Putin Infinity War
Russia e Caucaso

Putin Infinity War

Di Marco Di Liddo
25.03.2020

Pochi uomini politici hanno solcato la scena pubblica interna ed internazionale come il Presidente della Federazione russa Vladimir Putin. Nei primi decenni del mondo globalizzato, nato dopo la dissoluzione dell’URSS e la fine dei blocchi contrapposti, Putin è stato uno dei leader più influenti e riconoscibili a livello globale. Un simbolo che, aiutato anche dalla massiccia macchina della propaganda statale, si è imposto come punto di riferimento necessario ed imprescindibile sia in patria che all’estero, nonostante la sua carriera politica abbia alternato grandi successi a incapacità di riforma ed innovazione, eccellenti doti tattiche a lacune nel pensiero strategico, aperture internazionali ad azioni unilaterali ed assertive.

Salito al potere nel 1999, Putin ha governato ininterrottamente la Russia per oltre 20 anni, alternando i 4 mandati presidenziali ad una breve parentesi come Primo Ministro “alla Richelieu” per il suo ex eterno delfino Dimitrij Medvedev. Tale lunghissima stagione politica, che rende l’attuale Presidente il più longevo leader nazionale dopo gli Zar e addirittura più di Josif Stalin, appare destinata a prolungarsi teoricamente fino al 2036, quando Putin avrà superato gli 80 anni. Infatti, il 16 marzo scorso, la Corte Costituzionale russa ha giudicato favorevolmente la proposta di riforma costituzionale che, tra le altre cose, permetterà all’inquilino del Cremlino di ricandidarsi e concorrere per ulteriori due mandati.

Nello specifico, la riforma prevede numerosi emendamenti. Innanzitutto, un aumento dei poteri per l’Assemblea Federale, che dovrà approvare la nomina del Gabinetto di governo, inclusa quella del Primo Ministro, e concorrere alla nomina dei direttori e dei comandanti delle agenzie di sicurezza. In secondo luogo, la costituzionalizzazione del Consiglio di Stato, organo sinora consultivo formato dal Presidente della Federazione e dai governatori dei soggetti federali. In terzo luogo, l’introduzione del salario minimo e l’indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione.

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