconosciuto formalmente l’Emirato Islamico dell’Afghanistan (Islamic Emirate of Afghanistan-IEA), vale a dire il regime instaurato dai talebani nell’agosto del 2021, dopo la riconquista di Kabul e l’esautorazione del Presidente Ahraf Ghani. Sebbene diversi Paesi, tra cui la Repubblica Popolare Cinese e la Repubblica Islamica dell’Iran, abbiano sviluppato negli ultimi anni forme di cooperazione economica e interlocuzioni diplomatiche con le autorità di Kabul, la Russia è il primo e sinora unico attore statale a conferire ufficialmente legittimità al governo talebano.
Tale evento rappresenta il culmine di un lento processo di cooperazione, avviato nel 2022 attraverso una serie di accordi provvisori in ambito commerciale ed energetico e progressivamente intensificato nel triennio successivo. In particolare, nel corso di quest’ultimo anno si è registrata un’accelerazione significativa, a partire dalla rimozione dei Talebani dalla lista russa delle organizzazioni terroristiche internazionali, avvenuta ad aprile. Nel mese successivo, invece, sono stati firmati cinque memorandum d’intesa, riguardanti i settori dei trasporti, dell’energia e della logistica industriale, seguiti dall’invito ufficiale di una delegazione talebana al Forum economico internazionale di San Pietroburgo (18-25 giugno 2025).
L’interesse russo verso l’Afghanistan risiede soprattutto nel suo potenziale minerario largamente inesplorato e in ragioni di ordine securitario legate al contenimento dell’estremismo jihadista e al contrasto di ISIS Khorasan, molto attivo tra la popolazione russa di origine centrasiatica e già responsabile degli attacchi terroristici a Mosca nel marzo 2024. Il riconoscimento russo dell’Emirato dell’Afghanistan conferma la tendenza del Cremlino a creare relazioni forti con leadership politiche isolate e bisognose di rafforzare il proprio network internazionale. Inoltre, la Russia, con tale mossa, cerca di rafforzare la narrativa, già sperimentata durante gli anni sovietici, di Paese guida del fronte alternativo all’Occidente, oggi riassumibile nella formula “Sud Globale”.