Il piano di Dbeibah per le elezioni a giugno in Libia
Russia e Caucaso

Il piano di Dbeibah per le elezioni a giugno in Libia

Di Elia Preto Martini
25.02.2022

Lunedì 21 febbraio il Primo Ministro ad interim, Abdulhamid al-Dbeibah, ha annunciato un nuovo piano per garantire lo sviluppo regolare di elezioni nazionali entro la prossima estate. Questa mossa è particolarmente significativa poiché ribadisce la sua volontà, già manifestatasi in precedenti occasioni, di rimanere in carica fino alle prossime votazioni, rifiutando di riconoscere come legittima la nomina a nuovo Primo Ministro, di Fathi Bashagha da parte della Camera dei Rappresentanti libica (HoR). Nello specifico, il piano dovrebbe prevedere un duplice voto a giugno (elezioni parlamentari e referendum sugli emendamenti costituzionali) e solo successivamente le presidenziali.

Durante la conferenza stampa, Dbeibah ha definito la scelta del 10 febbraio della HoR di nominare un nuovo governo ad interim una “farsa”, aggiungendo, inoltre, che non accetterà qualsiasi forma di cessione del potere “al caos”. Secondo la sua ricostruzione, quindi, il Paese si trova di fronte ad un trade off tra la stabilità politica – rappresentata dal suo Governo – e lo spettro di una nuova guerra civile, causata dalle scelte della HoR. Una preoccupazione, questa, che non appare del tutto infondata per via delle crescenti dichiarazioni e rivendicazioni mosse dalle principali fazioni politiche libiche supportate dalle recenti mobilitazioni delle diverse milizie armate presenti nel Paese che sostengono, da un lato, Dbeibah e, dall’altro lato, Bashagha.

Il livello di tensione è anche aumentato per via delle dichiarazioni pronunciate da entrambi gli schieramenti per delegittimare l’autorità della controparte. La HoR, infatti, ha dichiarato che non ritiene più valido il ruolo di Dbeibah poiché il suo mandato è formalmente scaduto il 24 dicembre 2021, giornata nella quale si sarebbero dovute tenere le prime elezioni nel Paese, ma successivamente posticipate per una serie di motivi politico-burocratici. A quest’accusa, Dbeibah ha risposto sostenendo anche il mandato della Camera dei Rappresentanti debba considerarsi scaduto poiché l’Assemblea è stata eletta otto anni fa e i suoi tentativi di posticipare continuamente le elezioni non sono altro che uno strumento per mantenere una posizione di potere all’interno del Paese.

Per questi motivi, il piano elettorale di Dbeibah, ritenuto da alcuni osservatori internazionali irrealistico, rischia di far precipitare la situazione politica nel Paese. Sin dalla nomina del rivale Bashagha era infatti emersa con chiarezza la volontà di Dbeibah di non riconoscerne l’autorità, sebbene si dovessero ancora delineare con chiarezza i binari specifici dello scontro. Una questione, questa, che è stata provvisoriamente chiarita con la conferenza stampa del 21 febbraio che ha, almeno per ora, posto la competizione sul piano della legittimità politica. Ciononostante, il rischio di una ripresa delle violenze continua ad essere presente e a gettare numerose ombre sul futuro della Libia.

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