La valenza operativa delle incursioni aeree cinesi nei cieli di Taiwan
Difesa e Sicurezza

La valenza operativa delle incursioni aeree cinesi nei cieli di Taiwan

Staff
04.10.2021

Durante i primi giorni del mese di ottobre si sono registrate nuove incursioni da parte di velivoli appartenenti alla People’s Liberation Army Air Force (PLAAF), l’Aeronautica Militare della Repubblica Popolare Cinese, nella cosiddetta Air Defense Identification Zone (ADIZ), ovvero la zona di identificazione aerea della Repubblica di Cina (Taiwan). Si tratta del più alto numero di sortire aree di sempre, con un record di oltre 150 incursioni succedutesi nel giro di 4 giorni, di cui ben 56 nel corso di una singola giornata. L’Aeronautica Militare di Taiwan ha dichiarato di aver immediatamente allertato il sistema di difesa aerea, facendo alzare in volo i propri caccia, inviando segnali radio di avvertimento ai velivoli cinesi e attivando il sistema missilistico anti-aereo dell’isola.

Le sortite degli aerei militari cinesi nell’ADIZ di Taiwan non rappresentano di certo una dinamica nuova; tuttavia, esse hanno registrato un notevole incremento nel corso degli ultimi mesi. Secondo il Ministero della Difesa taiwanese, infatti, con le incursioni di inizio ottobre il totale del 2021 si attesta a circa 393 sortite, già oltre le 380 segnalate in tutto il 2020.

Tali incursioni, oltre ad avere un importante significato simbolico e politico-strategico, possiedono anche una valenza operativa. Esse permettono infatti all’Aeronautica militare cinese di testare le proprie capacità militari, e contestualmente anche quelle delle Forze Armate della Repubblica di Cina. Da un lato, infatti, attraverso tali missioni, i piloti e le forze aeree cinesi acquisiscono preziosa esperienza operativa, testando le proprie capacità e quelle dei propri velivoli (le incursioni si svolgono sia in ore diurne che notturne, al fine di operare anche al buio), coordinando l’azione di molteplici assetti aerei di varia tipologia a diversi kilometri di distanza dalle proprie coste. Infatti, i gruppi aerei che violano l’ADIZ di Taiwan sono composti da una eterogenea varietà di velivoli: caccia J-16 e Su-30 da superiorità aerea, bombardieri H-6, in grado di trasportare armamento nucleare, aerei Y-8 per il pattugliamento e la guerra anti-sottomarina e velivoli KJ-500 con compiti di early warning e comando e controllo. Il crescente numero di aerei che prende parte, simultaneamente, alle sortite nell’ADIZ taiwanese e la diversità di assetti impiegati in termini di capacità e missioni è indice di una accresciuta consapevolezza e confidenza nei propri mezzi da parte delle autorità di Pechino, in grado di schierare, coordinare e operare con formazioni numerose e complesse a lunga distanza e per periodi di tempo prolungati, cercando così di riprodurre scenari operativi e operazioni di combattimento nella maniera più realistica possibile. Da questo punto di vista, è dunque possibile ipotizzare che le sortite cinesi non cesseranno, ma continueranno a crescere in numeri e intensità.

Dall’altro lato, tali incursioni permettono di testare e acquisire preziose informazioni in merito al sistema di difesa aerea taiwanese: a quale distanza e con quali modalità vengono rilevati i velivoli cinesi; quali sono le contromisure adottate delle Forze Armate di Taiwan; quali sono i tempi di reazione e di risposta della catena di comando e controllo; quali assetti aerei vengono utilizzati per intercettare i velivoli cinesi e da quale direzione provengono. Infine, non bisogna scordare che, a livello puramente numerico, le forze aeree di Taiwan vantano un numero di velivoli di gran lunga inferiore alla PLAAF, e che i continui e ripetuti scramble degli aerei taiwanesi vanno a inficiare pesantemente sulla struttura dei velivoli stessi (molti dei quali sono ormai in servizio da circa 30 anni), per non parlare dei costi associati agli elevati livelli di manutenzione degli aeromobili.

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