Stati Uniti-Pakistan: gli ostacoli al rilancio delle relazioni
Asia e Pacifico

Stati Uniti-Pakistan: gli ostacoli al rilancio delle relazioni

Di Alessia Ferraboli
02.10.2023

Nel mese di settembre, gli Stati Uniti hanno intrapreso una serie di iniziative mirate a rilanciare i complessi rapporti con la Repubblica Islamica del Pakistan . Quest’ultima, infatti, non appare da tempo tra le priorità dell’Amministrazione americana, la quale non menziona il Pakistan in nessuno degli ultimi documenti strategici prodotti , tra cui la strategia per l’Indo-Pacifico e la strategia di sicurezza nazionale. In questo contesto, il 7 settembre scorso, il Ministro del Commercio di Islamabad Gohar Ejaz ha incontrato l’Ambasciatore americano Donald Blome per discutere dello stato delle relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi. Malgrado gli Stati Uniti siano in realtà il principale mercato di esportazione per il Pakistan e spicchino tra i primi investitori nel Paese,** interscambio e investimenti risultano relativamente stagnanti** .

L’incontro sopra citato, quindi, si è concentrato sulle possibilità offerte dallo Special Investment Facilitation Council, l’organismo ibrido civile-militare costituito dal governo pakistano a giugno per attrarre investimenti diretti esteri. Le discussioni, in particolare, hanno riguardato il rafforzamento dell’interscambio in settori quali il tessile e i prodotti alimentari mentre minor attenzione hanno ricevuto gli ambiti strategici come l’energia, le tecnologie dell’informazione e i minerali , ampiamente dominati in questa fase dai Paesi del Golfo. Più recente è la visita avvenuta il 12 settembre scorso dell’Ambasciatore statunitense Donald Blome presso il porto di Gwadar, snodo fondamentale della Belt and Road Initiative cinese. Nel corso degli incontri presso il porto pakistano, situato nell’instabile provincia del Balochistan, Blome ha sottolineato le potenzialità e la valenza strategica di Gwadar come hub regionale intermedio su cui veicolare prodotti destinati al mercato pakistano e oltre. Tale mossa appare come segnale indirizzato tanto alle autorità pakistane quanto a quelle cinesi, in merito alla volontà di Washington di dimostrarsi presente e attenta alle dinamiche regionali.

Gli incontri più recenti vanno però inseriti non solo in un quadro più ampio di iniziative economiche e commerciali, ma anche nelle politiche in atto tra USA e Pakistan . Ad esempio, nel febbraio 2023, una delegazione statunitense si è recata nel Paese per quello che è stato il nono incontro nell’ambito del Trade and Investment Framework. In precedenza, il 23 settembre 2022, si era invece registrato un breve incontro al vertice tra l’allora Primo Ministro Shehbaz Sharif e il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nel quale il primo ha rimarcato l’importanza di una continua collaborazione tra i due Paesi.

Tuttavia, questi tentativi di riavvicinamento devono fare i conti con una serie di fattori che ne complicano la riuscita . Due su tutti, in questa fase, sembrano frenare tale processo: il focus americano sul partenariato strategico con l’India e, soprattutto, il ruolo della Cina come partner fondamentale dal punto di vista economico, politico e strategico del Pakistan. Nella visione sino-pakistana, infatti, il China-Pakistan Economic Corridor permetterebbe a quest’ultimo di usufruire della capacità produttiva, del capitale e del know-how cinesi per un miglioramento delle infrastrutture, come elemento utile a risolvere la strutturale instabilità economico-sociale. Pechino, invece, punta sul Pakistan per costruire rotte commerciali alternative allo stretto di Malacca e, come avvenuto storicamente, per bilanciare il rivale indiano in Asia meridionale.

La rilevanza del Pakistan per la Cina emerge dalla quantità di progetti avviati nel Paese, parte dei quali collegati alla BRI, col settore energetico che emerge come prioritario. Tra tutti, è possibile infatti citare la diga Diamer Basha dal valore di 8,8 miliardi di dollari su cui lavora la joint venture tra Power China e la Frontier Works Organization, realtà controllata dall’esercito pakistano. Ma la Cina è attiva anche nel settore automobilistico del Paese, con la società cinese Changan Automobile Company che ha installato uno stabilimento di assemblaggio da 136 milioni di dollari a Karachi insieme al Master Group of Industries. I forti legami tra Pechino e Islamabad sono evidenti anche se si guarda ai partenariati nel settore Difesa e alla quota di debito estero pakistano detenuto dai cinesi. Quest’ultimo, nel 2022, ammontava a circa 127 miliardi di dollari, di cui circa 27 erano detenuti proprio dalla Cina. Sempre Pechino, attraverso l’Amministrazione statale cinese dei cambi, ha complessivamente depositato circa 4 miliardi di dollari nella banca centrale del Pakistan al fine di sostenere il Paese in una fase economicamente difficile.

In questo quadro, gli sforzi di Washington non sembrano poter produrre i risultati sperati e, di conseguenza, appare improbabile un riavvicinamento USA-Pakistan nel breve termine.

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