Il combat power della NATO alla prova della Steadfast Defender 2024
Difesa e Sicurezza

Il combat power della NATO alla prova della Steadfast Defender 2024

Di Emmanuele Panero
06.03.2024

L’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, avvenuta il 24 Febbraio 2022, ed il protrarsi di un conflitto convenzionale ad alta intensità appena oltre i confini dell’Alleanza Atlantica ha sensibilmente promosso un consolidamento e rinvigorimento della NATO sotto numerosi profili. Se l’adesione di Finlandia e, prossimamente, Svezia, insieme al ruolo della stessa nel sostegno a Kiev, sia mediante il Consiglio NATO-Ucraina, sia attraverso il supporto al Gruppo di Contatto per l’Ucraina, rappresentano il segnale più evidente del rafforzamento politico-strategico dell’Organizzazione, dall’altro, anche la componente operativo-militare ha profondamente revisionato postura, piani e potenziali prospettive d’impiego. In linea con il dettato del NATO Strategic Concept 2022, infatti, la rinnovata centralità del compito di deterrenza e difesa ha implicato un rilevante aggiornamento delle capacità di dissuadere ed eventualmente contrastare l’azione cinetica di potenziali avversari intenzionati a minacciare l’integrità e sicurezza dell’Alleanza. L’esercizio della pianificazione e condotta di manovre multi-dominio a livello grandi unità lungo l’intera profondità del territorio dei Paesi NATO rappresenta dunque un presupposto fondamentale per approntare le forze dell’Alleanza ad un’eventuale attivazione dell’Art. 5 del Trattato dell’Atlantico del Nord.

L’avvio della prima fase della Steadfast Defender 2024 (STDE24), il 24 Gennaio scorso, mira proprio a questo obiettivo, delineando un articolato scenario operativo in cui nell’arco di quasi cinque mesi, il dispositivo militare alleato ha effettuato ed effettuerà una sequenza di complessi atti tattici, finalizzati a proiettare, dispiegare, supportare e sostenere un grande contingente multinazionale in un contesto di warfighting ad alta intensità. L’attività è intesa non solo ad addestrare, esercitare ed approntare le unità coinvolte, approfondendone l’interoperabilità ed il coordinamento, in un contesto di crescente insicurezza ed instabilità internazionale, ma anche a dimostrare ad eventuali attori malevoli, nel quadro dell’incrementale competizione strategica globale, il potenziale militare della NATO. Nel dettaglio, la cornice dell’esercitazione prefigura il rapido concretarsi di una minaccia significativa sul fianco orientale dell’Alleanza Atlantica, lungo un ipotetico fronte esteso dalle regioni artiche del Vecchio Continente fino al Mar Nero, imponendo alla NATO di reagire tempestivamente all’aggressione, disarticolando ed arrestando la penetrazione avversaria, infliggendo al dispositivo militare nemico un attrito, in termini umani e materiali, insopportabile ed imponendo infine l’iniziativa alleata sul campo di battaglia. La proiezione speditiva delle forze, il sostegno prolungato a queste, l’esecuzione fluida di una manovra multi-dominio nella profondità del nemico, nonché il costante controllo del livello di escalation delle ostilità sono tutte componenti essenziali dell’attività riprodotta realisticamente dall’esercitazione.

La STDE24 registra inoltre due primati rilevanti, rappresentando sia il principale evento addestrativo reale (LIVEX – Live Exercise) previsto per l’anno in corso all’interno dell’area di responsabilità (AoR – Area of Responsibility) del Comando Supremo delle Potenze Alleate in Europa (SACEUR - Supreme Allied Commander Europe), sia la maggiore attività di questo tipo per la NATO negli ultimi 36 anni. La prima esercitazione comparabile per massa di assetti e personale coinvolto nella storia dell’Alleanza Atlantica è infatti la Return of Forces to Germany 1988 (REFORGER 88), la quale, svolta all’epoca della Guerra Fredda, contava 125.000 militari. La STDE24 prevede invece il dispiegamento complessivo di oltre 90.000 membri delle Forze Armate, provenienti dai 31 Alleati e dalla Svezia, nonché oltre 50 assetti navali, di superficie e sottomarini, quasi 100 velivoli ad ala fissa e rotante, con e senza equipaggio, dispiegati da Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti, Finlandia, Spagna, Polonia ed Ungheria, e più di 1.100 mezzi, inclusi 166 carri armati (MBT – Main Battle Tank), 533 veicoli da combattimento per la fanteria (IFV - Infantry Fighting Vehicle) e 417 trasporti truppe corazzati (APC - Armoured Personnel Carrier). L’ampia esercitazione, che coinvolge i territori di quasi tutti gli Alleati, ed in particolare di Finlandia, Estonia, Germania, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Svezia e Regno Unito, è inoltre integrata e coordinata con 13 ulteriori eventi addestrativi locali per l’intera durata delle attività, aumentando significativamente numero e spettro degli atti tattici svolti, nonché il conseguente ritorno formativo ed esperienziale per tutte le Forze Armate coinvolte.

