NATO Summit 2021 - Il riposizionamento strategico dell’Alleanza Atlantica nei confronti di Russia e Cina
Difesa e Sicurezza

NATO Summit 2021 - Il riposizionamento strategico dell’Alleanza Atlantica nei confronti di Russia e Cina

Di Riccardo Leoni
14.06.2021

Il 14 giugno 2021, a Bruxelles, ha avuto luogo il summit della NATO, il primo con la partecipazione del nuovo Presidente USA Joe Biden, con l’obiettivo di stabilire le priorità per il prossimo futuro, in vista della stesura del Nuovo Concetto Strategico dell’Alleanza. Secondo il Segretario Generale, Jens Stoltenberg, si è aperto un nuovo capitolo nella storia delle relazioni Euro-Atlantiche. Infatti, la strada verso il Nuovo Concetto Strategico, che sarà presentato al summit di Madrid nel 2022, è stata imboccata e reca con sé il ritorno a vecchi scenari e la preparazione a nuove sfide.

Chiusosi ormai il capitolo della “War on Terror” e della guerra asimmetrica al terrorismo, ormai declassato a minaccia di secondaria importanza, la NATO si focalizzerà sul ritorno delle minacce simmetriche provenienti da diversi attori di rango statale, nell’ambito del nuovo contesto multipolare e della competizione geopolitica tra potenze. Mosca e Pechino rappresentano, in tal senso, i principali competitor dell’Alleanza Atlantica.

Secondo Stoltenberg, i rapporti tra la NATO e la Russia sarebbero oggi al minimo storico dai tempi della fine della Guerra Fredda. La NATO ha sempre condannato in maniera ferma e decisa le azioni post-2014 della Federazione Russa, tra cui l’annessione della Crimea, le interferenze nei processi democratici degli Stati alleati e le campagne di disinformazione, le azioni di guerra ibrida e lo smantellamento del trattato INF, senza però rinunciare alla via del compromesso. Il “dual-track approach” dell’Alleanza è stato infatti ribadito, confermando l’apertura al dialogo da un lato ma anche il rafforzamento della deterrenza e della difesa collettiva dall’altro. Esso, tuttavia, sembra entrare in una nuova fase, tenendo anche conto della rinnovata postura che Mosca sta assumendo non solo lungo il cosiddetto fianco est, ma anche nel bacino del Mediterraneo, dove la Russia ha rinforzato la propria presenza militare in Siria e nel Mar del Levante, giocando anche un ruolo di primo piano nella crisi libica. Le minacce poste da Mosca saranno da ora affrontate dall’Alleanza con un rinnovato slancio e comprenderanno, inoltre, più strette collaborazioni, sia militari che civili, con stati quali Ucraina e Georgia, anche nell’ottica di una loro possibile adesione futura alla NATO, variabile per ora non ancora sul tavolo.

Anche la Cina fa la sua comparsa nei piani dell’Alleanza. Sebbene sia ancora lontana dall’essere definita una “minaccia”, al pari della Russia, la Repubblica Popolare rappresenta per il futuro una sfida concreta e multilivello per i partner euro-atlantici. Infatti, se fino a 18 mesi fa non si era mai fatta menzione della Cina negli atti ufficiali della NATO, la sua espansione, economica e militare, è stata uno dei temi caldi al centro della discussione a Bruxelles. Pur definendo la Cina “un regime autocratico”, la NATO non esclude la via del dialogo e della cooperazione con Pechino, soprattutto sui temi del cambiamento climatico e del controllo degli armamenti. Viene tuttavia ribadito che eventuali ingerenze nei processi democratici non saranno tollerate e l’Alleanza si prepara a sviluppare strumenti di difesa delle infrastrutture critiche (cyber in primis) e a rafforzare la cooperazione con le democrazie dell’Indo-Pacifico (Australia, Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda), per garantire il rispetto delle norme internazionali e rafforzare le partnerships in ottica anti-cinese.

Nel complesso, il riposizionamento strategico della NATO e la rinnovata attenzione alla competizione geopolitica e militare con Russia e Cina segnano per certi aspetti un ritorno al passato da parte della NATO, ma con uno sguardo teso in realtà al futuro. In un periodo non semplice per l’Alleanza Atlantica, percorsa da alcune divisioni interne e al centro di un processo di riflessione circa il proprio ruolo futuro, la NATO riscopre da un lato il nemico di sempre, la Russia, cercando di ritornare alla ragion d’essere per cui fu creata nel 1949, ovvero garantire la difesa collettiva dei propri Stati Membri dalla minaccia, convenzionale e nucleare, rappresentata dall’allora Unione Sovietica, in modo tale da rinforzare anche la coesione interna tra gli Stati Membri. Al tempo stesso, consapevole che il nuovo centro geopolitico mondiale è situato nell’Indo-Pacifico e che esso verte sul confronto USA-Cina, la NATO cerca di adottare una postura più globale, iniziando a capire come potersi affacciare al continente asiatico, senza perdere però la bussola rispetto alla propria vocazione, quale garante della pace e della sicurezza dell’area Euro-Atlantica.

(Questa è la prima di una serie di analisi dedicate al Summit 2021 della NATO)

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