Il Parlamento Europeo non riconosce la validità delle elezioni in Bielorussia
Russia e Caucaso

Il Parlamento Europeo non riconosce la validità delle elezioni in Bielorussia

Di Stefano Grandi
17.09.2020

Lo scorso 17 settembre il Parlamento Europeo, tramite una risoluzione non vincolante approvata con 574 sì, 37 no e 82 astensioni ha dichiarato di non riconoscere i risultati delle elezioni presidenziali bielorusse del 9 agosto scorso e, di conseguenza, di non considerare il Presidente Lukashenko quale legittimo Capo di Stato del Paese. Le ragioni di tale decisione risiedono nella convinzione europea dei brogli e delle irregolarità che hanno caratterizzato le consultazioni a Minsk. Inoltre, nel documento si invocano anche sanzioni individuali ai maggiori responsabili dei brogli elettorali e delle violenze ai danni dei manifestati anti-governativi e degli oppositori, tagli agli investimenti per lo sviluppo da parte della Banca Europea per la Ricostruzione e aumento di fondi per la società civile bielorussa. Si tratta della prima presa di posizione forte di Bruxelles nei confronti del regime di Lukashenko e delle proteste di piazza che hanno infiammato Minsk all’indomani delle elezioni-farsa.

L’alto valore simbolico e politico della presa di posizione dell’UE nei confronti di Lukashenko potrebbe costituire una svolta decisiva a favore dei manifestanti, finalmente forti dell’appoggio internazionale.

La reazione di Lukashenko si è concretizzata con l’immediata chiusura dei confini con Paesi baltici, Polonia e Ucraina, nonché con l’ormai tristemente consueta ondata di arresti dei manifestanti. Consapevole dell’appoggio della Russia, interessata a disinnescare la crisi per mantenere Minsk nella propria orbita ed evitare rischi di contagio, Il Presidente bielorusso sembra poco incline a compromessi con le opposizioni.

Con l’ingresso dell’UE nella crisi bielorussa, il rischio di ulteriore polarizzazione del conflitto cresce di giorno in giorno. Qualora Lukashenko non riuscisse a ristabilire l’ordine nel Paese, non sarebbe da escludere un intervento russo. In quel caso, l’internazionalizzazione della crisi a Misk sarebbe definitiva.

Articoli simili