Non si placa la tensione in Kosovo
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Non si placa la tensione in Kosovo

By Isabella Di Biagio
06.21.2023

Nonostante gli sforzi diplomatici di Unione Europea e Stati Uniti, le tensioni settarie tra comunità serba del nord e governo centrale kosovaro continuano a mantenersi oltre i livelli di guardia. Infatti, dopo gli scontri tra manifestanti serbi, Polizia kosovara e truppe NATO KFOR dello scorso 26 maggio, i livelli di violenza sono diminuiti, ma le prospettive di una soluzione politica appaiono ancora lontane.

A riguardo si è espresso l’Alto Commissario dell’Unione Europea Josep Borrell, che inizialmente ha lasciato intendere come Bruxelles possa intraprendere azioni dissuasive nei confronti di Pristina nel caso in cui il governo kosovaro non persegua una linea di de-escalation della crisi.
Infatti, il Premier kosovaro Kurti non ha ancora attuato le disposizioni suggeritegli dall’UE in tal senso, in primis indire nuove elezioni locali, garantire la partecipazione della comunità serba e in ultima istanza avviare l’istituzione della tanto contestata Associazione delle Municipalità Serbe (AMS).

Kurti non appare disposto ad agire in conformità con le richieste che arrivano da Bruxelles. Non è intenzionato né ad indire nuove elezioni né a ritirare le Forze di polizia dai comuni del nord del Kosovo, ragion per cui i rapporti tra Bruxelles e Pristina si sono raffreddati.

Inoltre, Il 14 giugno, Peter Stano, portavoce di Borrell, ha reso noto che il tentativo di raggiungere una soluzione diplomatica continua e che sono in via di preparazione proposte di misure con effetto immediato nei confronti di Pristina, pur precisando che non si tratta di sanzioni.
Nel frattempo, non cessano le provocazioni reciproche tra Pristina e Belgrado: il 14 giugno la polizia serba ha arrestato 3 poliziotti kosovari, accusandoli di sconfinamento. Tuttavia, secondo Kurti, i poliziotti kosovari sarebbero stati autenticamente sequestrati mentre pattugliavano il territorio kosovaro. Appare probabile che il governo serbo abbia voluto mandare un monito a Kurti.

Da par loro, le autorità kosovare, il 19 giugno, hanno arrestato un cittadino serbo accusato di aggressione a giornalisti kosovari di etnia albanese nel nord del Kosovo. I rispettivi arresti non fanno altro che alimentare la tensione e rendere il dialogo sempre più difficile.

In questo quadro, il monito di Borrell di intraprendere azioni distensive, appare un richiamo a entrambe le parti a mantenere la calma e specialmente a Kurti di non prendere posizioni che potrebbero portare a un’ulteriore escalation. Tuttavia, la situazione non accenna a migliorare, con Kurti che non ha ancora confermato la sua partecipazione ad un incontro trilaterale (Serbia, Kosovo, UE) a Bruxelles da tenersi entro questa settimana.

È verosimile che all’agire assertivo di Kurti nei confronti della mediazione dell’UE, possano seguire sanzioni dirette verso il Kosovo nel breve periodo.

In questo quadro l’impressione è che si rischi di compromettere gli Accordi di Ohrid che miravano a una distensione dei rapporti bilaterali e a facilitare il processo di adesione di Belgrado e Pristina all’UE.

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