Kosovo, prosegue il negoziato per gli accordi di Ohrid
Europa

Kosovo, prosegue il negoziato per gli accordi di Ohrid

Di Isabella Di Biagio
18.05.2023

Il 15 maggio scorso, a Bruxelles, l’'inviato speciale dell’UE per i Balcani occidentali, Miroslav Lajcak, ha incontrato i capi negoziatori della Serbia, Peter Petkovic, e del Kosovo, Besnik Bislimi nel contesto del tentativo di normalizzazione dei rapporti tra Pristina e Belgrado. La riunione rappresenta il proseguimento della politica europea di mediazione e di risoluzione delle controversie serbo-kosovare, recentemente incarnato degli accordi di Ohrid (febbraio 2023).

Nonostante i progressi, gli accordi non sono stati ancora sottoscritti ufficialmente, poiché restano da sciogliere i nodi relativi alla creazione dell’Associazione delle Municipalità Serbe in Kosovo (AMS) e la verifica sulle responsabilità inerenti a 1600 delle oltre 13000 vittime della guerra serbo-kosovara.

L’ASM sarebbe un’istituzione che riunisce e rappresenta gli enti territoriali a maggioranza serba del nord del Kosovo. Si tratterebbe di una organizzazione speciale, con sede a Mitrovica, atta a favorire il rispetto dei diritti umani, con attribuzioni dirette in materia di istruzione, gestione del territorio, sanità e cultura. La struttura della ASM prevederebbe la presenza di una “assemblea della comunità”, e di un “consiglio di amministrazione” con funzioni esecutive. In sintesi, una sorta di parlamento e governo locali. Inoltre, la Serbia contribuirebbe direttamente al suo budget.

Da parte sua, il governo kosovaro respinge la proposta di tali forme di autonomia, poiché sarebbero contrarie alla Costituzione, aumenterebbero gli strumenti di influenza di Belgrado sulla comunità serba del Kosovo ed infine potrebbero condurre a ulteriori future rivendicazioni da parte serba. In sintesi, Pristina teme che la formazione della ASM possa incentivare il separatismo serbo.
Per quanto l’accordo sia elemento fondamentale per il processo di adesione serbo e kosovaro all’ interno dell’Unione Europea, entrambe le parti cercano di porre i propri veti e di far valere le proprie posizioni, rendendo la firma di questo accordo tutt’altro che scontato. Per le rispettive leadership politiche, rappresentante dal Presidente serbo Vucic e dal Primo ministro kosovaro Kurti, l’evoluzione dell’accordo è un elemento di credibilità politica sul fronte interno. Per Vucic, attualmente in crisi di consensi, il dossier kosovaro è fondamentale per fermare l’emorragia di voti, soprattutto dei nazionalisti. Una situazione speculare a quella del Premier kosovaro Kurti.

Tuttavia, la firma degli accordi di Ohrid è necessaria per proseguire il processo di integrazione europeo, indispensabile allo sviluppo economico e sociale tanto di Belgrado quanto di Pristina. Dunque, il negoziato serbo-kosovaro dovrà continuare però le tempistiche e le formule finali restano avvolte da una profonda incertezza.

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