Il Brasile e l’industria della Difesa italiana: sviluppi recenti e opportunità
Americhe

Il Brasile e l’industria della Difesa italiana: sviluppi recenti e opportunità

Di Claudio Mazzella
02.12.2014

Parlare oggi del Brasile come una realtà emergente può sembrare riduttivo, è infatti un Paese in crescita costante, ricco di risorse, la cui economia si è ormai stabilizzata tra le prime nel mondo, posizionandosi in termini assoluti dietro colossi quali Francia e Gran Bretagna. La consapevolezza di ambire al ruolo di grande potenza comporta la necessità per tutto il sistema Paese di affrontare nuove sfide, tra cui quella di dotarsi di un apparato militare efficace e moderno, in grado di salvaguardare gli interessi nazionali, di sorvegliare le frontiere e di giocare un ruolo attivo a livello internazionale.

A questo proposito, i recenti dati confermano che il bilancio della Difesa del Brasile è l’undicesimo al mondo per consistenza nonché il più importante dell’America latina. Le spese militari brasiliane sono in costante ascesa dai primi anni 90, anche se una decisa riduzione è stata messa in atto durante la presidenza di Luiz Inacio Lula da Silva nell’ambito del programma “fame zero”, risalente al 2003, che avevo lo scopo di destinare le risorse finanziarie dello Stato ai progetti di assistenza sociale per le fasce più deboli della popolazione. Tuttavia, già dal 2004, la spesa militare complessiva ha ripreso a crescere e, nonostante i successivi tagli operati dal Presidente Dilma Rousseff, si è attestata nel 2013 al 1,4% del Pil, per un totale di circa 35.400 milioni di dollari. Nel solo triennio 2011-2013, è stato registrato un incremento di spesa del 34%, incremento favorito soprattutto dalla necessità di acquisire mezzi, capacità e tecnologie in vista dell’organizzazione di grandi eventi di rilevanza internazionale, come la Giornata mondiale della gioventù del luglio 2013, la Coppa del Mondo 2014 e le Olimpiadi del 2016.

Nel comparto Difesa brasiliano l’industria italiana ha acquisito negli anni una buona posizione, grazie ad una risalente presenza nel Paese e ad un progressivo miglioramento dei rapporti giuridici e politici inter-governativo. Il lancio del progetto Amx nel 1982 rappresenta il primo esempio di collaborazione bilaterale, realizzata grazie ad un accordo tra Aeritalia, Aermacchi e la brasiliana Embraer che ha visto la realizzazione congiunta di un aereo leggero di attacco al suolo e di addestramento avanzato funzionale alle esigenze operative delle forze aeree dei due Paesi. Anche Selex Es è presente in Brasile fin dagli anni 70, fornendo radar di controllo aereo per la Forza Aerea Brasiliana, avanzati apporti sulla piattaforma Amx e numerose collaborazioni nell’ammodernamento di alcune unità della Marina brasiliana.

Negli anni novanta numerosi sono stati gli accordi di collaborazione e cooperazione stipulati tra Italia e Brasile, il più importante dei quali è l’Accordo quadro di cooperazione del 1997. Ad essi hanno fatto seguito un articolato accordo in materia di cooperazione nel settore della Difesa del 2008 e un Piano d’Azione firmato a Washington nel 2010. Nell’accordo del 2008 sono stati previsti il supporto ad iniziative commerciali e lo scambio di esperienza in campo tecnico e militare, con l’intento di favorire la produzione congiunta e incentivare tra le istituzioni uno scambio di personale a scopo addestrativo e formativo. In questo clima di grande vicinanza politica nel 2009 è stato concluso un contratto con l’Iveco Defence Vehicles dal valore di 2,5 miliardi di euro al fine di sviluppare attraverso un joint project un veicolo anfibio corazzato per il trasporto truppe, il Guarani, prodotto da stabilimenti ubicati in Brasile in oltre duemila unità e con diverse configurazioni.

Tuttavia, pare che con il passare del tempo la relazione speciale tra Italia e Brasile sia andata progressivamente scemando, consentendo ad altri Paesi di attaccare importanti quote di mercato. Inoltre, il nuovo ruolo del Paese negli equilibri regionali e internazionali ha reso necessaria la pianificazione di importanti programmi di riarmo e ammodernamento delle forze armate: Il Programa de Desenvolvimento de Submarinos (Prosub), l’FX-2 e il Programa de Obtenção de Meios de Superfície (Prosuper). Il Prosub prevede la costruzione in Brasile di 5 sottomarini entro il 2023, di cui uno a propulsione nucleare. In questo contesto, la partnership siglata nel 2008 con la francese Dcns esclude però ogni possibile interesse per le aziende italiane. Conclusioni analoghe vanno fatte per il programma FX-2, diretto a soddisfare le esigenze della Força Aérea Brasileira legate alla sostituzione di una cinquantina di caccia destinati alla dismissione. La gara è stata recentemente vinta dalla Saab, che fornirà 36 esemplari di Jas 39 Gripen Ng, ma, considerate le esigenze economiche e i requisiti del bando, la vittoria del caccia svedese è andata esclusivamente a detrimento di competitors stranieri, quali la francese Dassault e l’americana Boeing.

