Il governo del Mali negozia con i jihadisti del JNIM
Africa

Il governo del Mali negozia con i jihadisti del JNIM

Di Martina Battaiotto e Lavinia Sabelli
21.10.2025

Da inizio ottobre, la giunta militare che governa il Mali ha avviato dei negoziati con il gruppo terroristico Jama’a Nusrat ul-Islam wa al-Muslimin (JNIM), coalizione di milizie affiliate ad Al-Qaeda, al fine di interrompere il blocco sulle importazioni di carburante imposto dal movimento jihadista a partire dal 3 settembre scorso. Il blocco ha colpito principalmente le autocisterne provenienti dal Senegal e dalla Costa d’Avorio, paralizzando di fatto il flusso di carburante verso il Paese. In assenza di sbocchi marittimi, infatti, il Mali dipende in larga misura dalle importazioni terrestri, rendendo l’approvvigionamento e la distribuzione di prodotti petroliferi particolarmente vulnerabili a questo tipo di criticità. In nemmeno due mesi, il prezzo del carburante è raddoppiato e le difficoltà di approvvigionamento hanno pesantemente colpito il governo e la popolazione civile. Nel tentativo di porre fine a quello che, nei fatti, si configura come un autentico tentativo di embargo, la giunta maliana ha organizzato diverse operazioni di scorta alle autocisterne. Tali interventi hanno consentito il passaggio soltanto di pochi convogli senza condizionare profondamente l’azione di JNIM. Ciò evidenzia il fallimento della risposta militare del governo, nonché l’inefficacia della presenza dei mercenari russi dell’Africa Corps (ex Gruppo Wagner), sostanzialmente incapaci di riportare la stabilità nel Paese. Di fronte alla propria incapacità di rivitalizzare i traffici di carburante, il governo maliano ha dovuto cedere alle pressioni di JNIM, decidendo di inviare alcuni suoi funzionari a negoziare con i rappresentanti del gruppo jihadista.
La scelta di Bamako, nonostante risponda ad una necessità concreta, rischia di rafforzare la posizione degli affiliati di Al-Qaeda nel lungo periodo. Avviando dei negoziati con il JNIM, la giunta esplicita il proprio fallimento militare e politico e conduce inevitabilmente al riconoscimento implicito del gruppo quale interlocutore legittimo.

Il blocco, che ha consentito al gruppo jihadista di trarre profitto dalla vendita del carburante sequestrato, ha messo in evidenza l**’efficacia dell’azione militare di JNIM e i risultati della sua progressiva espansione territoriale oltre le tradizionali aree a nord del Mali, come le regioni di Gao, Mopti, Timbuctu e Kidal**, nella fattispecie ad ovest e a sud, lungo il confine con il Senegal e la Costa d’Avorio. Infatti, il successo dell’operazione è riconducibile al radicato controllo che il gruppo esercita nelle porzioni di territorio sotto la propria influenza, sostenuto dal consenso di parte della popolazione civile, derivato dall’offerta di beni e servizi che JNIM fornisce sostituendo di fatto l’autorità statale.

Questi elementi, uniti al riconoscimento del gruppo al tavolo dei negoziati, avvicinano JNIM al suo obiettivo principale: istituire un emirato islamico come già fatto da al-Qaeda e dallo Stato Islamico in Medio Oriente.