Quale engagement per gli USA nel Mediterraneo e in Medio Oriente?
Medio Oriente e Nord Africa

Quale engagement per gli USA nel Mediterraneo e in Medio Oriente?

Di Giuseppe Dentice
20.07.2021

Il Medio Oriente e il Nord Africa (MENA) soffrono da anni guerre civili, sconvolgimenti interni, crisi umanitarie e fenomeni transnazionali (come terrorismo e migrazioni) che hanno aggravato e acuito l’insicurezza nell’intero quadrante allargato. Anche in virtù di ciò, l’area MENA è una considerata una delle aree meno integrate e tra le più conflittuali al mondo, con un disperato bisogno di meccanismi utili a rafforzare i processi di stabilizzazione regionali. A ciò si aggiungono anche altri fattori, come la crisi del multilateralismo globale e l’emergere di molteplici di attori interni ed esterni alla regione che hanno vanificato gli sforzi internazionali nel promuovere il dialogo e la de-conflittualità in Medio Oriente. Tutti questi elementi hanno di fatto contribuito a far assumere alla regione mediorientale una minore priorità nell’agenda politica globale degli Stati Uniti.

In questo contesto, anche il nuovo inquilino della Casa Bianca, Joe Biden, ha mantenuto inalterata la prospettiva dei suoi predecessori verso l’area MENA, puntando soprattutto su un disimpegno di Washington da una regione oggi considerata meno cruciale nella gerarchia delle priorità politiche e strategiche statunitensi, in quanto ritenuta foriera di problemi piuttosto che di risorse. In questa prospettiva, quindi, la nuova Amministrazione USA ha deciso di resuscitare il processo sul nucleare iraniano – abbandonato da Trump – e contestualmente promuovere l’apertura di molteplici tavoli diplomatici tra attori arabi, Turchia e Iran. L’intento finale è garantire un equilibrio di potenza, seppur fragile, che possa permettere in maniera definitiva agli USA di riallocare risorse umane, finanziarie e militari verso l’Asia continentale e marittima. Recuperando il cosiddetto pivot asiatico di obamiana memoria, Biden punta a confrontarsi con Cina e Russia nei principali teatri di maggior interesse geopolitico, geo-economico e strategico tra Oceano Indiano e Pacifico. In altre parole, attraverso alcune iniziative sfumate basate su un difficile mix tra engagement e diplomazia multilaterale, gli USA puntano a conservare una certa influenza senza però continuare a farsi coinvolgere nelle tensioni del Medio Oriente.

Proprio sulla base di questi elementi, l’approccio pragmatico di Biden verso la regione rappresenta oggi una grande scommessa politica nella quale gli elementi di potenziale portata stabilizzatrice per il Medio Oriente e per gli Stati Uniti si intrecciano profondamente con le troppe linee di faglia che attraversano il quadrante, con il conseguente effetto di lasciare coinvolti gli USA ancora a lungo nei problemi dell’area MENA.

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