Oltre la BRI: gli investimenti cinesi nell'Unione Europea
Asia e Pacifico

Oltre la BRI: gli investimenti cinesi nell'Unione Europea

Di Francesca Manenti
11.03.2019

Nelle ultime settimane, si è riacceso il dibattito sull’iniziativa cinese della Belt and Road (BRI), il mega progetto lanciato dal Presidente cinese Xi Jinping nel 2013 per realizzare nuove reti di interconnessione (fisiche e digitali) tra Asia, Africa ed Europa. Conosciuta anche con il nome di Nuove Vie della Seta, BRI si propone come strumento per la realizzazione di un nuovo modello di globalizzazione, in cui la Cina possa emergere come baricentro alternativo al sistema Stati Uniti-centrico consolidatosi negli ultimi decenni. Il disegno delineato da Pechino, tuttavia, è un framework concettuale utilizzato dal governo per inserire le relazioni con gli altri Paesi all’interno di un percorso riconoscibile, che consenta di ricomprendere sotto un unico ombrello un ampio ventaglio di tavoli di trattativa. Benché sia diventata la narrativa principale della postura internazionale della Cina, la BRI è solo una delle carte utilizzate da Pechino per realizzare la propria strategia di apertura verso l’esterno, necessaria al Paese per restare al passo con le nuove sfide create dai veloci cambiamenti del mondo globalizzato. L’adeguamento del sistema interno alle condizioni strutturali dell’ambiente esterno è da sempre una peculiarità della leadership cinese, che considera la capacità di adattamento la chiave per garantire la stabilità del Paese.

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