Cina: aumenta il numero di siti di lancio dei missili intercontinentali
Difesa e Sicurezza

Cina: aumenta il numero di siti di lancio dei missili intercontinentali

Staff
10.02.2023

Secondo una nota informativa rilasciata dallo US Strategic Command al Congresso americano, recentemente resa parzialmente pubblica, la Repubblica Popolare Cinese avrebbe a disposizione un numero complessivo di siti di lancio per missili balistici intercontinentali (ICBM) superiore agli Stati Uniti. La nota non chiarisce, tuttavia, né quanti siti di lancio la Cina abbia nel complesso, né quanti di essi siano effettivamente operativi. Dal canto loro, gli USA possiedono 450 siti di lancio per missili balistici intercontinentali, di cui circa 400 sono attualmente operativi.

La notizia assume una certa rilevanza per il messaggio politico-strategico ad essa sotteso: Pechino continua ad investire ingenti risorse nella modernizzazione e nel potenziamento del proprio programma nucleare; tale programma di potenziamento procede a ritmi costanti e spediti, tanto che diversi membri del Congresso americano hanno dichiarato di essere estremamente preoccupati per la rapidità con cui la Cina ha realizzato nuovi siti di lancio per ICBM negli ultimi anni. Da questo punto di vista, Pechino conferma come uno degli obiettivi strategici di medio e lungo periodo della politica di difesa nazionale consista nel rafforzamento del dispositivo di deterrenza nucleare, sia in termini di numero di testate complessive (l’obiettivo sarebbe possederne 1500 entro il 2035) sia in termini di “delivery systems”, ossia di sistemi d’arma con cui lanciare un ipotetico attacco nucleare (la cosiddetta triade nucleare, composta da ICBM basati a terra, sottomarini lanciamissili nucleari e bombardieri strategici).

In tale ottica, per quanto rilevante, la notizia assume un valore diverso se inserita nel più ampio contesto delle capacità di deterrenza nucleare americane e cinesi. Innanzitutto, il numero di testate nucleari complessive degli USA rimane di gran lunga superiore a quello della Cina (gli Stati Uniti possiedono ad oggi circa 5400 testate nucleari, di cui circa 1600 operative). In secondo luogo, solo facendo riferimento alla componente terrestre della triade, Washington può vantare, come già accennato, circa 400 siti di lancio per ICBM operativi, un numero da solo pari a quello del totale delle testate nucleari ad oggi possedute da Pechino (si stima siano tra 350 e 400). In terzo luogo, gli USA possono fare affidamento su numeri e capacità notevolmente superiori nell’ambito delle componenti aerea e sottomarina della triade, con quest’ultima che rappresenta probabilmente la punta di lancia della deterrenza nucleare americana.

In questo quadro, bisogna sottolineare come anche gli USA stiano investendo nell’ammodernamento del proprio apparato nucleare, soprattutto riguardo alla sostituzione e all’aggiornamento delle tre componenti della triade: basti pensare alla recentissima presentazione del nuovo bombardiere strategico stealth B-21, al programma Ground-based Strategic Deterrent (GBSD) per la sostituzione degli ICBM Minuteman III attualmente schierati, nonché ai nuovi sottomarini lanciamissili nucleari (SSBN) classe Columbia, con il primo battello attualmente in costruzione.

In sostanza, per un’analisi compiuta, oltre ai meri valori numerici occorre guardare anche alle capacità complessive esprimibili dai diversi sistemi in dotazione, all’architettura di comando e controllo ed alla flessibilità operativa e strategica garantita dalle tre componenti della triade.

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