Diversamente, il Prosuper presenta grosse opportunità per la cantieristica italiana. Questo programma prevede di far fronte alle rinnovate necessità della Marina Brasiliana di fornirsi di 5 pattugliatoti d’altura, 5 fregate e una nave da supporto logistico, tramite un importante stanziamento di circa 5 miliardi di euro. Fincantieri e Finmeccanica presentarono la prima proposta nel 2009, a cui fu funzionale la stipula del Piano d’Azione bilaterale nel 2010, legato all’apertura delle trattative per la stipula dei contratti di fornitura delle unità navali. Il 2010 è stato infatti l’anno più significativo nei rapporti di cooperazione e avvicinamento tra i due Paesi, protagonisti anche dell’operazione congiunta “White Crane”, diretta a prestare aiuti umanitari alla popolazione di Haiti colpita dal sisma tramite l’impiego della portaerei Cavour. La competitiva proposta italiana riguarda la fornitura di fregate Classe Fremm, pattugliatori oceanici Classe Comandante e di un’unità della Classe Etna. Apparsa inizialmente come la scelta definitiva della Marina Brasiliana, è stata rapidamente messa da parte con l’insediamento alla presidenza di Dilma Rousseff nel gennaio del 2011 e ed è difficile stabilire quanto il caso Battisti abbia influito negativamente sulla vicenda e sul conseguente mutamento di clima politico. Un intervento governativo si è reso a tal proposito necessario nel giugno 2012 al fine di riaprire le trattative, ma appare chiaro che la perdita del vantaggio acquisito dalla proposta italiana è andata a beneficio di altre aziende, le cui proposte sono attualmente in fase di valutazione. Proposte che ad oggi risultano effettuate da Dcns, Thyssenkrupp, Navantia, Bae Systems, Damien, Daewoo Shipbuilding e dalla China Shipbuilding. Il rischio è che sia proprio la proposta di Dcns a guadagnare terreno in virtù del già consolidato trasferimento tecnologico avviato per la realizzazione dei sommergibili e dello sviluppo congiunto italo/francese della fregata Classe Fremm, che potrebbe portare la Marina del Brasile a preferire questa tipologia di unità nella versione transalpina.

Nelle altre acquisizioni programmate dalle Forze Armate del Brasile risulta difficile individuare per le aziende italiane opportunità industriali di analoga rilevanza economica. Nel campo della Difesa antiaerea infatti nell’aprile 2013 il Ministero della Difesa brasiliano ha già provveduto ad acquistare dall’esercito tedesco 36 carri Gepard 1a2, destinati a garantire la sicurezza degli spazi aerei duranti i grandi eventi ed è stata chiaramente espressa dal governo la volontà di procedere all’acquisizione del sistema di Difesa antiaereo russo Pantsir-S1. Nel settore elicotteristico risale all’aprile 2013 la perdita di un’altra grande opportunità industriale, a causa del fallimento delle trattative dirette alla creazione di una joint venture tra Finmeccanica-AugustaWestland e Embraer. Il memorandum d’intesa firmato tra le due aziende nel gennaio 2013, che avrebbe dovuto portare alla produzione di elicotteri in Brasile per usi militari e commerciali, è stato annullato pochi mesi dopo facendo registrare una significativa battuta d’arresto per l’azienda. Segnali incoraggianti di ripresa nel mercato arrivano dalla recente chiusura di un contratto di 117 milioni di euro per l’ammodernamento di 8 elicotteri Lynx della Marina Brasiliana.

Ulteriori occasioni per le aziende italiane possono emergere dai programmi di sicurezza brasiliani come il SISFRON per il controllo delle frontiere e il SisGAAz per la sorveglianza marittima, nei quali Selex Es risulta soggetto attivo nel loro perseguimento e non si può escludere che altre aziende possano trarre benefici dai copiosi investimenti in sicurezza interna e cybersecurity. Nonostante la forte competizione internazionale Selex Es continua ad essere a distanza di tanti anni la società italiana più presente e dinamica del mercato brasiliano. Proprio la presentazione della controllata Selex Es do Brasil, avvenuta al Laad nel 2013, testimonia la capacità aziendale nel fornire una risposta remunerativa alle numerose esigenze brasiliane nei settori ad alta tecnologia sia civile che militare.

In prospettiva, gli onerosi programmi intrapresi dal Brasile e i grandi stanziamenti disposti nel gestire la sicurezza interna durante i grandi eventi, accolti non senza polemiche da un’opinione pubblica nazionale sempre più sensibile alle tematiche di allocazione delle risorse finanziarie nazionali, difficilmente lasciano intravedere aumenti di bilancio nel comparto Difesa o nuove grandi acquisizioni. E’ possibile ipotizzare addirittura una contrazione ulteriore della spesa complessiva, se si prende atto dei rinvii occorsi nella conclusione di un programma importante come il Prosuper, o la significativa levitazione dei costi iniziali del Prosub, ormai in fase avanzata. Appare altresì evidente che l’industria italiana della Difesa sta scontando numerose battute d’arresto nel mercato brasiliano nel quale godeva di una buona posizione di partenza. Recuperare appare sempre più difficile considerando una serie di fattori quali la posizione di vantaggio francese, il peso specifico che sta acquisendo progressivamente la Russia e le aperture verso la Cina. La sensazione è che non aggiudicarsi la commessa navale del Prosuper potrebbe significare perdere l’ultima grande occasione per entrare in maniera significativa nel mercato brasiliano.

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