La prima parte della STDE24, prevista fino al 15 Marzo, è primariamente incentrata sul dominio marittimo, sotto il coordinamento del Joint Force Command (JFC) di Norfolk, negli Stati Uniti, con l’intento di effettuare il dispiegamento strategico di assetti e capacità dalla costa orientale del Nord America fino all’Europea continentale, compreso mediante la condotta di operazioni anfibie in contesti sia permissivi, sia non permissivi contro un peer competitor. Fondata prevalentemente su un Naval Task Group statunitense e canadese dispiegato attraverso l’Atlantico, questa parte comprende le esercitazioni Joint Warrior e Nordic Response. Quest’ultima, condotta dal 5 al 14 Marzo nell’estremo nord dei Paesi Scandinavi, coinvolge da sola 14 Alleati con 20.000 militari, di cui circa la metà a terra e gli altri imbarcati a bordo di una flotta di oltre 50, tra fregate, sottomarini ed altre navi, impiegate insieme a più di 110 velivoli nelle attività, in un ambiente altamente strategico per la sicurezza della NATO, segnato dalla crescente assertività dei competitors e contraddistinto da rilevanti sfide climatico-ambientali per la condotta di operazioni militari.

La seconda parte della STDE24, calendarizzata dal 12 Febbraio al 31 Maggio, è invece focalizzata sull’effettuazione di manovre multi-dominio attraverso l’intera Europa, sotto la direzione del JFC di Brunssum, nei Paesi Bassi, incluso attraverso il dispiegamento in Polonia della Very High Readiness Joint Task Force (VJTF). Il framework esercitativo è in aggiunta funzionale e collegato con una serie di rilevanti eventi addestrativi organizzati e diretti da diversi Paesi, tra cui le attività Dragon 24, Trojan Footprint 24 e Grand Quadriga 24. La prima sarà effettuata prevalentemente in Polonia, combinando uno scenario di risposta ad una crisi interna, con il significativo coinvolgimento di diverse amministrazioni pubbliche civili, ed un’operazione di difesa del territorio nazionale, dispiegando quasi 20.000 militari di cui 15.000 operatori di Varsavia e 3.500 mezzi, in manovre implicanti anche lo sfruttamento delle infrastrutture viarie polacche per assicurare la mobilità delle unità. La seconda coinvolgerà invece i territori di Grecia, Romania ed anche della Georgia, attualmente un partner dell’Alleanza Atlantica, riguardando essenzialmente la pianificazione e condotta di operazioni speciali, con la partecipazione dello US Special Operations Command Europe (SOCEUR). La terza infine avrà l’apice nella proiezione dalla Germania alla Lituania della 10a Divisione Corazzata della Bundeswehr, con l’esecuzione di manovre meccanizzate a livello maggiori unità, sostenute da un’adeguata logistica di aderenza, sul fianco orientale della NATO, impegnando complessivamente 12.000 militari, 3.000 veicoli ed oltre 30 assetti aerei.

La dimensione aggregata delle attività esercitative, l’elevato numero di personale, mezzi, materiali e sistemi d’arma coinvolti, le ampie distanze coperte, nonché la rilevante durata totale dell’esercitazione impongono in aggiunta uno sforzo logistico estremamente elevato per proiettare, manutenere e sostentare reparti di origine e provenienza diversa, incrementando sensibilmente il realismo dell’evento addestrativo. Assetti aeronavali abilitanti, soprattutto statunitensi, saranno infatti centrali nel garantire un persistente collegamento tra la profondità strategica dell’Atlantico orientale ed il teatro delle operazioni in Europa. Parallelamente, le reti infrastrutturali degli Alleati europei della NATO, con l’importante contributo tecnico e gestionale di molteplici capacità civili, assicurate dai diversi Sistemi Paese, sono e saranno ampiamente coinvolte nel supportare la mobilità dei reparti e dei relativi train d’armée, riproducendo fedelmente le difficolta intrinseche nel sostenere la manovra di un grande dispositivo militare impegnato in un conflitto convenzionale ad alta intensità.

Le profonde trasformazioni dello scenario strategico e dei contesti operativi appaiono dunque informare appieno la STDE24, dimostrando la concretezza e rapidità degli adeguamenti capacitivi implementati dalla NATO. L’impegno imposto alle Forze Armate dei Paesi Membri dalle numerose e diversificate attività esercitative previste rappresenta dunque uno stress test essenziale per il combat power dell’Alleanza Atlantica, funzionale ad un processo di lessons identified e lessons learned abilitante ad un affinamento dell’architettura di difesa euroatlantica.

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