Margelletti: assurdo, con gli affari Nato il Comune non c’entra
Il Corriere del Mezzogiorno

Margelletti: assurdo, con gli affari Nato il Comune non c’entra

16.04.2018

Proprio non riesce a crederci il professore Andrea Margelletti il presidente del Centro studi internazionali di Roma, fondato nel 2004 per fornire a committenti pubblici e privati analisi e rapporti sui temi di politica estera e della sicurezza.

«Sinceramente - esordisce - mi sfugge cosa c’entra il sindaco di Napoli con la faccenda del sottomarino americano. Attenzione, non parlo di de Magistris ma dell’istituzione in senso astratto. L’ultima cosa che mi passa per la mente è scendere in polemica».

Professore non è per questo che chiediamo la sua collaborazione, piuttosto per comprendere il ruolo strategico di Napoli all’interno del bacino del Mediterraneo la cui sponda orientale è attualmente una polveriera.

«Napoli, non da ora, ha un ruolo molto importante nel quadro della difesa alleata. Anche la recente decisione di stabilire a Napoli l’hub della Nato per il Sud del Mediterraneo ha rafforzato questo ruolo e questa vocazione».

La città dunque è uno dei punti di riferimento più importanti per la Nato?

«Certamente. È uno dei luoghi di importanza strategica di grande rilevanza. Peraltro, me lo faccia ricordare, grazie proprio a questa centralità è riuscita e riuscirà sempre di più a intercettare tanto lavoro».

Pensa che questa importanza strategica e la presenza massiccia di militari della Nato possano esporre maggiormente Napoli al rischio di attentati o ritorsioni?

«Se permette le faccio io una domanda».

Faccia pure.

«Premesso che Napoli è una città difficile, complessa, dove ci sono stati atti e, purtroppo ci sono ancora, atti di violenza da parte della criminalità organizzata anche contro suoi colleghi come Giancarlo Siani, ritiene che sia preferibile registrare una massiccia presenza di forze dell’ordine o abbandonare la città alla malavita?»

Risposta scontata: meglio la prima ipotesi.

«Vede? Meglio cercare di avere sul territorio forze che contribuiscono alla nostra sicurezza. Non si può sostenere di preferire l’anarchia tout court. Le forze dell’ordine servono appunto per arginare l’anarchia. Non possiamo dire che non le vogliamo per paura della criminalità. Stesso discorso per le forze armate».

C’è chi lo sostiene.

«Guardi, ho fatto e faccio l’analista politico, non vado alla ricerca del consenso e non devo essere votato per accedere in Consiglio comunale o qualche altra assemblea elettiva. Io mi limito a constatare i fatti».

Napoli deve dunque ringraziare la Nato?

«Al di là di Napoli, l’Alleanza atlantica ha garantito la pace in Europa anche in anni molto difficili. Cosa crede?, Anch’io vorrei vivere in un mondo senza forze armate, senza polizia. Purtroppo non è possibile. Sa cosa sosteneva George Orwell?

Lo ricordi lei.

«Ripeteva che se noi dormiamo sogni tranquilli è solo perché nel mondo si sono persone armate disposte a commettere atti violenti, naturalmente giustificati, proprio affinché noi possiamo dormire tranquilli».

L’episodio del sottomarino, partito dalla rada di Napoli per lanciare i tomahwak contro i siti chimici della Siria, non richiamerà l’attenzione sulla città?

«No, Napoli attualmente non è nel mirino più di quanto lo fosse prima della missione contro la Siria. Così come, del resto, non lo è l’Italia».

Come immagina il futuro della città nell’ambito dello scacchiere dell’Alleanza?

«Napoli è una città che da molti anni gode di un’economia Nato. Certamente potrebbe beneficiarne ancora di più. Potrebbe ospitare un forum di dialogo all’interno del Mediterraneo».

Non sembra che l’attuale amministrazione comunale abbia questo orientamento.

«Tengo a precisare che lo status delle forze Nato riguarda il Governo non un’amministrazione comunale qualsiasi essa sia.Il comandante della Nato non si mette a parlare dei trasporti cittadini»

Fonte: Il Corriere del Mezzogiorno

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