Cyber-attacco all’Ucraina, aumentano le tensioni fra Mosca e Washington
Russia e Caucaso

Cyber-attacco all’Ucraina, aumentano le tensioni fra Mosca e Washington

Di Stefania Balzano
24.01.2022

Il 14 febbraio, oltre 70 siti internet ucraini, tra i quali quello del Ministero degli Esteri e del Servizio Postale nazionale, sono stati colpiti da un massiccio attacco cyber ed hanno sospeso le loro attività per diverse ore, creando notevoli disagi per la popolazione nonché profondo imbarazzo per le istituzioni governative. La massiccia attività di hackeraggio non è stata rivendicata da alcun gruppo conosciuto e le autorità ucraine non sono ancora risalite ai responsabili. Tuttavia, esiste il forte sospetto che l’azione sia stata perpetrata dalla Russia, non nuova a questo genere di attività ostili.

Gli attacchi informatici sono avvenuti all’indomani della conclusione dei colloqui tra Russia e Stati Uniti sulla crisi ucraina e poco prima della visita del Segretario di Stato Antony Blinken a Kiev. Inoltre, l’attività di cyber warfare è avvenuta nel contesto di una situazione di grave tensione tra Ucraina e Russia a causa della presenza di truppe russe al confine ucraino e, più in generale, a causa dei perduranti timori ucraini e statunitensi di una presunta ripresa dell’attività militare del Cremlino in Ucraina.

Proprio gli incontri tra Mosca e Washington hanno permesso di comprendere come il dossier ucraino sia legato indissolubilmente alla ridefinizione della struttura di sicurezza europea. Infatti, mentre la Russia ha ribadito i propri timori circa l’ulteriore allargamento della NATO e l’ingresso di Ucraina e Georgia, gli Stati Uniti hanno sottolineato con forza la persistenza della “open policy” dell’Alleanza Atlantica. Inoltre, il Cremlino pare aver proposto alla Casa Bianca, quale condizione per la de-escalation delle tensioni sul territorio europeo, il ritorno dei confini della NATO al 1997 (quindi senza i Paesi dell’Europa orientale), precise garanzie circa l’interruzione del processo di allargamento ed infine la neutralità militare di Kiev. Tali condizioni sono state respinte dagli Stati Uniti che, tuttavia, non hanno chiuso alla possibilità di proseguire il dialogo con la Russia sulle questioni securitarie comuni, a cominciare da un nuovo trattato sui missili a medio raggio.

Lo stallo nei negoziati russo-americani rappresenta un elemento che rischia di innalzare la possibilità di ripresa dell’attività militare russa in Ucraina su larga scala, soprattutto se si considera il fatto che Mosca punta a prendere il controllo del cosiddetto corridoio di Mariupol, il lembo di terra che collegherebbe il Donbas con la Crimea. Per quanto gli Stati Uniti abbiamo minacciato rappresaglie in caso di azioni violente da parte russa, ad oggi sembra improbabile che tali minacce possano dissuadere il Cremlino dall’intraprendere nuove operazioni nell’area.

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