Presunto tentativo di golpe in Kirghizistan: mezzo di propaganda per soffocare l’opposizione
Russia e Caucaso

Presunto tentativo di golpe in Kirghizistan: mezzo di propaganda per soffocare l’opposizione

Di Federica Troisi
13.06.2023

Lunedì 5 giugno, l’agenzia di stampa del Kirghizistan ha riportato la notizia secondo cui i servizi segreti del Paese avrebbero sventato un tentativo di golpe, arrestando 30 persone. La presunta organizzazione terroristica sarebbe composta da un centinaio di persone e alla sua guida ci sarebbe Roza Nurmatova, presidente del partito (non rappresentato in parlamento) Eldik Kenesh. Le notizie ufficiali sottolineano l’eterogeneità dell’organizzazione, senza, però, accennare alla sua effettiva composizione, infatti, non è chiaro se siano coinvolti anche militari e politici. Questa e altre lacune nella narrazione ufficiale inducono a credere che quella del colpo di Stato sia una mera trovata dei servizi segreti kirghizi per reprimere qualsiasi forma di dissenso.

Il ricorso a questi mezzi non fa altro che evidenziare il disagio interno che il governo di Japarov vive da tempo, a causa di un’opposizione che, a partire dal 2022, ha iniziato a essere sempre più insistente.

I contrasti tra potere centrale e società civile sono fomentati, in primis, dal basso livello degli standard di vita. In secondo luogo, la diminuzione costante delle libertà civili e politiche non fa che aggravare l’instabilità, come nel caso delle proteste contro la legge sugli agenti stranieri che inficerebbe sul lavoro dei media e delle ONG.

Pertanto, l’azione di lunedì della dirigenza kirghiza è stata una dimostrazione di forza per i dissidenti. Sottolineando che Biškek non ha alcuna intenzione di dialogare con l’opposizione e che una timida apertura verso l’Occidente, come dimostrato dalla visita di sabato 3 giugno da parte del Presidente del Consiglio Europeo, non è da interpretare come una maggiore concessione di libertà civili e politiche, che continueranno a essere negate.