UE, il rischio del veto di Orban sul pacchetto di aiuti all’Ucraina
Europa

UE, il rischio del veto di Orban sul pacchetto di aiuti all’Ucraina

Di Giorgia Scrignaro
31.01.2024

Nel vertice straordinario del primo febbraio i governi europei saranno chiamati a votare l’attuazione del nuovo piano di sostegno all’Ucraina consistente in aiuti finanziari e militari da 50 miliardi di euro. Nei mesi precedenti, i Paesi membri non sono riusciti a trovare un’intesa a causa del veto dell’Ungheria, contraria al pacchetto specifico per ragioni di politica estera. Infatti, dietro la motivazione formale del supporto ad un processo negoziale e pacifico del conflitto russo-ucraino, si nascondono questioni di ordine pratico. Infatti, Budapest è il Paese maggiormente vicino alla Russia, rispetto alla quale è legata da interessi energetici (petrolio e nucleare) e affinità ideologiche. Parallelamente, il leader ungherese Viktor Orban utilizza il veto come strumento di pressione verso l’UE, nel tentativo di ottenere lo scongelamento dei fondi del PNRR, sospesi sia a causa di problematiche tecniche sia politiche. Infatti, l’Ungheria si è resa responsabile di violazioni reiterate di principi e delle norme europee in materia di Stato di diritto.

Qualora l’Ungheria proseguisse nel braccio di ferro con Bruxelles e esercitasse ancora il potere di veto , L’UE potrebbe rispondere, a sua volta, continuare a congelare fondi e aiuti, procurando danni economici al Paese. Nella fattispecie, il calo del valore del fiorino, la crescita della sfiducia degli investitori stranieri e, quindi, un rallentamento considerevole del sistema commerciale e produttivo. Inoltre, l’UE potrebbe invocare l’applicazione dell’articolo 7 (Clausola di sospensione) del TUE (Trattato sull’Unione Europea) che prevede la possibilità di sospendere i diritti di adesione, tra cui il diritto di voto nel Consiglio Europeo. Tuttavia, per attivare l’articolo servirebbe l’unanimità e Orban potrebbe contare sul supporto del leader slovacco Robert Fico.

Viceversa, un ipotetico accordo tra Budapest e Bruxelles potrebbe essere raggiunto attraverso un compromesso in cui il pacchetto di aiuti all’Ucraina verrebbe ridotto o modificato nei suoi contenuti tecnici e alcuni dei fondi del PNRR sarebbero sbloccati.

L’approvazione del pacchetto di aiuti a Kiev rappresenta una prova importante per la tenuta dell’Unione e per la misurazione del clima politico a pochi mesi dalle elezioni, previste per il prossimo giugno. Inoltre, in un momento molto delicato nel conflitto russo-ucraino, caratterizzato dallo stallo militare, dalle difficoltà di Kiev e, in generale, dal pericolo di diffusione della cosiddetta “stanchezza di guerra”, l’invio o meno degli aiuti costituirebbe un segnale decisivo per l’andamento dello scontro per il 2024.