La moneta digitale (CBDC) nell’attuale contesto internazionale: scenari e prospettive
Geoeconomia

La moneta digitale (CBDC) nell’attuale contesto internazionale: scenari e prospettive

Di Gian Lorenzo Cosi
14.10.2025

La corsa alle valute digitali emesse dalle banche centrali, le Central Bank Digital Currencies (CBDC), continua a subire rinnovate accelerazioni, soprattutto in Cina e nell’UE, con lo Yuan digitale già in una fase avanzata di sperimentazione e l’euro digitale al centro di possibili nuovi progressi. Le CBDC, emesse da autorità pubbliche (Banche Centrali), rappresentano l’evoluzione della moneta ufficiale in formato digitale. Con corso legale, centralizzazione e tracciabilità, le CBDC possono essere impiegate per l’attuazione della politica monetaria e, sfruttando le tecnologie più moderne, accrescono l’efficienza dei sistemi di pagamento delle banche centrali. Inoltre, le CBDC possono consolidare la fiducia nella moneta, specialmente in un contesto di crescente digitalizzazione e di competizione internazionale, e altresì migliorare l’efficienza dei sistemi di pagamento, riducendo i costi e i rischi associati alle transazioni, promuovendo l’efficienza e la sicurezza nelle transazioni internazionali con la garanzia delle Banche Centrali.

In tal senso, il 19 settembre 2025, a Copenaghen, i Ministri delle Finanze dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo sul quadro della governance per l’emissione dell’euro digitale, con l’obiettivo di approvare entro fine anno il quadro legislativo e far nascere l’euro digitale nel 2029. L’iniziativa si inserisce nella più ampia strategia europea di rafforzare l’autonomia dell’Eurozona, introducendo un’ulteriore alternativa rispetto alle forme di pagamento, in particolar modo statunitensi.

La Cina, dal canto suo, ha già avviato dal 2019 la sperimentazione del proprio yuan digitale (e-CNY), emesso dalla Banca Centrale Popolare Cinese (PBOC). L’e-CNY è stato già testato in diverse città, tra cui Shenzhen e Shanghai, ed è oggi diffuso in 23 aree del Paese, con l’obiettivo di integrarsi nei pagamenti quotidiani e rafforzare la sovranità monetaria cinese. Il suo utilizzo è stato favorito dall’ampia diffusione dei pagamenti elettronici, al punto che alcune amministrazioni locali hanno iniziato a versare stipendi pubblici in yuan digitale. La sperimentazione include vari settori come commercio, ristorazione, attività culturali, turismo, istruzione e assistenza sanitaria. A luglio 2024, nelle aree pilota, le transazioni hanno raggiunto un valore complessivo di 7,3 trilioni di yuan (circa 873 miliardi di euro).

Oltre i confini nazionali, Pechino promuove lo yuan (RMB) in Africa, dove accordi valutari e cooperazioni finanziarie aprono la strada a un futuro utilizzo dello e-CNY nei pagamenti internazionali, con il tentativo di rinsaldare i rapporti commerciali e l’influenza economica cinese sul Continente africano. A luglio 2025, le banche centrali di Egitto e Cina hanno firmato protocolli d’intesa per promuovere l’uso dello yuan cinese e ampliare la cooperazione nei pagamenti elettronici. La firma è avvenuta al Cairo durante la visita del governatore della Banca Popolare Cinese, al governatore della Banca Centrale Egiziana, Hassan Abdalla. Tra i temi discussi: accordi di swap valutario, pagamenti in valute locali, emissione di “Panda bonds” egiziani sul mercato cinese (in yuan) e collegamento dei sistemi di pagamento.

Gli accordi mirano anche a rafforzare la presenza delle rispettive banche per favorire investimenti congiunti. Uno degli accordi coinvolge Suez Canal Bank, TEDA China-Africa Investment Co. e CIPS (China’s Cross-border Interbank Payment System), per promuovere lo yuan nella China-Egypt Trade and Economic Cooperation Zone, che entra nel contesto della Belt and Road Initiative. Per quanto concerne altri casi d’introduzione di moneta digitale da parte di Paesi, si segnala il caso dell’India, dove la rupia digitale indiana (e₹) è stata lanciata nel dicembre 2022 dalla Reserve Bank of India (RBI) ed è già utilizzata da milioni di cittadini, commercianti e istituzioni finanziarie e rappresenta un passo significativo verso la digitalizzazione dell’economia indiana.

Negli USA, invece, la Federal Reserve non prevede di introdurre una valuta digitale durante l’attuale mandato del Governatore, richiamando le preoccupazioni sulla privacy e sottolineando che i sistemi di pagamento esistenti sono già ampiamente efficaci e diffusi, pur continuando a condurre studi su una possibile CBDC, nota come digital dollar. Sicuramente c’è una forte spinta verso le stablecoin, valute digitali emesse da società private ancorate a un asset. Infatti, con il Genius Act, firmato dal Presidente statunitense Donald Trump il 18 luglio 2025, gli Stati Uniti hanno aperto alle stablecoin come strumenti di pagamento: ogni token deve essere garantito da dollari o titoli di Stato, trasformando gli emittenti in grandi detentori di Treasury bond, con possibili impatti sul sistema finanziario globale. Nel dettaglio, il provvedimento richiede agli emittenti di stablecoin di mantenere riserve equivalenti al 100% del valore emesso, utilizzando principalmente titoli di stato a breve termine, come i Treasury bond. Questo potrebbe aumentare significativamente la domanda di tali titoli, con previsioni che suggeriscono un incremento da circa $200 miliardi a oltre $1,6 trilioni nei prossimi due anni, a seconda della crescita del mercato. Tuttavia, questa nuova spinta potrebbe derivare da una semplice redistribuzione della domanda esistente, spostando fondi da depositi bancari o fondi del mercato monetario verso le riserve delle stablecoin, senza generare nuova liquidità per il sistema finanziario. Inoltre, l’aumento della domanda di Treasury bond potrebbe influenzare i rendimenti e la politica monetaria a breve termine.

In questo quadro, il trend generale non può essere trascurato dato che l’interesse globale per le valute digitali emesse dalle banche centrali è in forte crescita: 134 Paesi, che rappresentano il 98% dell’economia mondiale, proseguono nello sviluppo di versioni digitali delle proprie monete. Tra questi, va segnalata anche la Bank of Japan, che punta al lancio del Digital Yen (DCJPY) entro la fine dell’anno fiscale 2026. Nel caso in cui si concretizzi globalmente l’adozione delle CBDC, essa difficilmente trasformerà solamente i sistemi di pagamento e i rapporti commerciali globali, ma permetterebbe alle banche centrali di acquisire un ruolo ancora più cruciale nell’arena politico-economica, disegnando al contempo nuovi scenari di influenza.