Una parata di deterrenza: la marcia d’avanguardia del complesso militare-industriale cinese
Difesa e Sicurezza

Una parata di deterrenza: la marcia d’avanguardia del complesso militare-industriale cinese

Di Emmanuele Panero
03.09.2025

Il 3 Settembre, la Repubblica Popolare Cinese ha celebrato l’80° Anniversario dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, denominato localmente come Giorno della Vittoria nella Guerra Popolare Cinese di Resistenza contro l’Aggressione Giapponese e nel Conflitto Globale contro il Fascismo, con una poderosa parata militare attraverso Piazza Tiananmen, a Pechino. Preceduta da una rassegna delle forze da parte del Presidente Xi Jinping, la stessa è durata complessivamente 70 minuti, durante i quali 45 formazioni hanno defilato innanzi ad una tribuna d’onore che ospitava oltre all’establishment cinese 26 Capi di Stato e di Governo, incluso il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, il Leader Supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea, Kim Jong-un, ed il Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Masoud Pezeshkian.

Diffusamente anticipato ed enfatizzato nell’ambiente informativo cinese, e non solo, l’evento ha rappresentato la prima maggiore manifestazione pubblica per l’Esercito Popolare di Liberazione (PLA – People’s Liberation Army) dalla parata per il 70° Anniversario della Fondazione della Repubblica Popolare nel 2019, mirando a dimostrare i significativi progressi del lungo processo di modernizzazione dello stesso. Sensibilmente acceleratosi a partire dal 2015 con la Deepening National Defense and Military Reform e con una serie di successivi interventi riformatori a tutto spettro, in ultimo nell’Aprile 2024, questo mira infatti a dotare Pechino di uno strumento militare altamente competitivo, tecnologicamente avanzato ed approntato al combattimento in orizzonte 2049, con obiettivi intermedi posti per il 2027 ed il 2035, perseguendo le tre ufficiali linee d’azione di meccanizzazione, informatizzazione ed intelligentizzazione (mechanization, informationization and intelligentization) delle forze. Tutti elementi intenzionalmente rimarcati nel corso della parata, dalla trasformazione organizzativa secondo il modello Four Services and Four Arms, ossia rispettivamente PLA Army (PLAA), PLA Navy (PLAN), PLA Air Force (PLAAF) e PLA Rocket Force (PLARF) da un lato ed Aerospace Force, Cyberspace Force, Information Support Force e Joint Logistic Support Force dall’altro, al defilamento per formazioni organizzate secondo gruppi operativi di combattimento interforze, con sezioni specificatamente dedicate alle information operations, alla manovra con sistemi senza equipaggio (unmanned) ed al supporto logistico.

Un’evoluzione, quella del PLA, abilitata dal parallelo sviluppo di un apparato industriale della difesa, a prevalente controllo statale, ormai non solo in grado di offrire soluzioni in tutti i domini ed ambienti operativi, tanto per il mercato interno quanto per l’export, ma anche di rappresentare l’avanguardia in segmenti come quelli dell’avionica avanzata, delle tecnologie ipersoniche e dei sistemi autonomi. Un progresso fondato in primis su massivi investimenti trasversali in ricerca, sviluppo e sperimentazione, condotti in serie e senza soluzione di continuità, benché con la plausibile assistenza in almeno alcuni casi di un’emulazione informata, sul controllo delle catene estrattive e di raffinazione di materie prime critiche, nonché sulla capacità di transire rapidamente ad una produzione in scala. Elementi spesso facilitati dal carattere dual-use delle architetture industriali e delle relative linee di produzione, dal settore dei veicoli pesanti, alla cantieristica navale, fino a quello dell’aerospazio, come sottolineato dal fatto che i principali conglomerati cinesi attivi nel settore difesa generano in questo ricavi medi compresi tra il 20% ed il 30% del bilancio complessivo. Raggruppamenti quali la China Aerospace Science and Industry Corporation (CASIC), la China State Shipbuilding Corporation (CSSC), la China North Industries Corporation (NORINCO), o ancora la China South Industries Group Corporation (CSGC), solidamente posizionate tra le prime 15 industrie della difesa a livello internazionale per fatturato nel 2025, costituiscono dunque centrali vettori dell’ammodernamento a tappe forzate del PLA andato in scena su Piazza Tiananmen. La composizione delle formazioni tra una maggioranza di assetti di terza e quarta generazione nei diversi domini operativi ed una minoranza di apparati di quinta generazione mira, infatti, a riflettere un bilanciamento tra massa ed innovazione resi possibili dal dinamismo del comparto militare-industriale.

