EAU e Sudan rompono le relazioni diplomatiche
Africa

EAU e Sudan rompono le relazioni diplomatiche

Di Martina Battaiotto
26.05.2025

La guerra civile in Sudan, combattuta tra Le Forze Armate regolari (Sudanes Armed Forces-SAF) e il gruppo ribelle Rapid Support Forces (RSF), guidato da Mohamed Hamadan Dagalo, ha conosciuto una ulteriore fase di recrudescenza a seguito di alcuni attacchi contro Port Sudan, centro urbano dall’alto valore strategico a causa delle infrastrutture portuali e delle raffinerie di petrolio nonché dell’unico aeroporto funzionante del Paese.

Nello specifico, dal 4 al 7 maggio scorsi, le RSF hanno bersagliato la città con decine di droni mediante l’uso di droni, causando notevoli danneggiamenti e almeno una decina di vittime.

In particolare, oltre al porto e all’aeroporto sopracitati, sono stati colpiti depositi di munizioni e di combustibile e la principale centrale energetica locale, causando il blackout totale della città il 6 maggio. Nelle intenzioni delle RSF, l’attacco a Port Sudan aveva lo scopo di aprire un secondo fronte di combattimenti a nord e di disperdere, dunque, le truppe regolari sudanesi in un momento di generale loro vantaggio nella guerra civile. Infatti, circa 4 mesi fa, l’esercito ha riconquistato interamente la capitale Khartoum ed aumentato la pressione sulle basi delle RSF a sud. A seguito dell’attacco, la giunta militare sudanese, che governa il Paese dall’esautorazione del Presidente Omar al-Bashir, ha comunicato classificare gli Emirati come uno Stato aggressore e di interrompere qualsiasi rapporto diplomatico, con un conseguente ritiro dell’ambasciatore dal territorio emiratino, accusando Abu Dhabi di fornire droni e sostegno finanziario ai ribelli.

Nello specifico, il governo di Khartoum ritiene che gli Emirati siano il principale recettore dell’oro contrabbandato dalle RSF e che siano interessati a favorire la loro ascesa al potere per accedere sia alle ricchezze del sottosuolo sudanese sia per estendere la loro influenza in una regione ritenuta altamente strategica come il Corno d’Africa. Inoltre, Abu Dhabi sarebbe interessata ad operazioni di land grabbing ad uso agroalimentare proprio in Sudan.

La rottura delle relazioni diplomatiche tra Emirati e Sudan rappresenta una presa di posizione forte da parte di Khartoum che, tuttavia, potrebbe non influire sulla postura emiratina nel Paese e, anzi, innescare un’attività ancora più assertiva contro la giunta militare.