Struttura e vulnerabilità della difesa aerea dell’Arabia Saudita
Medio Oriente e Nord Africa

Struttura e vulnerabilità della difesa aerea dell’Arabia Saudita

Di Paolo Crippa
23.09.2019

I recenti attacchi contro i siti petroliferi di Abqaiq e Khurais, nell’Ovest dell’Arabia Saudita, sommati ai numerosi strike che negli ultimi anni hanno colpito diversi obiettivi sensibili all’interno del Paese, non ultimo quello ai danni dell’aeroporto di Riyadh del marzo 2018, pongono inevitabilmente una serie di riflessioni sull’efficacia della difesa aerea saudita. Ad oggi, all’interno dell’area, l’Arabia Saudita è senza dubbio il Paese che mette in campo le migliori tecnologie antiaeree e antimissilistiche. La Monarchia, infatti, aveva impresso una netta accelerazione al processo di acquisizione di sistemi antiaerei a seguito dello scoppio della Guerra Iran-Iraq e del conseguente utilizzo di missili balistici contro obiettivi urbani da parte di entrambi gli schieramenti. Nel decennio successivo, a fronte del rapido proliferare di tecnologie missilistiche all’interno della regione, non più appannaggio esclusivo degli Stati militarmente più strutturati, ma anche di tutta una serie di milizie ed attori informali, per Riyadh si è reso necessario ridisegnare la componente antiaerea, adottando un approccio più sistematico che avvicinasse l’architettura saudita in qualche misura agli standard occidentali.

Attualmente, la minaccia aerea contro il territorio saudita si articola su tre fronti. In primo luogo, il fronte Nord-Est con l’Iran, principale avversario, dotato di un ampio arsenale missilistico (balistico e da crociera) nonché, negli ultimi anni, di sofisticati droni d’attacco (UCAV). In secondo luogo, tutte le aree dove operano i diversi gruppi insorgenti e le milizie filoiraniane, che negli anni hanno dimostrato di possedere ottime competenze tecnologiche nel settore missilistico. In questo caso il riferimento è allo Yemen (ribelli Houthi), al Libano (Hezbollah) e al Sud dell’Iraq (milizie sciite riunite sotto l’ombrello della Forza di Mobilitazione Popolare – PMF). A livello di catena di comando, la difesa aerea saudita costituisce una Forza Armata a sé, la Royal Saudi Air Defence Force (RSADF). Tale configurazione è in vigore dal 1984, mentre in precedenza era inquadrata all’interno dell’Esercito.

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