La parata ha di per sé disvelato per la prima volta sistemi d’arma e vettori d’attacco sinora ignoti e per quanto taluni fossero probabilmente presentati sotto forma di mere riproduzioni (mock-up), lo storico delle manifestazioni militari cinesi evidenzia non solo come Pechino non presenti una tendenza a mostrare capacità ed assetti fittizi, ma che la loro rivelazione anticipata è in passato spesso stata collegata ad una rapida finalizzazione dei rispettivi programmi di acquisizione e ad un rapido dispiegamento operativo. Nel dettaglio, il massivo e variegato defilamento di assetti terrestri, navali ed aerei, aggiornati ovvero inediti, è apparso concentrarsi su cinque principali settori funzionali, ossia deterrenza strategica, bersagliamento aeromarittimo, superiorità aerea, manovra meccanizzata e difesa integrata aerea ed antimissile. La parata ha infatti esibito per la prima volta contestualmente la triade nucleare di Pechino, comprensiva del missile aviolanciato a lungo raggio JingLei-1 (JL-1), del missile balistico intercontinentale lanciato da sottomarino JuLang-3(JL-3) e del nuovo missile balistico intercontinentale DongFeng-61 (DF-61), nonché delle varianti aggiornate del DongFeng-31BJ (DF-31BJ) e del DongFeng-5C (DF-5C). Numerosi i vettori antinave con capacità di dispiegamento multipiattaforma presentati, come il missile supersonico Ying Ji-15 (YJ-15) e gli ipersonici Ying Ji-17 (YJ-17), Ying Ji-19 (YJ-19) e Ying Ji-20 (YJ-20). Questi ultimi presentano tre approcci diversi alla relativa tecnologia, rimarcando la pluralità di linee di sviluppo perseguite dal complesso militare-industriale cinese, configurandosi rispettivamente come un veicolo planante ipersonico (HGV – Hypersonic Glide Vehicle), un’arma ipersonica a propulsione atmosferica (air-breathing hypersonic weapon) ed un vettore balistico ottimizzato e manovrante. Testimoniando l’attenzione posta dal PLA al rafforzamento ed all’espansione del potenziale di interdizione d’area (A2/AD – Anti-Access/Area-Denial) nei quadranti del Mar Cinese Meridionale ed Orientale, questi si combinano con una flotta di droni navali di superficie (USV – Unmanned Surface Vessel) e sottomarini (UUV – Unmanned Underwater Vehicle), diffusamente esposti durante il defilamento, compresi due UUVs di grandi dimensioni (XLUUV – Extra-Large UUV), denominati AJX002 ed HSU100, di cui il primo plausibilmente progettato per il dispiegamento di mine in acque profonde. Ampio e diversificato inoltre il dispositivo aereo schierato nei cieli ed in parata, volto a sottolineare il perseguimento da parte dell’industria aerospaziale cinese di una totale autonomia tecnica ed industriale in tutte le categorie dei velivoli ed in ciascun sistema di bordo, dai trasportatori strategici come lo Xian Y-20A/B, ai velivoli per il controllo dello spazio aereo come lo Shaanxi KJ-500, passando per i jet multiruolo di quarta e quinta generazione come lo Shenyang J-16 e lo Shenyang J-35. In particolare, le formazioni hanno teso a sottolineare da un lato i progressi nel settore dell’aviazione navale, con assetti quali il Shenyang J-15T e lo Xian KJ-600, e dall’altro gli sviluppi nel segmento del combattimento aereo cooperativo (MUM-T – Manned-Unmanned Teaming), tanto sotto il profilo dei droni gregari (loyal wingman), quanto in quello di velivoli dedicati per il loro coordinamento, come il Chengdu J-20S, unico caccia biposto di quinta generazione attualmente esistente. Significativa anche nelle piattaforme per il dominio terrestre la dronizzazione, con veicoli senza equipaggio (UGV – Unmanned Ground Vehicle) di ogni dimensione e potenziale impiego in defilamento per le strade di Pechino, al fianco di assetti inediti altamente digitalizzati, come il carro armato medio Type 100. Quest’ultimo riflette una generale tendenza nelle forze meccanizzate presenti alla parata ad una riduzione di peso e corazzatura in favore di sistemi di difesa attiva, maggiore mobilità ed una particolare attenzione alla consapevolezza situazionale, incluso nello specifico con sistemi di realtà aumentata per consentire al personale di vedere attraverso le pareti del mezzo e con la dotazione di un drone aereo ad ala rotante (R-UAV – Rotorcraft Unmanned Aerial Vehicle). In ultimo, rilevante il dispiegamento di sistemi di difesa aerea ed antimissile idonei a comporre un’architettura di protezione stratificata e multi-dominio pressoché completa, a partire dal nuovo Hong Qi-29 (HQ-29), probabilmente concepito per intercetto extraatmosferico di vettori balistici, passando per apparati a lungo, medio e corto raggio con capacità di neutralizzazione di minacce alle diverse quote, fino al laser LY-1.

Al netto dei singoli sistemi d’arma presentati, espressione di uno spedito progresso tecnologico del PLA, e dell’intento di sottolineare la metamorfosi dottrinale, organizzativa e capacitiva dello strumento militare cinese, la parata ha costituito un manifesto esercizio di deterrenza. Se infatti le forze in defilamento hanno rimarcato la crescente prontezza trasversale della Repubblica Popolare a sostenere all’esigenza uno scontro a qualsiasi livello e con qualsivoglia peer o near-peer competitor, lo schieramento di leader in tribuna ha implicitamente raffigurato il potenziale militare, e non solo, di allineamenti strategici alternativi. Per quanto la limitata e datata esperienza operativa del PLA, combinata con persistenti rigidità gerarchiche, attriti burocratici e tensioni interistituzionali, continuino ad incidere negativamente sullo sviluppo del potenziale di combattimento multi-dominio esprimibile dal PLA, le lessons identified e learned condivise dai partner, insieme alla pervasiva azione riformatrice nel tempo implementata dalla Commissione Militare Centrale (CMC – Central Military Commission) presentano tutti i presupposti per ulteriori affinamenti dello strumento militare cinese. Se la parata dal 3 Settembre rappresenta uno show-of-force multifunzione verso sodali, strategici e commerciali, ed avversari, prossimi e lontani, lo stesso non costituisce plausibilmente il punto d’arrivo della modernizzazione bellica cinese, ma uno scorcio di un sempre più forte complesso militare-industriale proiettato verso lo spazio di battaglia dell’avvenire ed il futuro della competizione strategica.