In India, Assam e Uttar Pradesh discutono la possibilità di implementare la Politica dei Due Figli
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In India, Assam e Uttar Pradesh discutono la possibilità di implementare la Politica dei Due Figli

Di Veronica Zanon
28.07.2021

L’11 luglio, la Commissione per gli Affari legislativi dell’Uttar Pradesh ha proposto l’implementazione di una serie di nuove misure di controllo della popolazione. Secondo la prima bozza del disegno di legge, chiunque abbia più di due figli sarebbe escluso dai pubblici uffici e non potrebbe avvalersi di una serie di incentivi messi a disposizione del governo statale per limitare il tasso di fertilità, tra cui sgravi fiscali, sussidi per l’acquisto della casa e il rimborso delle utenze. La scelta dell’Uttar Pradesh segue un’iniziativa simile annunciata dallo Stato dell’Assam, il cui Capo dell’esecutivo, Himanta Biswa Sarma, aveva annunciato a giugno la graduale implementazione della politica dei due figli nel proprio territorio. Himanta Biswa Sarma nel 2017, aveva introdotto la Population and Women Empowerment Policy, in cui ai dipendenti del governo veniva chiesto di rispettare rigorosamente le disposizioni in merito alla pianificazione familiare.

Il tasso di fertilità nazionale e il rischio di crescita incontrollata della popolazione rappresentano una preoccupazione per il governo indiano, che guarda al dato demografico come ad un ostacolo per la sostenibilità del progresso del Paese. Secondo le stime delle Nazioni Unite del 2019, entro il 2025 l’India supererà la Cina in quanto Paese più popoloso al mondo. La pianificazione familiare è da anni una priorità governativa:il Ministero della Salute e del Benessere Familiare, nel 2017 aveva già lanciato l’iniziativa “Mission Pariwar Vikas” con l’obiettivo di ridurre il tasso di fertilità totale (TFR) dell’India da 2.24 a 2.1 entro il 2025. L’iniziativa si proponeva di aumentare sostanzialmente l’accesso ai contraccettivi e ai servizi di pianificazione familiare in 146 distretti, denominati “ad alta fertilità”, appartenenti a sette stati: Uttar Pradesh, Bihar, Rajasthan, Madhya Pradesh, Chhattisgarh, Jharkhand e Assam.

Gran parte di questa crescita demografica in forte espansione sta avvenendo proprio nell’Uttar Pradesh e nell’Assam, i due Stati presi in considerazione dal nuovo progetto di legge sul controllo della popolazione. La Politica dei Due Figli in India aveva già visto applicazione in alcuni Stati, ma era principalmente orientata a politici e aspiranti politici nella speranza che fossero un esempio per il resto della comunità. Se approvata in Assam e Uttar Pradesh, la nuova politica demografica si dovrebbe rivolgere anche al resto della popolazione, istituendo un meccanismo di incentivi e disincentivi finalizzato alle famiglie con più di due figli.

La possibile approvazione della legge sta suscitando un dibattito interno all’India, riguardo l’effettiva efficacia dei provvedimenti. A fronte dell’esperienza cinese, infatti, la possibilità che le politiche di pianificazione familiare sortiscano come effetto collaterale un generale invecchiamento della popolazione è considerata una possibilità tutt’altro che remota. In questo senso, tale legge potrebbe acuire ulteriormente le disuguaglianze sociali e di genere, oltre che incrementare lo squilibrio demografico., a discapito delle prospettive di sviluppo di lungo periodo.

Inoltre, l’implementazione della legge potrebbe contribuire ad alimentare le tensioni intra-comunitarie, specialmente rispetto alla minoranza musulmana. Lo stesso Himanta Biswa Sarma, infatti, ha definito il provvedimento anche uno strumento per controllare la crescita della popolazione musulmana residente nell’Assam. In un momento in cui il governo guidato dal Partito del Popolo Indiano (Bharatiya Janata Party – BJP) del Primo Ministro Modi sta portando avanti una politica nazionalista e di difesa dell’identità induista, l’implementazione della legge da parte di due amministrazioni locali entrambe a guida BJP potrebbe essere vista come l’ambizione di compiere un ulteriore passo in questa direzione, con possibili conseguenze in termini di coesione e stabilità sociale.

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