Etiopia, Il Premier Abiy Ahmed invia le Forze Armate nel Tigrè
Africa

Etiopia, Il Premier Abiy Ahmed invia le Forze Armate nel Tigrè

Di Sara Gianesello
04.11.2020

Il 3 novembre, il Primo Ministro Abiy Ahmed ha disposto l’intervento delle Forze Armate ed imposto lo stato d’emergenza per 6 mesi nel Tigrè in risposta ad un presunto attacco di milizie locali contro un’istallazione militare federale nella regione settentrionale. Secondo il Premier, l’attacco è stato ordito dal partito di maggioranza della regione, il Fronte di Liberazione Popolare del Tigrè (Tigray People’s Liberation Front – TPLF), nel contesto delle crescenti tensioni con il governo centrale di Addis Abeba.

Una settimana prima dell’incidente, le autorità locali del Tigrè avevano impedito ad un Generale di brigata di raggiungere la base in questione, appena assegnatagli da Addis Abeba, dichiarando che nuove nomine nelle Forze Armate nelle regioni settentrionali non sarebbero state considerate legittime, in quanto il TPLF non riconosce la validità del mandato di Abiy Ahmed.

Infatti, la radicalizzazione dei rapporti tra il TPLF e il Primo Ministro si era accentuata a partire dallo scorso settembre, quando il TPLF ha organizzato le elezioni regionali nonostante il divieto del governo federale, che aveva deciso di rimandare la chiamata alle urne, prevista inizialmente per fine agosto, a causa della pandemia di covid-19. In risposta a questa prima violazione, Addis Abeba aveva deciso di tagliare i sussidi federali alla regione e di sospendere qualsiasi attività ufficiale con le istituzioni locali. Nel complesso, lo scontro tra il Tigrè ed il governo centrale riflette la contrapposizione tra l’etnia tigrina un tempo la più influente nel Paese, e l’establishment di Ahmed che, al contrario ha ribaltato gli equilibri settari nazionale a favore degli Oromo.

Le azioni provocatorie attuate dal TPLF negli ultimi due mesi potrebbero aver centrato il loro obiettivo, ovvero quello di costringere il Primo Ministro ad attuare politiche più muscolari, cogliendo l’occasione per dipingerlo come un dittatore e fare a pezzi la sua immagine di riformatore democratico. Infatti, la decisione di impiegare le Forze Armate nel Tigrè potrebbe risultare rischiosa perché vi è la possibilità che si crei un pericoloso focolaio di insorgenza locale, che potrebbe protrarsi fino alle prossime elezioni, già indette per il prossimo maggio.

Questo potrebbe spingere il Primo Ministro a rimandare ulteriormente la chiamata alle urne, spianando la strada alle dichiarazioni dell’opposizione circa la natura dispotica del suo Governo. Inoltre, non è da escludere un’ulteriore radicalizzazione dei movimenti secessionisti che già si sono fatti spazio nella regione del Tigrè che che potrebbero contagiare anche altri gruppi tribali insoddisfatti della gestione politica di Ahmed e della cresciuta influenza degli Oromo, sua etnia di appartenenza.

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