Droni russi a basso costo, tutte le sfide per la Nato e l’industria della difesa
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Droni russi a basso costo, tutte le sfide per la Nato e l’industria della difesa

12.09.2025

Estratti della conversazione della giornalista Chiara Rossi con Emmanuele Panero, Responsabile Desk Difesa e Sicurezza del CeSI su limiti e prospettive della difesa anti-drone della Nato e dell’Europa.

Alla luce delle recenti analisi, quali sono secondo lei i principali limiti tecnici e operativi che impediscono alla Nato di avere una difesa anti-droni efficace e completa?

La Nato ha accuratamente studiato e continua ad analizzare l’esperienza ucraina contro questa tipologia di minacce e, tanto a livello aggregato quanto di singoli Sistemi Paese, con il contributo delle rispettive industrie della difesa, ha individuato diverse soluzioni che sono in fase di implementazione ed acquisizione. Si tratta ovviamente di una minaccia molto diversa rispetto a quelle che l’architettura di difesa aerea ed antimissile Nato era concepita per contrastare, e da questo ne conseguono i tempi tecnici necessari per l’integrazione capacitiva. Il passaggio è dal neutralizzare vettori high-end impiegati in piccoli numeri, in particolare missili balistici che se con testata non convenzionale rappresentavano la minaccia esistenziale per eccellenza, al mantenere questa capacità ed integrarla con una di contrasto a vettori low-end impiegati in elevato numero.

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