"iPerché" di Impaginato, risponde Margelletti: vi spiego la mossa Trump sui files dell'omicidio JFK
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"iPerché" di Impaginato, risponde Margelletti: vi spiego la mossa Trump sui files dell'omicidio JFK

27.10.2017

Secondo il Presidente del CeSI talune informative devono rimanere secretate, proprio perché di vitale importanza. E sul futuro dell’Ue dice che…

Un bluff? Una fuga in avanti? O un altro capitolo della guerra avviata dalla Casa Bianca contro i media statunitensi? Una mossa che alla fine della fiera non può ledere i rapporti di Usa e Urss, anche perché quest’ultima non c’è più. Ma molto più semplicemente, osserva Andrea MargellettiFondatore e Presidente del Centro Studi Internazionali, “dei complotti non si scrive mai nulla, quindi sarebbe stato davvero impossibile trovare qualcosa di certo sulla vicenda Kennedy”.

Margelletti, che è il primo ed unico membro onorario delle Forze Speciali Italiane, tra le altre cose è commentatore ed editorialista per tv e quotidiani (Rai, Mediaset, CNN, Al Jazeera, SKY, MSNBC, TV2000, Messaggero, Il Mattino e QN), consulente del Ministero della Difesa e docente universitario.

Ha scritto il pamphlet “Un mondo in bilico” edito da Eurilink, anticipando di un lustro ciò ci cui oggi stiamo cogliendo i frutti. Uno scenario internazionale impregnato di profonda instabilità con una macro differenza rispetto agli anni della Guerra Fredda: mutazioni a velocità straordinarie dei cinque continenti, con una difficoltà evidente nel coglierne la sua evoluzione. In questa conversazione con Impaginato Quotidiano legge in profondità le mosse decise da Trump e analizza il pericoloso trend avviato dall’Ue.

Ha fatto bene il Presidente Donald Trump a desecretare alcuni files sull’omicidio di Jfk?

Da quello che si è visto, non c’è nulla che possa ledere i rapporti fra Stati Uniti e Unione Sovietica, anche perché quest’ultima non c’è più. Inoltre se qualche complottista si aspettava di trovare una sorta di pistola fumante, ne è sicuramente rimasto deluso. Dei complotti non si scrive mai nulla, quindi sarebbe stato davvero impossibile trovare qualcosa di certo su questa vicenda.

Perché non ha diffuso tutti i files, visto che altri 500 sono rimasti top secret?

Perché alcuni files, ma ciò non vale per la vicenda Kennedy bensì per la generale attività di intelligence, possono riguardare l’acquisizione e la gestione di fonti di informative da parte dei servizi e tutto ciò deve rimanere segreto sempre. Sempre.

Crede che Trump sia mosso, in questo come in altri casi, dalla voglia di mettersi in mostra più che da una reale programmazione politica? O c’è un regolamento di conti in atto con Fbi e Cia?

La reale programmazione politica dell’amministrazione Trump la sto ancora attendendo con ansia, perché tutti abbiamo bisogno degli Stati Uniti. Credo che la sua mossa faccia parte pià di una campagna non contro Fbi o Cia, perché quello che c’è dentro dice poco, quanto piuttosto di una guerra che Trump conduce contro i mezzi di informazione americani. Cercando cioè di spiazzarli dicendo “vedete, per quanto voi possiate fare del giornalismo investigativo, io vi supero a destra”.

Quindi la Casa Bianca oggi non è un soggetto che sta facendo davvero politica?

E’un soggetto che ha iniziative ma, e ciò non vuol dire naturalmente che non sia così, io non riesco a vedere una politica strategica. Però dobbiamo ricordare che gli Usa pagano dazio per un problema che riguarda anche noi europei: c’è un detrimento della qualità delle leadership politiche che ormai mi pare evidente. Non è una questione riguardante solo gli States, ma tanti altri Paesi, soprattutto occidentali.

Oggi lo scenario geopolitico si è spostato dall’Atlantico al versante asiatico: la vecchia Europa non è più il centro del mondo?

Non solo non lo è, ma non lo è decisamente più. Quando ci interroghiamo su quali siano gli attori della politica internazionale tendenzialmente convergiamo su Stati Uniti, Russia, Cina ed Europa. Ma nella realtà dei fatti, incosciamente, compiamo un errore gravissimo: perché le prime tre sono Nazioni, mentre l’Ue ancora solo un continente, sempre più riottoso, debole e tendente a guardare al di là del proprio orto piuttosto che ai suoi grandi temi strutturali.

Da tempo siamo dinanzi ad un eurobivio…

O noi ci rendiamo conto che essere un’Europa unita e forte si può fare, ma cedendo anche una parte della propria sovranità, e riguarda la nostra sopravvivenza; oppure vivremo ciò che stiamo vivendo adesso, un lento ma ineluttabile declino.

In questa seconda ipotesi crede rientri il caso catalano?

Penso che per tenere assieme le persone, le genti, i popoli occorre dare loro un sogno, un ideale da condividere, un progetto. Se questo progetto non c’è o non viene spiegato, allora i rischi sono, mi pare, evidenti.

I cinesi hanno fatto una programmazione lungimiranre con la Via della Seta, lo stesso il nuovo re arabo Salman con Vision 2030: e l’Ue a trazione tedesca?

E’questo il problema, come quella delusione che aveva colto alcuni elettori nel primo periodo dell’amministrazione Obama, quando ritenevano che egli avrebbe cambiato il mondo. Obama era Presidente degli Usa e faceva gli interessi degli Usa. Angela Merkel è la Cancelliera tedesca e fa gli interessi legittimi del suo Paese, per quello d’altronde è stata eletta. Non si può pensare che il capo di una Nazione faccia gli interessi di un’altra Nazione.

Quindi?

Quindi dovremmo avere un Primo Ministro europeo, non chiedere al Premier di un altro Stato nazionale di assumersi responsabilità per le quali i suoi elettori non lo hanno chiamato a quella carica.

Fonte: Impaginato.it

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