Crisi del Nagorno-Karabakh: cresce la tensione dopo i bombardamenti contro i principali centri urbani
Russia e Caucaso

Crisi del Nagorno-Karabakh: cresce la tensione dopo i bombardamenti contro i principali centri urbani

Di Sara Gianesello
04.10.2020

A partire dal 4 ottobre scorso, si è assistito ad una intensificazione del conflitto tra le milizie dell’autoproclamata Repubblica di Artsakh, sostenute dalle Forze Armate dell’Armenia, e l’esercito dell’Azerbaijan, nella regione contesa del Nagorno-Karabakh e nelle aree prospicenti occupate da Yerevan. In particolare, l’escalation degli scontri armati si è manifestata con il bombardamento di  Stepanakert, capitale della Repubblica di Artsakh, e di Ganja, seconda città più numerosa dell’Azerbaijan. Tale avvenimento rischia di innalzare ulteriormente il livello dello scontro tra Baku e Yerevan e condurre ad una guerra su larga scala. Infatti, nel contesto del conflitto congelato del Nagorno-Karabakh, spesso gli scontri armati sono limitati nella loro intensità e circoscritti alla linea di contatto tra i diversi eserciti e, soprattutto, coinvolgono raramente città della grandezza di Ganja e Stepanakert.

A rendere ancora più complicata la gestione di un conflitto che si trascina dal 1991, anno della proclamazione di indipendenza della Repubblica di Artsaskh, è la presenza degli sponsor esterni, vale a dire la Turchia per l’Azerbaijan e la Russia per Yerevan. A preoccupare Ankara, come del resto le Cancellerie europee, sono i rischi di danneggiamenti degli oleodotti e dei gasdotti caspici che riforniscono i mercati del Vecchio  Continente e che potrebbero incidere sulla sicurezza energetica regionale. Al contrario, Mosca sarebbe avvantaggiata da una simile eventualità, poiché questa colpirebbe in maniera decisa quelle vie di approvvigionamento idrocarburico europeo alternative alle forniture russe.

Sinora la Comunità Internazionale si è dimostrata poco incisiva nel fermare il conflitto e ristabilire l’ordine nella regione caucasica. Tuttavia, dopo i fatti degli ultimi giorni ed i rischi di escalation, si potrebbe assistere alla crescita del ruolo della diplomazia multilaterale allo scopo di scongiurare i rischi di destabilizzazione evidenziati in precedenza.

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