Qatar: un partner strategico per l'industria italiana della Difesa
Medio Oriente e Nord Africa

Qatar: un partner strategico per l'industria italiana della Difesa

Di Gloria Piedinovi
12.02.2019

Il progressivo deterioramento della stabilità politica e militare dell’area medio orientale, iniziato nel 2011 con il fenomeno delle “primavere arabe”, ha determinato un’eterogenea mappa della corsa al riarmo dei paesi del Golfo Persico, in particolare delle nazioni appartenenti al Gulf Cooperation Council (GCC). Mutamenti politici interni ed internazionali, tensioni regionali, rivalutazione delle priorità economiche e complessità geopolitiche costituiscono il variegato quadro all’interno del quale si svolgono le relazioni tra l’Italia e i paesi del Golfo Persico nell’ambito del procurement militare e della cooperazione tecnico-scientifica nel settore della Difesa.

Tra i Paesi del GCC, il Qatar collabora con l’Italia a partire dalla firma, nel 2010 a Doha, di un accordo intergovernativo sulla cooperazione nel settore della Difesa. Da allora, il Qatar ha avviato un intenso programma di acquisizione finalizzato ad ampliare ed ammodernare le tecnologie militari in dotazione alle proprie Forze Armate.

A marzo 2018, il Ministro della Difesa qatariota Al Attiyah e i vertici di Leonardo hanno siglato un contratto per l’acquisizione di ventotto elicotteri NH-90, di cui sedici in configurazione terrestre TTH e dodici in configurazione navale NFH, con capacità di guerra anti-som e anti-nave, destinati alla difesa tanto delle coste quanto delle piattaforme gasiere offshore. Il supporto logistico e il training per piloti e tecnici sarà curato da Leonardo, dall’Esercito Italiano e dalla Marina Militare Italiana. Il valore dell’intera commessa è di circa 3 miliardi di euro.

Nel dicembre 2017, Leonardo ha inoltre preso parte alla firma del contratto per la fornitura di ventiquattro caccia multiruolo Typhoon prodotti dal consorzio Eurofighter, di cui l’azienda italiana possiede il 37% delle quote. Nonostante la produzione e l’assemblaggio dei velivoli avverrà nel Regno Unito ad opera della società inglese BAE Systems, il contributo di Leonardo risulta comunque consistente, attestandosi intorno al 20% dell’intero lavoro. In particolare, l’azienda italiana fornirà circa il 60% di tutta la componente avionica a bordo dei Typhoon.

Per quanto riguarda la cantieristica navale, Fincantieri svolge un ruolo fondamentale all’interno dei rapporti tra Italia e Qatar. Ad agosto 2017, la compagnia ha firmato un contratto con la Qatar Emiri Naval Force per la realizzazione di sette unità navali che verranno prodotte in Italia, per un valore di circa 5 miliardi di euro. Il pacchetto comprende: quattro corvette classe “Doha”, armate con un sistema anti-nave basato sul missile EXOCET, due mitragliere MARLIN da 30 mm, un cannone da 76 mm e sedici sistemi di lancio verticale per missili da difesa aerea a lungo raggio; due pattugliatori con capacità anti-sommergibile, dotati del sistema anti-nave EXOCET MM40 “Block-III” e con missili per difesa aerea a corto raggio MBDA MICA-VL; infine un’unità anfibia derivata dalla classe “S. Giusto” con radar KRONOS e missili MBDA ASTER 30, configurata appositamente per operare con gli elicotteri NH-90. Il supporto da parte del mondo politico e  istituzionale all’accordo hanno caratterizzato l’intero iter contrattuale, e sono stati ribaditi in occasione della cerimonia per il taglio della prima lamiera della corvetta classe “Doha” il 30 luglio scorso presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano, alla presenza dei Ministri della Difesa italiano e qatariota.

A settembre 2016 la Marina Militare del Qatar ha inoltre firmato un contratto di circa 640 milioni di euro con la società MBDA, per l’acquisizione di un sistema missilistico costiero, che impiegherà missili Marte ER (con un raggio di oltre 100 km) e missili EXOCET Block-III.

La Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, a marzo 2018, ha invece costituito con _Barzan Holding -_società facente capo al Ministero della Difesa qatariota- la joint venture BINDIG, tramite un contratto del valore di circa 200 milioni di dollari. La nuova società aprirà un impianto produttivo a Doha, dedicato alla realizzazione su licenza di pistole 92 FS e dei fucili d’assalto ARX 160 e ARX 200.

La cooperazione militare e scientifico-industriale del Qatar con il nostro Paese va collocata in un quadro più ampio, frutto anche dei recenti mutamenti in ambito sociale, politico ed istituzionale che hanno interessato i due Paesi e che potrebbero avere un impatto sul proseguo delle relazioni future.

Il Qatar è stato al centro di una grave crisi diplomatica scaturita nell’estate del 2017 nell’alveo del GCC. L’Arabia Saudita, insieme a Emirati Arabi Uniti, Bahrain ed Egitto, ha guidato una pesantissima offensiva diplomatica contro l’Emirato, tracimata in un totale embargo. Oltre ad interrompere le relazioni diplomatiche con Doha, questi Paesi hanno esercitato notevoli pressioni su un ampio ventaglio di altri Stati arabi ed africani allo scopo di aumentare l’isolamento del Qatar. Le radici della crisi del Golfo poggiano su divergenze profonde, espresse nell’ormai ventennale rivalità con Riyadh e Abu Dhabi, dovuta principalmente al non allineamento di Doha su importanti dossier internazionali, e all’utilizzo talvolta spregiudicato di strumenti di soft power da parte dell’Emirato per far avanzare la propria agenda in autonomia rispetto alla linea dettata da Riyadh e Abu Dhabi. Di fatto, il Qatar si è trovato in una situazione di isolamento che, nei primi mesi, aveva fatto emergere la possibilità del collasso istituzionale e politico. Così non è stato: Doha ha rifiutato le condizioni imposte da Arabia Saudita ed Emirati Arabi per ritirare l’embargo, che avrebbero comportato una perdita quasi totale della sovranità del Qatar. Fin dai primi giorni, l’Emirato si è mosso alla ricerca di un sostegno internazionale, rafforzando le relazioni con la Turchia e trovando una sponda preziosa nell’Iran, soprattutto per la creazione di un ponte aereo che garantisse i rifornimenti essenziali per la popolazione. Inoltre, per preservare la propria integrità territoriale, si è rivelato fondamentale il sostegno del Kuwait e dell’Oman, fautori di una posizione neutrale nella disputa e attivi nel mediare tra le parti.

Volgendo lo sguardo all’Italia, in un contesto nel quale la spesa della Difesa segue da anni un trend negativo, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti in programmi di sviluppo e acquisizione di tecnologie militari, la proficua collaborazione commerciale con il Qatar rappresenta una preziosa opportunità per le aziende della difesa italiane per promuovere le eccellenze tecnologiche e le realtà industriali di rilievo del nostro Paese.

Vi sono segnali che fanno pensare ad un progressivo rafforzamento della cooperazione tecnico-industriale con il Qatar. Per supportare gli accordi industriali sono indispensabili collegamenti e contatti ad alto livello politico-militare, e negli ultimi anni le occasioni di incontro con le autorità qatariote si sono intensificate, indicando che l’approccio italiano di stretta sinergia tra Industria e Difesa è apprezzato dalla controparte. Lo scorso novembre l’emiro del Qatar Al Thani si è recato a Roma, e ha definito l’Italia partner affidabile e alleato strategico, manifestando compiacimento per gli accordi conclusi e la volontà politica di incrementare le relazioni con il nostro paese.

L’approccio italiano premiante, unito al nuovo atteggiamento di apertura del Qatar verso i paesi occidentali e all’intensificarsi delle relazioni con l’Italia, lascia intendere che le prospettive di penetrazione nel mercato qatariota da parte del comparto industriale italiano della Difesa siano davvero concrete e proiettabili nel futuro.

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