Mozambico, lo Stato Islamico lancia un’offensiva massiccia su Palma
Africa

Mozambico, lo Stato Islamico lancia un’offensiva massiccia su Palma

Di Marco Di Liddo
30.03.2021

A partire dal 24 marzo, il gruppo jihadista Ansar al-Sunna (conosciuti anche con il nome locale di al-Shabaab), organizzazione affiata alla provincia dello Stato Islamico in Africa Centrale (SIAC) ha assaltato la città di Palma (53.000 abitanti), situata all’estremità nord della provincia settentrionale della provincia di Cabo Delgado. L’offensiva sul popoloso centro mozambicano è ancora in corso e vede coinvolte anche le Forze Armate di Maputo e le unità della compagnia militare privata sudafricana Dick Advisory Group.

Sebbene non sia la prima volta che il SIAC conduca attacchi terroristici contro centri abitati di Cabo Delgado (Mocimboa di Praia e Pemba, tra le altre), l’assalto a Pemba introduce tre elementi di novità rispetto al passato. Il primo è il livello di sofisticazione delle operazioni dei miliziani, in grado di colpire simultaneamente più obbiettivi e di fronteggiare l’esercito mozambicano in ambiente urbano. Il secondo elemento di novità è la targhettizzazione sia di obbiettivi nazionali (civili e militari) che stranieri (lavoratori nel settore gasiero). Infine, il terzo elemento è la presa di mira di uno dei maggiori centri per la nascente industria idrocarburica nazionale. Infatti, nei pressi di Palma sono situate non solo le sedi operative delle principali imprese energetiche presenti sul territorio (tra cui l’italiana ENI), ma sono altresì costruite le infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio del gas naturale.

Nata nel 2015, la rete jihadista autoctona mozambicana ha cominciato a perpetrare attentati terroristici nel 2017, concentrandosi inizialmente contro le autorità nazionali, le forze di polizia e la popolazione civile. A partire dal 2019, però, l’attenzione del movimento armato si è rivolta anche agli obbiettivi stranieri. Tuttavia, prima dell’assalto di Palma, il gruppo jihadista non aveva mai condotto una operazione sistematica contro target non mozambicani e contro i complessi dell’industria energetica. Questo, oltre a testimoniare un innalzamento di livello operativo e di pericolosità da parte dell’organizzazione, intende consacrare il SIAC ed il fronte mozambicano come uno dei nuovi teatri focali del terrorismo globale.

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