Nuovi accordi per l’Arabia Saudita nel settore della Difesa
Difesa e Sicurezza

Nuovi accordi per l’Arabia Saudita nel settore della Difesa

Di Aurora Cuzzolini e Giuseppe Dentice
16.03.2022

Durante il World Defense Show 2022, un importante evento del settore della Difesa tenutosi a Riyadh (dal 6 al 9 marzo), è stata firmata una collaborazione tra l’azienda saudita Advanced Communications and Electronics Systems (ACES) e l’azienda di difesa cinese China Electronics Technology Group Corporation per la progettazione e produzione di droni militari in Arabia Saudita. L’accordo permetterà alla società cinese di creare un centro di ricerca e sviluppo e un team di produzione per vari tipi di sistemi per velivoli senza pilota (UAV), comprese unità di comunicazione, unità di controllo di volo, sistemi di telecamere, sistemi radar e sistemi di rilevamento wireless. Da notare che già nel 2017 l’Arabia Saudita siglò un accordo per l’acquisto di droni Wing Loong II di produzione cinese. Inoltre, il Ministero della Difesa saudita ha annunciato la conclusione di 23 accordi commerciali nel settore della Difesa con società locali e internazionali per un valore di oltre 3,46 miliardi di dollari. Tra questi, vi è un accordo di 1 miliardo di dollari con l’impresa statunitense Lockheed Martin.

Nel febbraio 2022, l’Arabia Saudita ha annunciato il lancio di un piano di investimenti del valore di 6,4 miliardi di dollari in future tecnologie, all’interno del programma di trasformazione economica noto come Vision 2030, di cui il Principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, si è fatto promotore. Sembra infatti che l’Arabia Saudita si stia muovendo per acquisire le strutture e i mezzi necessari per procedere, nel lungo periodo, verso lo sviluppo di un’industria militare nazionale quanto più autonoma possibile, facendo leva sul know-how che deriva dalla collaborazione con aziende estere aventi esperienza decennale nel settore. Inoltre, per l’Arabia Saudita è diventato centrale l’obiettivo di diversificare la propria economia rispetto al settore della produzione di petrolio, puntando, tra le altre iniziative, proprio allo sviluppo di un’industria della Difesa locale e dell’alta tecnologia.

L’accordo in questione è solo l’ultimo di una lunga serie di situazioni e iniziative bilaterali – si veda a tal proposito il tentativo di Arabia Saudita e Cina di studiare una formula ad hoc per l’uso dello yuan nella vendita del petrolio, nonché come valuta di riferimento negli scambi internazionali al posto del dollaro. Da un punto di vista politico, queste mosse mostrano un crescente ascendente di Pechino sia all’interno delle dinamiche saudite sia dell’intera area Golfo. Un notevole sviluppo relazionale che ha portato la Cina ad essere percepita come un partner non solo commerciale, con il quale intraprendere strategie congiunte di lungo periodo e in parallelo ai rapporti di Riyadh con Washington. Una tendenza che, se messa a sistema anche con l’altro deciso avvicinamento saudita (e mediorientale toutcourt) alla Russia, testimonia un cambio di retoriche, narrazioni e strategie assolutamente in grado di trasformare ulteriormente le dinamiche intra-regionali e i rapporti di forza tra attori locali e grandi potenze esterne. Una situazione che potrebbe vedere già alcuni sviluppi significativi già nell’immediato, come ad esempio nel processo su nucleare iraniano in corso a Vienna.

In altre parole, l’intesa saudita con la Cina potrebbe affrancare ulteriormente Riyadh dagli equilibrismi statunitensi, prospettando di converso nuove opportunità e sviluppi nelle dinamiche intra- ed extra-regionali.

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