NATO Summit 2021: il futuro dell’Alleanza tra cyber, innovazione e investimenti
Difesa e Sicurezza

NATO Summit 2021: il futuro dell’Alleanza tra cyber, innovazione e investimenti

Di Riccardo Leoni
16.06.2021

Gli obiettivi dichiarati durante il summit di Bruxelles rappresentano una sfida ambiziosa e di ampio respiro per la NATO, impegnata nel suo processo di riflessione strategica circa il futuro dell’Alleanza. Tali ambizioni si riflettono nella scelta dare impulso all’innovazione e alla ricerca, anche tramite la cooperazione tra i settori civile e militare. Il “technological edge” (la superiorità tecnologica) dell’Alleanza ha da sempre rappresentato, insieme con le capacità nucleari strategiche, l’asse portante della deterrenza euro-atlantica nei confronti delle minacce esterne.

Data la crescente militarizzazione del dominio cibernetico, la NATO registra la necessità di sviluppare degli strumenti di difesa all’altezza delle nuove sfide dell’era digitale. Tali strumenti saranno fondamentali per la protezione delle infrastrutture critiche, siano esse digitali o materiali, e per la tutela delle istituzioni e dei processi democratici degli Stati alleati. Gli ultimi anni hanno evidenziato come la vulnerabilità delle società democratiche dinanzi a fake news, attacchi informatici, azioni di disturbo e disinformazione su vasta scala perpetrate attraverso il dominio cibernetico sia intrinsecamente legata al concetto di difesa nazionale. Ed è così che la cybersecurity si lega alla cyberdefense a tal punto che, al termine del vertice, gli alleati hanno concordato di considerare ogni azione ostile condotta nel dominio cyber come un atto di aggressione rientrante a pieno titolo tra i motivi validi per invocare l’articolo 5 del Patto Atlantico, cioè la clausola di difesa collettiva. Lo sviluppo di capacità cyber, inoltre, risulta sempre più importante alla luce dello sviluppo di nuove dottrine da parte dei Paesi membri della NATO, come ad esempio la condotta di operazioni in ambienti multi-dominio (multi-domain operations, MDO), in cui la superiorità informativa e lo sviluppo di nuovi sistemi di comando e controllo (C2) completamente digitalizzati saranno alcuni degli aspetti cruciali.

Lo sviluppo di simili capacità avverrà in stretta collaborazione con la società civile e a tal fine si è previsto di includere nei futuri progetti anche le realtà della ricerca e dell’industria, come università, startup e aziende del settore. Tali collaborazioni rappresenteranno la colonna portante del nuovo “Defence innovation accelerator for North Atlantic”, un hub centrale per la ricerca sulle nuove tecnologie, mirato proprio a rafforzare la cooperazione civile-militare. Accanto a questo progetto verranno anche profusi gli sforzi per le ricerche sulle tecnologie cosiddette disruptive tramite l’istituzione del “NATO Innovation Fund”, che avrà il compito di finanziare lo sviluppo di tecnologie le cui applicazioni saranno utili anche in campo militare.

In tale ottica, anche la questione del budget destinato alla difesa è tornata alla ribalta durante il summit. Lo stesso tema aveva provocato non poche frizioni tra i membri dell’Alleanza durante l’era Trump. I leader riuniti a Bruxelles hanno dunque deciso di impegnarsi per incrementare i fondi destinati alla difesa, sia in ottica di budget NATO che di singole capacità, al fine di raggiungere entro breve termine l’obiettivo del 2% del PIL nazionale investito sulla difesa. Tramite questi incrementi, l’Alleanza punta ad ottenere gli strumenti per realizzare la sua ambiziosa agenda tecnologica e digitale.

La sfida della ricerca tecnologica e scientifica si inserisce dunque a pieno titolo all’interno del processo di riflessione in corso in seno all’Alleanza Atlantica. D’altronde non potrebbe essere diversamente, dati gli enormi investimenti in nuove tecnologie da parte dei competitor diretti della NATO, Mosca e Pechino. La variabile tecnologica sta assumendo, infatti, un’enorme importanza nel contesto della competizione globale tra potenze, e sarà uno degli elementi chiave che plasmerà e determinerà i nuovi equilibri geopolitici e militari globali. Non a caso, infatti, nella recente proposta di budget per la difesa relativo all’anno 2022, da pochi giorni presentata al Congresso americano, il Presidente Biden ha deciso di focalizzare le risorse proprio sulla ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica, con la più ampia richiesta di fondi per ricerca e sviluppo (R&S) della storia americana, secondo il Segretario alla Difesa USA Lloyd Austin. Anche la NATO sembra muoversi nella medesima direzione, guardando così ad una prospettiva di lungo periodo.

(Questa è la terza di una serie di analisi dedicate al Summit 2021 della NATO)

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